TRAFFICO: sul sottopasso tra Via Torrione e Via Settimio Mobilio interviene l’ammiraglio Perillo

 

 

Aldo Bianchini

Sullo sfondo Via G. Romano

SALERNO – A riprova dell’importanza strategica del nodo con ingorgo stradale che si genera in corrispondenza del sottopasso ferroviario che collega Via Torrione a Via Settimio Mobilio, ecco che ci scrive l’ammiraglio Gaetano Perillo (profondo conoscitore dei problemi legati all’orografia ed all’urbanistica del territorio cittadino.

E lo fa con il suo solito stie garbato ma anche con una certa autorevolezza da uomo libero e pensatore qual è; stile ed autorevolezza che si fondono in una capacità professionale fuori dalle righe e decisamente libera e indipendente da qualsiasi colorazione politica-

Pertanto oggi la prima pagine di questo giornale è dedicata interamente a lui con la pubblicazione dell’intera lettera aperta-

 

Egr. direttore Bianchini, trovo giuste le sue periodiche denunce sulla “incresciosa situazione del traffico cittadino” nell’area circostante il sottopasso ferroviario tra Via Torrione e Via Settimio Mobilio. Invero, si tratta di una annosa vicenda intorno alla quale si continua a discutere su che soluzione adottare:

(a) doppio senso di transito,

(b) solo in uscita (come adesso),

(c) solo in entrata.

Nessuna di queste appare soddisfacente, anche perché, al di là del sottopasso, si incrociano più strade che sono causa di intoppi continui dei flussi di traffico, qualunque siano i sensi di marcia predisposti nel tunnel.

L’incrocio tuttavia è uno snodo inevitabile per chi provenendo da Via Vinciprova é diretto verso Via S. Baratta, Via Irno e Fratte, oppure verso Via L. Guercio o la Tangenziale (dopo una svolta su Via L. Petrone).

Per quest’ultimo itinerario, consentire il transito anche per Via G. Romano (previo adeguamento della larghezza della sede stradale) può certamente contribuire ad una fluidificazione nello snodo, ma temo che non rappresenti una panacea.

Ritengo infatti che la problematica nasca per l’esistenza in zona di un assetto di viabilità che determina concentrazioni in altri punti nodali, dove si polarizzano ingorghi continui con ripercussioni anche sulle sedi stradali più distanti, ivi confluenti.

Cito ad esempio la rotonda all’incrocio fra Via Nizza, Via S. Baratta e Via Irno, situata all’altra estremità rispetto a quella all’inizio di Via S. Mobilio.

Bastano già le suddette due criticità per invocare soluzioni più radicali che investano ad ampio raggio tutta la viabilità della zona.

Con adeguamenti della segnaletica e l’installazione di idonei impianti semaforici, si dovrebbe consentire ad esempio che:

(a) chi dal lungomare è diretto a Via Santi Martiri Salernitani possa girare subito su Via Mario Marino senza dover proseguire fino a piazza Mazzini, convergere a U su corso Garibaldi e poi girare a destra su Via Santi Martiri;

(b) chi esce dal tunnel dell’Irno diretto al Lungomare possa attraversare Via Torrione e percorrere subito la strada di fronte (da sempre tenuta chiusa!!), senza dover proseguire verso il centro per effettuare una conversione a U su Via Giovanni Sartori e imboccare il Lungomare;
Anche una rivisitazione della percorrenza su Via Armando Diaz, prolungandola fino a Via Nizza, contribuirebbe ad evitare una deviazione a ritroso su Via Angelo Papio per chi è diretto allo Stadio Vestuti e dintorni.

Si tratta di misure volte a semplificare certi itinerari e ad evitare sovrapposizioni fra correnti di traffico di diversa destinazione. Tuttavia, simili aggiustamenti o altri eventuali di analoga portata, pur necessari, non sono sufficienti. Una vera rivoluzione, attuabile possibilmente con progetti in ambito PNRR, si avrebbe con l’introduzione del doppio senso di marcia sul Lungoirno (via dell’Unita d’Italia) e con il suo congiungimento – tramite adeguamento di percorrenza delle Vie Francesco Farao ed Eugenio Caterina e relativa segnaletica – con la rotonda di Piazza Montpellier e in prosecuzione verso Via Antonio Gramsci fino a Fratte e i nuovi insediamenti abitativi ivi esistenti.
Si creerebbe un asse viario sul lato destro del fiume Irno parallelo al già esistente sul lato sinistro e quindi una alternativa a chi da Torrione o Lungomare è diretto ai quartieri a monte o intende raggiungere i raccordi per le autostrade o per la Tangenziale.

Gli spazi lo consentono e vanno oculatamente investigati, onde addivenire a soluzioni che semplifichino la vita agli automobilisti, riducano le possibilità di ricorrenti paralisi del traffico, determinino abbattimenti significativi di consumi energetici e di inquinamento atmosferico.
Temo purtroppo che, vuoi per inerzia, vuoi per una forma di assuefazione che fa sopportare e/o giustificare il persistere di situazioni anomale, in questo come in altri settori, difficilmente si assisterà a qualche iniziativa atta ad avviare un progetto del genere.

Tuttavia è bene non perdere la speranza!

Cordialmente, Amm. Gaetano Perillo.

 

 

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