CRAC “ALVI” e “AMATO”: doppiopesismo netto tra giustizia e politica ?

 

Aldo Bianchini

Dr. Angelo Villani

SALERNO – Fra qualche giorno nel Tribunale di Salerno inizierà il processo di appello contro Angelo Villani (ex consigliere regionale ex presidente della provincia, ex consigliere provinciale e medico tuttora in attività) responsabile, secondo i giudici di primo grado, del crac della catena di supermercati denominata “ALVI” insieme d alcuni familiari coinvolti nella società.

In uno degli ultimi articoli ho ricordato che nel 2011 avevo scritto sul crac Alvi e sull’arresto dell’ex presidente, di un doppiopesismo della giustizia tra il caso Alvi e il caso del pastificio Amato, entrambi finiti nel fallimento totale pur essendo due colossi commerciali; un crac che avevo così descritto:

  • La storia si ripete. Certo che si. Ed ogni volta è sempre più sconvolgente di prima. Il trattamento riservato dalla magistratura nei confronti dello storico pastifico Amato e della meno nobile Alvi (il primo del cavaliere Giuseppe Amato, la seconda del politico Angelo Villani, entrambi deflagrati nel 2011) è assolutamente ed assurdamente diverso. Eppure i reati in discussione sono più o meno gli stessi e i magistrati in gioco sono sempre gli stessi e della stessa procura. Al gran signore don Peppino Amato, sempre umile e modesto, alcuni avvisi di garanzia e neppure un mandato di cattura; al politico dr Angelo Villani, qualche volta costretto ad essere anche antipatico se non arrogante per motivi politici, diverse decine di avvisi di garanzia e ben 14 mandati di cattura. In ballo una supposta “bancarotta fraudolenta” che per Villani ha funzionato, per Amato invece no; come è giusto che sia ?
On. Paolo Del Mese

Nel caso del pastificio Amato ci fu anche una tavola rotonda, con tanto di capretto al forno con patate, organizzata sulle terrazze della villa in costiera di Amato per discutere dei finanziamenti che il Monte Paschi stava concedendo al cav. Amato, intorno alla quale si sedettero (almeno così si racconta negli atti giudiziari) in sette oltre agli allora deputati on.li Paolo Del Mese (in quel momento presidente della Commissione Bilancio della Camera), Vincenzo De Luca (in quel momento sindaco di Salerno e deputato), Giuseppe Amato junior e addirittura Giuseppe Mussari (presidente della banca Monte dei Paschi di Siena), con altri. Dopo qualche anno da quella tavola rotonda i giudici salernitani arrestarono soltanto l’on. Polo Del Mese (nel frattempo decaduto) e il giovane Giuseppe Amato; tutti gli altri non avevano sentito, non avevano visto, non avevano parlato. Per la cronaca Mussari fu anch’egli arrestato ma dalla Procura di Milano.

Ebbene se per la buon’anima del cav. Amato e per alcuni altri commensali la Procura fu indulgente e risparmiò dolorosi arresti, non lo fu per Angelo Villani e Paolo Del Mese contro i quali si scagliò con una ferocia inaudita (nel caso di quest’ultimo anche la Cassazione negli ultimi giorni non è stata tenera).

Ma cosa c’entra il crac Amato con quello dell’ALVI, direbbe qualcuno ? C’entra perché entrambi i flop furono causati da “prestiti bancari” che la politica gestiva a suo piacimento aprendo e chiudendo i rubinetti.

Per la caduta dell’impero ALVI da più parti si sussurra da tempo che i grossi problemi finanziari del gruppo industriale facente capo ad Angelo Villani iniziarono nel momento in cui Villani lasciò al suo destino, da presidente della Provincia di Salerno, il suo riferimento politico nazionale e da Nusco partì l’ordine di chiudere i rubinetti della banche.

Fra qualche giorno comincia il processo di appello per Villani e gli altri condannati in primo grado; ne sapremo certamente di più.

 

 

 

 

 

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