Il Presidente del Consiglio nazionale Forense,Avv. Francesco Greco:”La separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente non è più differibile, accusa e difesa siano sempre ” equidistanti dal giudice”.

da Pietro Cusati ( Giurista-Giornalista)

 

 

 

 

 

 

 

 

Il PNRR un’opportunità unica per la giustizia italiana ,all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 ,nell’aula magna della Corte di Cassazione,  la Prima Presidente della Suprema Corte di Cassazione,  Margherita Cassano,ha parlato di risultati positivi,  dati incoraggianti sul “disposition time” e la riduzione delle pendenze giudiziarie costituiscono i risultati più importanti che la magistratura italiana ha conseguito nell’anno trascorso. Si è trattato di uno “sforzo corale, animato da alta tensione ideale, grande senso di responsabilità e scrupolosa attenzione agli aspetti organizzativi”. L’impegno della magistratura, unitamente alla Polizia giudiziaria, nella prevenzione e repressione del fenomeno dei femminicidi è stato un altro dei temi toccato dalla Prima Presidente nella sua riflessione nonché  temi sensibili della giustizia come i morti sul lavoro.Sulle cosiddette “morti bianche” Cassano ha ricordato che “dai dati messi a disposizione dall’Inail risulta che le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state, nei primi undici  mesi del 2023, 968 (38 in meno rispetto alle 1006 del periodo gennaio-novembre 2022, 148 in meno rispetto al 2021, 183 in meno rispetto al 2020 e 29 in meno rispetto al 2019). I dati, pur se in lieve flessione rispetto all’anno precedente, continuano ad essere l’espressione di una grave patologia sociale cui è urgente porre rimedio mediante una forte azione preventiva incentrata sul recupero di effettività di controlli seri, efficaci, moderni, capillari. In un moderno Stato di diritto non è tollerabile che si continui a morire a causa del lavoro”. Per il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Avv. Francesco Greco: ‘’La Costituzione italiana, all’art. 24 comma 2°, pone la difesa, come “… diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento” e all’art. 111, comma 2° dispone che “Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, di fronte ad un giudice terzo e imparziale”. Principi che trovano attuazione in più norme dei codici di rito, tra cui l’art. 101 cpc, che sancisce che il giudice non può pronunciarsi se la parte non è stata regolarmente citata e non è comparsa e, in ambito processual-penalistico, gli artt. 178 e 179 cpp, che indicano come ipotesi insanabile di nullità degli atti del processo, l’omessa citazione dell’imputato o l’assenza del difensore, laddove sia obbligatoria la presenza. Il Presidente della Repubblica, in occasione della Sua seconda elezione, nel febbraio del 2022, ha rivolto al Paese, con fermezza, la richiesta di un “profondo processo riformatore della giustizia, diventata terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività”, chiedendo nel Suo intervento “… profondo rigore … ” perché il Paese recuperi la fiducia nella Giustizia, con il superamento di “logiche di appartenenza” e interessi corporativi.Il processo riformatore richiesto dal Capo dello Stato non sia stato interpretato dal legislatore nel senso dovuto, alla luce delle riforme approvate che hanno portato ad un allarmante allontanamento della giurisdizione dai principi fondanti del nostro sistema giuridico e dai cittadini .Le sezioni civili dei Tribunali italiani sono svuotate ed i cittadini hanno perso consapevolezza di come viene amministrata la giustizia.Il sacrificio dell’oralità non è privo di conseguenze; non è indifferente che il Giudice decida la causa soltanto leggendo gli atti, senza avere mai incontrato, visto od ascoltato le parti e neanche i loro difensori .L’abuso – perché di questo si tratta – del sistema della trattazione scritta del processo civile, colpisce direttamente il contraddittorio ed il diritto di difesa. Senza  dimenticare le sfide tecnologiche che il futuro e l’Intelligenza Artificiale ci presenteranno a brevissimo. La separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente non è più differibile. La impone il giusto processo. Nel processo penale oggi, ci sono due colleghi, il Giudice ed il Pubblico ministero ed un estraneo, che è l’avvocato. Riteniamo che nel processo penale l’accusa e la difesa devono essere equidistanti dal giudice terzo ed imparziale e che non possono esserci, nel rispetto dell’art. 111 Cost., due soggetti che hanno superato lo stesso concorso, che hanno la stessa carriera, che hanno lo stesso organo di autogoverno, che fanno insieme l’aggiornamento formativo, che indossano la stessa Toga, insomma, due colleghi, uno che accusa e l’altro che giudica, ed un estraneo, l’avvocato, che svolge la difesa.Inoltre è urgente intervenire sul numero dei magistrati in servizio, unico strumento per rendere la giustizia celere e Giusta.I dati dell’ultimo rapporto pubblicato dal CEPEJ, la Commissione europea per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa, vedono l’Italia agli ultimi posti delle classifiche europee.In Italia abbiamo n. 11,86 giudici professionali ogni 100.000 abitanti, a fronte della media dei 44 Paesi europei (non solo dei 27 facenti parte dell’UE) ove invece ce ne sono quasi il doppio, n. 22,2 giudici professionali ogni 100.000 abitanti.Nel nostro Paese, sempre su 100.000 abitanti, abbiamo 35,76 assistenti giudiziari a fronte dei 56,13 dei Paesi europei, così come abbiamo 3,83 Pubblici ministeri in Italia per 100.000 abitanti a fronte degli 11,10 nella media dei Paesi europei.

 

 

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