Il Presidente della Corte dei Conti della Campania, Michele Oricchio, boccia il progetto di riforma istituzionale voluto dal Governo e la proroga dello scudo erariale

da Pietro Cusati (Giurista-Giornalista)

 

Mercoledì 28 febbraio 2024 , a Napoli, nella Veranda Neoclassica del Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes, ha avuto luogo la cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2024 della Sezione Giurisdizionale della Corte dei conti per la Campania.Il Presidente della Sezione giurisdizionale,Michele Oricchio , ha svolto la relazione illustrativa, cui hanno fatto seguito le relazioni del Procuratore Regionale, Antonio Giuseppone , e del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli,Immacolata Troianiello. La cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario contabile partenopeo 2024 si è svolta secondo le indicazioni del Consiglio di Presidenza, essa viene celebrata nelle forme della pubblica udienza nell’ambito della quale svolge un ruolo centrale la relazione del  Presidente della Sezione Giurisdizionale che, nel fornire il quadro generale del funzionamento della giustizia contabile in Campania, ancorato ai dati obiettivi ed alle analisi statistiche, ha svolto   una panoramica della legislazione di settore e della giurisprudenza più significativa formatasi nelle materie della contabilità pubblica, ricostruendo i fenomeni osservati al fine di informare la Collettività, e per essa in primo luogo i suoi esponenti più rappresentativi, sullo stato della giurisdizione della Corte dei conti in Campania e, conseguentemente, delle gestioni pubbliche nella regione, come emergente dal formante giurisprudenziale territoriale. Dopo la relazione  del Presidente Michele Oricchio sono seguiti  gli interventi  del Procuratore regionale presso la Sezione giurisdizionale, in rappresentanza dell’Ufficio del Pubblico Ministero, e del Presidente dell’Ordine degli Avvocati presso il Tribunale di Napoli, in rappresentanza dell’Avvocatura tutta, che hanno  compiutamente esposto  la rispettiva visione in ordine alle questioni aperte riguardanti la giurisdizione contabile, in particolare con riferimento alle attività poste in essere nel 2023 e le prospettive di azione nell’ anno giudiziario 2024.Ha preso quindi la parola il Presidente della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti che ha fornito   una sintesi dell’attività svolta nel medesimo periodo da tale Ufficio. Sono seguiti  gli interventi del rappresentante del Consiglio di Presidenza e di quello dell’Associazione Magistrati, che non hanno voluto far mancare la propria fattiva presenza, così come hanno fatto i Vertici della Corte. “Nemmeno può essere minimamente pensabile  ha sottolineato il Presidente Michele  Oricchio nella sua relazione  che la soluzione dei problemi connessi alla corretta gestione delle risorse pubbliche e alla correzione degli squilibri territoriali possa venire da un’operazione di ingegneria istituzionale quale è quella dell’autonomia differenziata, il cui disegno di legge è stato da poco approvato dal Senato della Repubblica”. “Nella narrazione che ne fanno i sostenitori una maggiore autonomia delle regioni sarebbe in grado di migliorare la competizione e l’efficienza di tutte le amministrazioni locali e troverebbe fondamento nel cosiddetto ‘residuo fiscale’. Si tratta di un’affermazione che non può essere condivisa in quanto il sistema fiscale italiano è espressione di una geografia che non coincide con la geografia economica del nostro Paese dove, a causa delle diseguaglianze di partenza, intere zone , in patente violazione dei principi sanciti dall’art.3 della Costituzione , sarebbero condannate a restare senza risorse a meno che non si provvederà a individuare in via perequativa e aggiuntiva maggiori dotazioni finanziarie ma con quali fondi? per assicurare i medesimi livelli essenziali delle prestazioni, i cosiddetti Lep, dove per assicurare deve però intendersi finanziare e non solo individuare”.Con la nuova proroga dello ‘scudo erariale’ attraverso il decreto ‘milleproroghe’ 2024 cresce il rischio di incrementare il già pesantissimo deficit pubblico che grava sul nostro Paese.Questa  franchigia dalle responsabilità per i pubblici amministratori, introdotta dopo la pandemia con il chiaro intento di limitare la cosiddetta “paura della firma”, ha prodotto e produrrà “gravi ripercussioni sul funzionamento della pubblica amministrazione che peseranno anche sulle future generazioni”.Lo scudo erariale, limitando l’ipotesi della responsabilità per colpa grave dei dipendenti pubblici, finisce per congelare l’azione della Corte dei conti che può contestare solo per fatti dannosi commessi con dolo o conseguenti a inerzia, anche gravemente colposa.   Da quattro anni i controlli giudiziali sul buon uso del danaro pubblico, in sostanza, sono stati fortemente compromessi essendo normativamente esclusa la responsabilità per condotte attive connotate da colpa grave. “La narrazione che si fa  è che la limitazione serve per eliminare la ‘paura della firma’ ma non sembra che il nuovo edulcorato regime delle responsabilità abbia provocato un evidente miglioramento dell’efficienza dell’amministrazione”.

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