Deontologia e responsabilità professionali in discussione

 

da Antonio Cortese (giornalista)

 

Procedendo per gradi,  il valore delle professionalità é dibattuto in questi giorni specie in giurisprudenza. In seno al parlamento si sta spingendo un provvedimento garante e di controllo per l’operato della magistratura mediante una periodica verifica di capacità attitudinale. A parte però che dal 2000 esistono già leggi che prevedono la rianalisi della prestazione del dipendente statale, semplicemente applicando un esame interno su efficacia ed efficienza del lavoro svolto, come per una circolare di comunicazione aziendale o ancora come per le politiche di customer satisfaction e cioè tutte linee che potremmo riassumere come ” comportamentali” previste ai sensi del d.lgs. 150/2009 e dell’articolo 3, comma 1, del dPR n. 105 del 2016.

 

Sottoporre la classe togata a test psicoattitudinali invece sembra un minimo esagerato a meno che non si prendano in considerazione altri fattori come il grado di onestà e pertinenza dell’iniziativa inquisitoria.

 

Poiché infatti il dibattito nasce da una radice politica solita fare il processo alle intenzioni, proporre esami di illibatezza psicologica a professionisti che comunque nella scala sociale rivestono maggior meriti, vuol dire avallare una mentalità accusatrice a priori nella ricerca di colpevolismi, in un sistema che di tal guisa invece di essere sanato verrebbe a complicarsi e stressarsi maggiormente. (il giustizialismo é bello quando dura poco e le streghe stanno bene ad halloween e all’epifania, altrimenti si degenera provocando mostri come lo spazza-corrotti invece di spazzare i corruttori; e volendo dirla tutta, l’inquisizione solitamente insegue le megère e non le megère gli inquisitori.)

 

Anche in ambito ospedaliero o in quello della sicurezza, come avviene  in molte facoltà universitarie nei collegi dei docenti, verificare l’attitudine al lavoro non solamente per un continuum di determinate metodologie ma anche per ottenere eventuali investimenti in dati corsi o progetti, sembra sempre più impellente.

 

La letteratura della comunicazione pubblica a partire dal nuovo millennio avrebbe già quasi tutte le risposte a sigillo della legittimità da affrancare a seconda dei casi in questione, senza ansie e lotte intestine di cui già si occupano le nuove ed ampliate competenze farmaceutiche per il consumo al dettaglio tra prodotti e servizi.

 

 

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