La tutela ambientale per le materie bioplastiche in Italia e una normativa poco chiara per gli apparecchi acustici.

da Pietro Cusati ( Giurista-Giornalista)

La tutela di un processo competitivo aperto nel settore delle bioplastiche serve a raggiungere gli obiettivi di tutela ambientale perseguiti dal legislatore europeo e nazionale, poiché potrebbe far emergere bioplastiche alternative e più efficienti rispetto al Mater-Bi e favorire anche, da un punto di vista dinamico, lo sviluppo di prodotti eco-compatibili più economici o di miglior qualità. L’Antitrust ,Garante della Concorrenza e del Mercato, ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti della società Novamont S.p.A., per accertare un presunto abuso di posizione dominante, attuato dal 2017, nei mercati delle materie prime per la realizzazione di sacchetti di plastica leggeri  e ultraleggeri , compatibili con la normativa italiana. La società Novamont  S.P.A.  produce materie bioplastiche  adatte alla manifattura di sacchetti di plastica  per frutta e verdura  secondo i requisiti normativi vigenti in Italia, funzionali a contrastarne l’impatto ambientale ,sacchetti biodegradabili e compostabili. La società ha stipulato accordi di esclusiva da un lato con i produttori di sacchetti di (bio)plastica, ovvero i trasformatori che acquistano materia prima e la trasformano in sacchetti, dall’altro con la grande distribuzione organizzata e con gli altri esercenti che acquistano e utilizzano questi sacchetti. Tali accordi di esclusiva potrebbero limitare l’utilizzo di materie alternative a Mater-Bi per la realizzazione di sacchetti di plastica leggeri e ultraleggeri , con effetti anticoncorrenziali sia nei confronti dei produttori di bioplastiche concorrenti della società  Novamont, sia dei produttori di sacchetti di plastica che utilizzano materie prime diverse da Mater-Bi. Inoltre l’anno scorso l’Antitrust avviò un’indagine conoscitiva volta ad approfondire i mercati degli apparecchi acustici in Italia perché costituiscono una significativa voce di spesa sia per i singoli consumatori che per il Sistema Sanitario Nazionale. L’Antitrust   ha svolto una serie di attività di ricerca d’informazioni, a partire da una call for input pubblicata contestualmente al provvedimento di avvio. La novità della tematica ha richiesto la conduzione di apposite ricerche e approfondimenti sia nella letteratura di riferimento che in atti di tipo tecnico-regolatorio. Gli apparecchi acustici sono dispositivi che, amplificando e trasmettendo il suono all’orecchio al fine di migliorare la funzione uditiva, mirano a risolvere o perlomeno mitigare manifestazioni di sordità o ipoacusia, è a dire problemi di perdita d’udito che si distinguono tra loro per il grado di gravità . L’Antitrust ha concluso l’indagine conoscitiva, avviata a settembre 2023, dedicata agli apparecchi acustici. Sono almeno 7 milioni gli italiani che soffrono di problemi di udito e di questi circa 2,5 milioni già utilizzano apparecchi acustici. L’indagine ha rilevato una scarsa trasparenza delle condizioni commerciali praticate al pubblico, i consumatori hanno difficoltà nell’ottenere informazioni chiare sia di tipo tecnico sia sul prezzo dell’apparecchio e dei servizi connessi, di solito venduti abbinati e senza alcuna distinzione. L’Antitrust ha segnalato al Parlamento, al ministero della Salute, al ministero dell’Economia, Agenas, Regioni e Province Autonome l’opportunità di garantire, anche attraverso interventi di tipo normativo-regolatorio, una chiara e distinta indicazione al pubblico del prezzo del dispositivo rispetto a quello dei relativi servizi offerti all’utilizzatore. Al di là di patologie congenite, che possono manifestarsi già alla nascita, la perdita d’udito costituisce un problema diffuso e crescente sia a causa dell’evoluzione degli stili di vita, con un’esposizione sempre più continuata e ravvicinata a fonti sonore sin dalla giovane età, sia per l’incremento della popolazione anziana, a cui si stima corrisponderà un aumento dell’ipoacusia legata all’età . Secondo l’OMS, la perdita dell’udito colpisce attualmente più di 1,5 miliardi di persone, ovvero il 20% della popolazione mondiale.

 

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