Il Prof. Vittorio Bachelet, l’uomo del dialogo , vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura , ucciso dalle Brigate rosse nel 1980,’’ sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta’’.

da Pietro Cusati (Giurista-Giornalista)

Vittorio Bachelet ,uomo di fede,uno dei migliori studiosi del rapporto tra azione pubblica e dinamica economica e sociale, era nato a Roma il 20 febbraio 1926,  madre insegnante, il padre ufficiale del Genio, ultimo di nove fratelli,dopo il liceo si iscrive alla Facoltà di giurisprudenza della capitale ,entra nella Fuci, l’associazione degli universitari  e diventa condirettore del periodico dell’associazione, “Ricerca”. Si laurea nel 1947 con una tesi su “I rapporti fra lo Stato e le organizzazioni sindacali”. Sulla rivista   “Cronache sociali”, pubblica  articoli  sulla  cronaca politico-economica e riflessione giuridica, su “Impostazione dei rapporti tra azione sindacale politica”,  “Governo, sindacati e associazioni padronali nei comitati di produzione”, “La situazione universitaria in Italia”, “Un’inchiesta tra gli studenti italiani delle scuole medie: gli aspetti psicologici e pratici della situazione”. La carriera universitaria di Bachelet lo porta a insegnare diritto amministrativo a Pavia, Trieste e  alla Sapienza di Roma. Nel 1980 ,anno di piombo,vennero assassinati  i magistrati Nicola Giacumbi , Girolamo Minervini,   Guido Galli, Mario Amato, Gaetano Costa. In quell’anno, il 2 agosto,  c’è anche la strage alla stazione di Bologna. Bachelet nel suo discorso di insediamento al CSM  parlò di  “larga partecipazione di tutti alla gestione del Consiglio”. Grazie alla sua paziente disponibilità all’ascolto, al dialogo e alla mediazione.Con quel  clima che viveva l’Italia arrivò  la preghiera di Giovanni Bachelet ai funerali del padre.’’ Preghiamo per il nostro presidente Sandro Pertini, per Francesco Cossiga, per i nostri governanti, per tutti i giudici, per tutti i poliziotti, i carabinieri, gli agenti di custodia, per quanti oggi, nelle diverse responsabilità della società, nel parlamento, nelle strade, continuano in prima fila la battaglia per la democrazia con coraggio e amore. Vogliamo pregare anche per quelli che hanno colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri’’. Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, disse:’’Questo di oggi è il più grave delitto che sia stato consumato in Italia, perché il delitto Moro aveva un carattere politico, mentre quello di oggi è diretto contro le istituzioni, perché si è voluto colpire il vertice della Magistratura, il vertice del pilastro fondamentale della democrazia”. Nell’aula del plenum, nella sala che  porta il suo nome, fu allestita la camera ardente.  ‘’I nostri cittadini chiedono una giustizia trasparente ed efficiente”. Sergio Mattarella al Consiglio Superiore della Magistratura in un giorno importante, quello dell’intitolazione della sede dell’organo di autogoverno delle toghe alla memoria di Vittorio Bachelet, il giurista  ucciso dalle Brigate Rosse. Bachelet aveva 54 anni, fu ucciso il 12 febbraio 1980. Era vicepresidente del Csm dal dicembre 1976, poco meno di 38 mesi.Il presidente della Repubblica Mattarella esordisce con una premessa : “Bachelet esprimeva la convinzione che il rafforzamento delle istituzioni democratiche si realizzasse non attraverso lo scontro, ma con scelte – per quanto possibile condivise – di piena e coerente attuazione dei principi della nostra Costituzione”,”la composizione delle diversità – è ben chiaro a tutti – non si realizza ricorrendo a logiche di scambio, che assicurano l’interesse di singoli o di gruppi. Un metodo del genere  rappresenterebbe la negazione del pluralismo democratico, che ispira le nostre istituzioni repubblicane”. “I componenti del Csm si distinguono soltanto per la loro ‘provenienza’. Hanno le medesime responsabilità nella gestione della complessa attività consiliare e sono chiamati a svolgere il loro mandato senza doversi preoccupare di ricercare consenso per sé o per altri soggetti”.”Laici e togati interpretano – con doverosa piena indipendenza da ogni vincolo – un ruolo fondamentale nel funzionamento del nostro sistema, sempre seguendo, quindi, il dettato costituzionale”.Mai ribadisce  Mattarella, ricorrere “a logiche di scambio, che assicurano l’interesse di singoli o di gruppi”. ‘’Desidero sottolineare il valore di questa cerimonia, con cui viene intitolata a Vittorio Bachelet la sede del Consiglio Superiore della Magistratura.

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