25 aprile: la celebrazione di Sassano

 

Aldo Bianchini

SASSANO – E’ stata, quella di Sassano in provincia di Salerno, una celebrazione della “Giornata della Liberazione” molto sentita, sobria e assolutamente incentrata sulle problematiche che da circa 80anni ci trasciniamo come un fardello ideologico e strumentale sulle nostre spalle; purtroppo buona parte degli italiani ritengono quella celebrazione patrimonio esclusivo della sinistra ed in particolar medo comunista. Quasi come se quei quattro sparuti di comunisti radicalizzati fossero stati, da soli, gli artefici di quel momento storico e, forse, irripetibile per le future generazioni.

La cerimonia di Sassano si è svolta in Piazza Umberto 1°, nel cuore del centro storico, ed è stata organizzata dall’Amministrazione Comunale con il supporto della Pro Loco (presieduta dal dr. Antonello Aumenta, presente in piazza); in piazza ovviamente il sindaco dr. Domenico Rubino e tutta la sua giunta con il presidente del Consiglio Comunale Antonio Capuano.

Una cerimonia sobria, dicevo, ma molto intensa sul piano emotivo e commemorativo proprio davanti al monumento che ricorda i caduti delle due grandi guerre.

Ha aperto la cerimonia il parroco della chiesa madre di Sassano don Otello Russo che da par suo e con grande padronanza di linguaggio ha ricordato a tutti i presenti il momento di grave rischio per tutte le democrazie del mondo e, parafrasando al meglio le note parole di Papa Francesco, ha esortato tutti a vivere secondo i concetti fondanti della Chiesa Cattolica: servire Dio senza servire il denaro; perché soltanto così può rinascere la speranza della pace duratura tra i popoli.

Il sindaco di Sassano, dr. Domenico Rubino, ha calibrato il suo intervento più sugli aspetti politici della celebrazione che su quelli ideologici e di parte; con serenità ha poi rimarcato la difficile situazione attuale del nostro Paese ma anche del resto del Mondo invitando tutti ad una disponibilità quotidiana verso gli altri e verso i più bisognosi. “Io lo faccio ogni giorno, da sempre, e metto al servizio dei meno abbienti la mia professionalità e il mio potere politico” ha detto, tra le altre cose, il sindaco Rubino che ha anche ricordato l’impegno della sua intera amministrazione per la risoluzione dei problemi dei giovani e della loro fuga verso altri Paesi ed ha dichiarato il suo impegno verso la presentazione di nuovi progetti lavorativi in grado di trattenere le tante braccia e i tanti cervelli che emigrano.

Molto forte, ma fuori dagli schemi idealistici, l’intervento del presidente del Consiglio Comunale Antonio Capuano che, con una capacità dialettica fuori dal comune, ha ben evidenziato il concetto di libertà che le attuali generazioni non conoscono per il semplice fatto che sono nate e cresciute nell’alba di un nuovo mondo, quando cioè tutto si era compiuto e migliaia di italiani si erano immolati per consentire a tutti noi di vivere in un Paese democratico, civile e occidentale. “La festa della liberazione -ha detto Capuano- non ha matrice politica perché è patrimonio di tutti e di tutte le colorazioni”.

Poi è stato il momento decisamente religioso con la benedizione da parte di don Otello a tutti presenti ed anche alla bandiera italiana.

Infine sulle note della canzone del Piave per la leggenda del 24 maggio (note che mi ricordano sempre i miei due nonni che hanno combattuto, spalla a spalla, l’ultima battaglia del Grappa; uno morì e l’altro rimase invalido per tutta la vita) e con l’inno di Mameli la cerim0onia si è conclusa tra gli applausi sentiti di tutti i presenti.

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