Aldo Bianchini
SALERNO – Sicuramente la Chiesa non lo riconoscerà mai, ma anche nella Chiesa Cattolica Romana ci sono i congiurati; e che congiurati !!
Questo il concetto per linee generali; in particolare posso riferirmi soltanto alla realtà che conosco e che è stata cristallizzata come “storia della curia salernitana”, soprattutto in quel pezzo temporale che va dal 1992 al 2010, con toni accentuati tra il 2000 e il 2008 in quelli che saranno ricordati come gli anni “post seminario”. Alludo al Seminario di Pontecagnano intitolato a Papa Giovanni Polo 2° ed inaugurato alla sua presenza il 4 set. 1999.
Quello che sembrava essere il punto di maggior successo dell’episcopato di Mons. Gerardo Pierro va, invece, ricordato, come il momento dell’inizio della caduta nel precipizio delle polemiche, delle invidie, delle accuse, delle denunce e dei blitz della magistratura (su sollecitazione di qualche congiurato all’interno della Curia ?).
Nel 1999 il potere di Mons. Pierro (arcivescovo dal 1992) sembrava intoccabile, ancor più se si pensa che a blindare quel potere c’era il sacerdote don Comincio Lanzara, segretario particolare di ben quattro vescovi (compreso Pierro), che da novello Richelieu (Armand-Jean du Plessis duca di Richelieu , noto soprattutto come cardinale Richelieu <Parigi, 9 settembre 1585 – Parigi, 4 dicembre 1642> è stato un cardinale, politico e vescovo cattolico francese. Fu nominato primo ministro dal re Luigi XIII di Francia) ha avuto la possibilità di acquisire tutti i segreti della Curia e di gestirli con grande capacità manageriale almeno fino all’avvento dell’arcivescovo Mons. Luigi Moretti che lentamente riuscì, sbagliando, ad isolarlo ed a metterlo nelle condizioni di non nuocere, come sostenevano i tanti congiurati che si assiepavano all’ingresso dell’appartamento privato del vescovo. Congiurati che non seppero, però, gestire la rivolta dei portatori di San Matteo facendo precipitare Mons. Moretti nell’oblio dei fedeli. Don Comincio avrebbe gestito in ben altro modo quella triste vicenda e Mons. Moretti non sarebbe caduto nella trappola che sorprese anche gli stessi congiurati.
Eppure, devo riconoscere, la Chiesa con Mons. Moretti non aveva fatto altro che tentare di riapprioparsi di ciò che era di sua legittima pertinenza.
Naturalmente i due capi della Chiesa, don Gerardo e don Comincio, commisero anch’essi clamorosi e stupidi errori come quello di individuare come “unici congiurati” due giovani sacerdoti che lavoravano all’interno della Curia come responsabili della segreteria vescovile: don Daniele Peron e don Alfonso D’Alessio.
Una mattina di punto in bianco i due sacerdoti trovarono la porta dell’ufficio sbarrata e con le chiavi cambiate su ordine di don Comincio; gravissimo errore, quei due giovani sacerdoti non erano congiurati ma soltanto due persone in grado di ragionare e di vedere l’imminente pericolo all’orizzonte. Non furono ascoltati, anzi furono trasferiti il primo al Bivio di Santa Cecilia e il secondo a Coperchia, e così i veri congiurati arrivarono alle porte del tempio.
Quello, a mio avviso, è stato l’errore più grande del duo Pierro/Lanzara che ha poi determinato la loro inarrestabile caduta e l’ascesa dei veri congiurati che erano davvero tantissimi.
I nemici di Pierro erano ben altri come la cronaca da ultimo ha dimostrato