L’ALBERO di NATALE (23): Aliberti … “mal che vada gioco a nascondino” … per sputtanare Romoletto

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Non conosco direttamente la dimensione caratteriale, con spiccate note di pazienza e riflessione, del dr. Angelo Pasqualino Aliberti (detto Pasquale, medico specialista in medicina sportiva e attuale sindaco di Scafati) ma sinceramente credo che detta dimensione sia davvero così grande da sopportare tutto; anche l’accusa di “patto politico mafioso elettorale” con la camorra e soprattutto l’aggressione subita dal tritacarne della stampa locale (con giornalisti scesi addirittura in campo personalmente per denunciare pressioni, abusi, ricatti e tentativi di aggressione in loro danno) che per, forse anni, travolse l’uomo e il politico Aliberti contro tutte le logiche della presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato.

E in questi ultimi giorni sono state rese pubbliche le motivazioni con cui il Tribunale di 1° grado ha mandato assolto Pasquale Aliberti con la tragica motivazione che “il fatto non sussiste” dopo che la presunta giustizia era arrivata addirittura a mettere le manette ai polsi del sindaco-coraggio; tragica perché arriva sempre tardi a rendere giustizia.

Ho letto i report giornalistici di questi ultimi giorni e mi è venuto da ridere (per non dire altro !!) di fronte alla fasulla arroganza della stampa che, asservita ai voleri dei PM, non trova mai il coraggio di ammettere di avere sbagliato e, quindi, di chiedere almeno scusa per la violenza nell’accanimento di colpevolezza evidenziato contro l’uomo e il politico allora in grandi difficoltà.

Capisco, ma non condivido, lo spirito di un paio di giornali, asserviti ai voleri degli sponsor’s di turno coinvolti nello stesso processo e assolti grazie ai pentiti non credibili e “sfruttati” alla bisogna, ma sugli altri è preferibile stendere, come stendo, un velo veramente pietoso.

E penso anche alla penosa recita del pentito “Romoletto”, tirato per la giacchetta da magistrati e avvocati, che svolse un ruolo significativo per far finire in carcere Aliberti, per poi essere sputtanato dai giudici di 1° che ha sentenziato che non ci sono mai state prove conclamate per formulare l’accusa di “patto politico mafioso elettorale”. Non me ne voglia nessuno se affermo che questa è la dimostrazione più plastica di come i pentiti vengono gestiti per interessi specifici nel condannare o assolvere e non per raggiungere la verità (come ho già scritto tante volte).

E le motivazioni della sentenza di assoluzione sono state rese pubbliche proprio nelle stesse ore in cui il sindaco di Scafati si accingeva a presentare il suo secondo lavoro letterario dall’emblematico titolo “Mal che vada, gioco a nascondino. I sopravvissuti” che è necessario leggere, anzi studiare, in ogni su sfaccettatura.

Martedì sera, 13 maggio 2025, la presentazione del libro ha segnato uno spartiacque doveroso e necessario per riabilitare in pieno la figura e l’azione di Aliberti non solo con la presenza dei suoi avvocati (capeggiati dall’ottimo avv. Silverio Sica) ma anche attraverso alcuni video sapientemente illustrati e commentati dall’esperto giornalista Rai Pino Strabioli.

 

 

Una marea di gente ha tributato con tutti gli onori il giusto successo ad un Pasquale Aliberti preso dall’emozione e dl pathos. La presenza del regista Nando Sessa probabilmente darà la stura ad un film sulla vicenda giudiziaria che, attenzione, non è ancora conclusa con sentenza passata in giudicato anche se un passo importante è già stato fatto.

Non ho ancora avuto modo di leggere il libro, so già che sarà una sorta di capolavoro come lo fu il precedente “Passione e Tradimenti … quando la politica ti scorre nelle vene” pubblicato dieci mesi prima (novembre 2014) dell’inizio dell’azione giudiziaria; un libro che raccontava tutto ciò che poi sarebbe accaduto.

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