L’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, a seguito di un procedimento partito dalla Commissione europea . per “eccedenze sistematiche e persistenti” che hanno portato alla violazione costante dei “valori limite fissati” per le polveri sottili, derivante da auto, attività industriali e inceneritori e “non ha adottato in tempo le misure necessarie.” Il nostro Paese è stato bacchettato per la qualità dell’aria, i valori di PM10 sono stati sistematicamente sopra i limiti previsti dalla normativa europea. L’Italia ha violato “in maniera sistematica e continuativa” i valori massimi di concentrazione di PM 10 nell’atmosfera, in diverse zone Italiane e non ha manifestamente adottato in tempo utile misure appropriate che consentano di garantire che il periodo di superamento dei valori limite fissati per il PM10 fosse il più breve possibile nelle zone e negli agglomerati interessati. Inoltre ci sono altre due procedure d’infrazione in tema di qualità dell’aria,una riguarda il superamento dei valori degli ossidi di azoto, l’altra, fa riferimento alle emissioni di particolato PM 2,5. Nella sua decisione la Corte Ue non ha dato rilevanza alla circostanza, invocata dall’Italia, sull’estensione limitata delle aree di superamento dei limiti, concentrate nella Pianura Padana, e non estese a tutto il territorio nazionale. Il superamento dei valori limite fissati per il PM10, anche nell’ambito di una sola zona, è sufficiente perché si possa dichiarare un inadempimento della direttiva sulla qualità dell’aria. L’Italia ha superato, in maniera sistematica e continuata, nelle zone interessate, i valori limite giornaliero e annuale applicabili alle concentrazioni di particelle PM10, ai sensi della direttiva «qualità dell’aria». Il fatto di superare i valori limite fissati per le particelle PM10 è sufficiente, di per sé, per poter accertare un inadempimento alle disposizioni della direttiva «qualità dell’aria».