Aldo Bianchini
SALERNO – Sarà pur vero ma io non ci credo. Eppure certa stampa, molto di parte forse perché non adeguatamente sponsorizzata, sta trasformando in pochi un semplice guascone in un diabolico malfattore in grado di utilizzare una macchinetta contasoldi per pesare, giorno dopo giorno, le mazzette messe in tasca.
Parlo del sindaco di Santa Marina che con la sua Policastro Bussentino furoreggia nelle lunghe estati sapresi; Giovanni Fortunato è dalla mattina del 22 maggio 2025 agli arresti domiciliari con l’accusa di ver praticamente “concordato” con la Forever Dreamers una mazzetta complessiva di 200mila euro; cento per lui già presumibilmente incassate ed altre cento per l’altro indagato, il progettista Galardo -fonte Il Mattino del 25.05.25-.
Per darvi un quadro più completo mi soffermo ancora sul quotidiano Il Mattino che nell’edizione del 25 maggio scorso, a firma della giornalista Antonietta Nicodemo “direttrice di 105Tv, nella cui redazione lavorava fino a qualche tempo fa la moglie del sindaco sfortunato dott.ssa Biagina Grippo” che utilizzando l’anonimato ha sfoderato due importanti notizie, alias due confessioni segrete, sulla vicenda giudiziaria che h a investito il sindaco:
- IL SACERDOTE: Il modo distorto di esercizio del potere incute nella popolazione un generale senso di omertà e un costante timore di ripercussioni. La popolazione è impaurita dall’atteggiamento del sindaco;
- UN’IMPRENDITRICE: Non ho denunciato alcune situazioni per timore di ripercussioni da parte del sindaco. Temevo la chiusura della mia attività come è accaduto a due titolati di altrettanti ristoranti, a seguito di provvedimenti del Comune.
Due personaggi, il sacerdote e l’imprenditrice, decisamente non dotati di coraggio, decisamente vili e quindi non credibili; come fan tutti davanti ai bar, scagliano la pietra ma nascondono le mani. Soprattutto il sacerdote anonimo fa specie per la sua, se vera, irreale dichiarazione che sa tanto di frustazione personale, non idonea per un uomo di Dio.
La cronaca giudiziaria è materia abbastanza difficile; da tempo, sempre con umiltà, ho capito un fatto fondamentale e cioè che le inchieste giudiziarie a sfondo politico nella quasi totalità finiscono in una bolla di sapone; e questa di Santa Marina è sicuramente a sfondo politico dietro la quale si celano complotti indescrivibili e poco comprensibili per noi umili mortali.
Ho inserito la “vicenda Fortunato” nella maxi inchiesta giornalistica che sto conducendo da tempo sotto la denominazione “L’Albero di Natale” sicuro, come non mai, che questa di Santa Marina potrà occupare un posto importante su quella ideale piramide apicale che, anche se lentamente, già si sta sfaldando sotto i colpi di agguerrite strategie difensive. Capisco che questa volta è scesa in campo la Procura della Repubblica di Lagonegro, molto meno inesperta ma più disincantata di quella di Salerno, ma il risultato sarà identico: un flop clamoroso.
Seguo da oltre quarant’anni le vicende giudiziarie della provincia di Salerno e mai mi era capitato di imbattermi in una tangente complessiva di 200mila euro; considerando che in genere le tangenti si assestano tra il 3 e il 5% bisogna prendere atto che un qualsiasi imprenditore prima di scucire una simile tangente avrà ottenuto lavori per complessivi “quattro miliardi di denaro pubblico”, sufficienti per ricostruire l’intera fascia costiera da Salerno a Sapri. Poco credibile, quindi, l’elargizione di una simile tangente addirittura prima ancora dell’affidamento del benchè minimo lavoro.
Questo tra le tante eccezioni che potrei muovere verso l’inchiesta e, soprattutto, nei confronti di chi oggi spara a zero sullo sfortunato Fortunato; sfortunato perché oggi, dopo alcuni anni di gestione del potere si ritrova in perfetta solitudine a dover combattere anche contro il cosiddetto “fuoco amico” a causa e per causa del suo difficile carattere gonfio più di boria che di minacciose ritorsioni.
E’ opportuno, comunque, attendere i successivi eventi invitando tutti ad un maggiore controllo nell’attesa che la colpevolezza, semmai ci sarà, venga storicizzata da una sentenza passata in giudicato.