RIFIUTI TUNISINI: caso Andreola, per Michelangelo Russo era solo un atto dovuto

 

Aldo Bianchini

Dr. Michelangelo Russo, già procuratore capo a Lagonegro e PM della tangentopoli salernitana

SALERNO – Come ho già scritto tante volte in passato anche oggi mi tocca aprire questo articolo con un’affermazione forte: il dr. Michelangelo Russo (già pm di tangentopoli e procuratore aggiunto nonché presidente di sezione di Corte di Appello di Salerno, e procuratore capo a Lagonegro, ed infine consigliere particolare dell’allora ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, incarico continuato con la ministra Stefania Prestigiacomo – IV Governo Berlusconi) è stato forse in assoluto il miglior pubblico ministero e investigatore che la Procura di Salerno abbia mai avuto. In lui c’era un istinto innato nel percepire “l’odore o la puzza del reato” e su quella traccia si lanciava con tutte le sue forze. Spesso gli è capitato di doversi arrendere di fronte all’evidenza del fatto che, a causa dell’insipienza dei suoi più stretti collaboratori suddivisi in egual misura tra CTU e forze di Polizia, era molto difficile trasformare in prova dibattimentale i castelli accusatori. Dotato di una personalità di primo piano il pm Russo riusciva a tenere in pugno, e forse anche a condizionare, chiunque collaborasse con lui perché aveva una mostruosa preparazione giuridica e tecnica che fatalmente si ripercuoteva sull’andamento di ogni tipo di indagine preliminare.

Ma questo pensiero su di Lui non ha mai condizionato, però, la mia azione giornalistica che è rimasta sempre al di fuori degli schemi seguiti da tutti quelli che gli stavano vicino; ma devo riconoscere che è stato, inoltre, il vero ed unico ispiratore giudiziario della tangentopoli salernitana anche se in quella tregenda non sono mai stato destinatario della benchè minima notizia da poter pubblicare, come accadeva almeno ad un altro collega che scriveva su Il Mattino.

prof. Alberto Cuomo, architetto

Nel novembre del 2022 è stato, Egli, protagonista di una violenta discussione (continuata anche in questi giorni) con l’arch. Alberto Cuomo (progettista di molti lavori pubblici dell’epoca di tangentopoli, già presidente dell’Ordine degli Architetti di Salerno e valente docente presso l’Università di Napoli, oggi opinionista di “leCronache.it”)) che venne letteralmente aggredito (dal PM trasformatosi anch’egli nel frattempo in editorialista di “leCroncahe.it”) sulla questione dell’esecutività dei progetti delle grandi opere dell’era socialista non mancando, sempre l’ex PM, di accreditare a Cuomo una sorta di mal celato rancore per l’indagine svolta a suo carico in quegli anni. Per l’ex PM Cuomo aveva sbagliato nell’accusare, sempre sul giornale di Tommaso D’Angelo, l’architetto Vincenzo Andreola (travolto dall’inchiesta sui rifiuti spediti in Tunisia) reo di aver giudicato non esecutivi i mega progetti di cui sopra. Insomma a fine 2022 (così come ora) sembrava essere stato lanciato un vero guanto di sfida; ed io mi proposi come arbitro attraverso le pagine di leCronache.it; ma il guanto non fu raccolto da Cuomo (che anche oggi prima lancia la pietra e subito nasconde la mano) e la cosa scemò. E conseguentemente è rimasto anche in sospeso il sano confronto tra i due per capire se davvero quei progetti erano inesecutivi (come affermava Russo in quell’articolo molto fumoso e solo di parte).

Questo lungo preambolo, sempre necessario, in quanto quando si scrive la storia è doveroso ricordare i fatti e non le personali convinzioni e/o supposizioni; e la storia, gentile ex Procuratore Michelangelo Russo, è cosa molto diversa dalle convinzioni personali ed anche agli antipodi delle inchieste giudiziarie e delle stesse sentenze. Per questo ho avuto spesso visioni delle vicende in netto contrasto con l’allora PM che non mancava mai di contestare i miei speciali televisivi (unici e mai più prodotti da altri) sulla tangentopoli salernitana.

Dr. Vincenzo Montemurro - PM presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Potenza

Perché ho ripreso oggi questi discorsi ? Li ho ripresi perché il 29 febbraio scorso la Procura di Potenza (per bocca del procuratore Capo Francesco Curcio e del pm Vincenzo Montemurro – già noto a Salerno) ha ottenuto dal GIP Lucio Setola ben 11 provvedimenti restrittivi della propria libertà per altrettante persone implicate nell’affare dei rifiuti tunisini; e tra questi c’è anche l’arch. Vincenzo Andreola (trent’anni fa CTU di Russo) che in quel famoso articolo del novembre 2022 Michelangelo Russo aveva difeso a spada tratta scrivendo testualmente: “Quanto ad Andreola, rispetto ovviamente il lavoro della Procura di Potenza sulla vicenda, ma ho come l’impressione che la sua iscrizione sul registro degli indagati risponda solo alla nota formula degli “atti dovuti” in attesa di chiarimento”.

Ora, nel pieno rispetto dello stato di diritto di tutti gli indagati del mondo e con la convinzione che gli stessi sono innocenti fino a sentenza definitiva, chiedo al dr. Michelangelo Russo un nuovo chiarimento in materia. Poi continuerò il discorso.

 

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