Aldo Bianchini
SALERNO – “Les jeux sont fait, rien ne va plus”, una tipica espressione francese che ogni buon croupier pronuncia decine di volte al giorno quando governa il tavolo della roulette nei casinò; e sono parole che, forse, esaltano ancor di più del gioco stesso finanche i giocatori più incalliti.
La stessa frase può facilmente essere accostata alla vicenda delle recentissime nomine per i direttori delle ASL e delle Aziende Sanitarie della Regione Campania; come il croupier anche Vincenzo De Luca è andato giù duro superando affetti, professionalità e affidabilità senza guardare in faccia a nessuno; o meglio guardando solo a qualcuno.
Preciso subito che le nomine del governatore sono perfettamente legittime anche se, a mio avviso, si reggono sul filo del rasoio dell’etica politica nei confronti di chi, probabilmente, dovrà subentrargli alla guida della giunta regionale dal prossimo mese di novembre, ammesso e non concesso che De Luca sia già fuori da ogni gioco politico.
Almeno per il momento il personaggio, che era quello molto vicino al governatore, brutalmente colpito dal croupier è il dr. Vincenzo D’Amato (detto Enzo) che pur essendosi elegantemente dimesso in anticipo è giusto e doveroso ricordare che in questi ultimi tempi è stato sommerso da un “fuoco amico” assolutamente vergognoso, ingiustificato e ingiustificabile, che ha rasentato la parossistica situazione della favola de “la volpe e l’uva” del grande Esopo. E se nella favola la volpe si arrende dopo aver avuto coscienza di non poter raggiungere l’uva, nella vicenda di D’Amato la volpe, anzi le volpi, dopo aver constatato di non poter agguantare l’uva (vincite di concorsi ?) si scaglia a testa bassa contro colui il quale, incolpevolmente, ha gestito i concorsi nella maniera migliore portando a Salerno, nel Ruggi, le migliori professionalità della Campania e non solo.
Sicuramente altre professionalità sono andate via e molte di esse non hanno starnazzato sparando pallettoni contro il direttore generale.
Per far capire meglio l’atmosfera che è stata vissuta in questi ultimi tempi dall’ottimo manager D’Amato è giusto riportare alcune frasi del suo sfogo personale di qualche giorno fa che il giornalista de Il Mattino (ediz. 25.06.25) ha così riportato: “… È giusto che il mio lavoro al Ruggi termini adesso, con quest’ultimo atto ufficiale. Vincenzo D’Amato …. lo annuncia a margine della sottoscrizione del protocollo <Sicurezza nei presidi sanitari> in Prefettura, mentre scende le scale di Palazzo di Governo, visibilmente amareggiato, anche per gli ultimi polveroni mediatici …. Il suo mandato sarebbe terminato a fine luglio del prossimo anno, ma a inizio aprile la Regione ha approvato l’avviso pubblico per il conferimento dell’incarico di direttore generale, che dovrebbe arrivare a stretto giro … Questi attacchi mi provocano sconcerto e rabbia – tuona D’Amato – sono qui per rivendicare l’onorabilità mia e di tutti gli operatori. Tutto nasce dalle dichiarazioni di alcuni dipendenti o ex dipendenti”; il resto, e che resto, potrete leggerlo, volendo, sfogliando la pag. 23 de Il Mattino del 25 giugno 2025 e il cui titolo è riportato nella foto del giornale.
Ma allora, al di là delle dimissioni, Enzo D’Amato deve considerarsi già fuori ed attendere il 4 agosto per la consegna delle chiavi del Ruggi al suo successore indicato nella persona di Ciro Verdoliva (da Castellammare di Stabia) ? No, potrebbe esserci un’ultima possibilità e, quindi, il rinvio fino all’anno prossimo. Difatti la nomina di Verdoliva dovrà essere ratificata dal nuovo Rettore dell’Università (Virgilio D’Antonio !!) competente perché il Ruggi è un’azienda sanitaria universitaria. E con i tempi che corrono tutto è ancora da vedere.
CONSIDERAZIONI FINALI – Per quanto mi riguarda il dr. Vincenzo D’Amato (detto Enzo) è stato senza alcun dubbio uno dei migliori manager della sanità pubblica che l’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona abbia mai schierato alla guida dell’ospedale più grosso e importante della provincia di Salerno e tra i più imponenti dell’Italia Meridionale. E questo merito va ascritto, anche se in parte, al governatore Vincenzo De Luca che lo ha scelto e che lo ha sostenuto a lungo prima di abbandonarlo, forse, al suo destino sotto la pressione dell’ormai imminente kaimano della politica locale e regionale. Insomma, per chiudere, il d.g. Vincenzo D’Amato è stato per l’azienda sanitaria in generale un po’ come il prof. Giuseppe Di Benedetto lo è stato per la cardiochirurgia salernitana, e nazionale, in particolare. Una cosa è certa, il suo successore sarà Ciro Verdoliva se Virgilio D’Antonio vorrà.