Aldo Bianchini
VALLO di DIANO – L’Associazione “Volpapagina” di Polla, presieduta dal noto giornalista valdianese Salvatore Medici, ha lanciato il progetto denominato “Memoria Attiva”, una sorta di archivio di comunità della memoria e delle tradizioni della città di Polla; un archivio utile per la raccolta non solo di ricordi personali ma anche di fotografie familiari, documenti, lettere, video, audio delle singole vite dei cittadini per metterli insieme e creare, appunto, una storia comune da propagandare come “Memoria Attiva”.
Un progetto sostenuto dalla Fondazione con il Sud che Medici, e questo va segnalato con forza, ha avuto l’umiltà di condividere giustamente con i rappresentanti della Pro Loco pollese – la cooperativa sociale Iris e con il Comune di Polla, per dare allo stesso progetto una maggiore credibilità e un più profondo radicamento nella comunità in cui vive ed opera.
Non c’è che dire, un’idea sicuramente geniale del giornalista pollese con esperienze anche internazionali in un modo difficile come quello dell’informazione pieno zeppo di invidie – tensioni e steccati di appartenenza a tutto tondo che, spesso, fa smarrire la via giusta della informazione indipendente e scevra da qualsiasi condizionamento esterno.
Il giornalista, in fondo, non è solo quello che fa la cronaca sulle veline, è anche, se non soprattutto, quello che riesce a dare un senso al “mestiere più bello del mondo” proponendo anche delle idee che vadano nella direzione del bene di tutti, cosà che la politica (ad esempio) ha smesso di fare da tantissimi anni; e questo a Salvatore Medici gli va riconosciuto.
Ma ecco cosa Salvatore ha dichiarato nelle mani di Monica Trotta (editorialista de Il Mattino) nell’intervista pubblicata nell’edizione di domenica 13 luglio 2025 del prestigioso quotidiano:
- Con questo progetto vogliamo fare un regalo a Polla e alle persone che la abitano e la abiteranno. Creare un luogo dove ogni cittadino che vorrà essere ricordato e testimone di una comunità, potrà lasciare una traccia della propria vita, della propria esistenza, donando all’archivio foto di famiglia, foto personali, lettere, documenti. Chi verrà dopo di noi, fra cinquanta o cento anni, avrà modo di riconoscere in quelle foto e lettere, la storia di quella persona, la sua vita, le sue persone care e la storia di una intera comunità. Un gruppo di volontari (è stata attivata già la prima call per coinvolgerli) in una prima fase raccoglierà il materiale andando alla ricerca di foto ingiallite in bianco e nero, lettere d’amore scritte a mano, documenti familiari, immagini d’epoca di Polla, un percorso casa per casa per aprire lo scrigno dei ricordi. La seconda fase è la digitalizzazione dopo un’adeguata formazione. Ma il progetto, che dura due anni, è molto più articolato ed ha come obiettivo finale quello di instaurare «rapporti forti di cittadinanza ed un nuovo rapporto con i luoghi», stimolando la partecipazione attiva dei cittadini e coinvolgendoli nella valorizzazione del patrimonio immateriale della comunità, per farli sentire ancora più parte della stessa.
Gli fa eco anche il presidente della Pro Loco, Maurizio D’Amico, con il lancio di idee aggiuntive (come la formazione generale ed anche teatrale ed artistica dei giovani, e non solo) sulle quali avremo modo e tempo di ritornare a focalizzare l’attenzione.