BANCHE/1: qualcuno fermi il soldato Boschi !!

Aldo Bianchini 

SALERNO – Con questo articolo, che mi sono deciso a scrivere dopo aver ascoltato una dichiarazione allucinante del ministro Maria Elena Boschi, cercherò di entrare nel sacrario delle banche piccole e medie, dalle banche popolari fino alle banche di credito cooperativo perché se è vero che sono il sostegno reale dell’economia nazionale è altrettanto vero che in esse si annidano i rischi, procedurali e amministrativi, che consentono a poche persone i grossi affari. In questi giorni si discute tantissimo sul famoso o famigerato “decreto salva banche” e la parte politica di opposizione al governo Renzi ha manifestamente parlato di un probabile conflitto di interessi della ministra dei rapporti con il parlamento e le riforme perché suo padre era ai vertici dirigenziali della Banca Etruria, una delle quattro salvate dal decreto governativo; il tutto con un rapido cambiamento di denominazione in “Banca delle Marche” che avrebbe rilevato tutta la parte buona delle quattro banche lasciando ad altri le sofferenze.  C’è di più, il Movimento 5 Stelle avrebbe scoperto che all’indomani della firma del decreto da parte del governo, e prima che lo stesso decreto arrivasse nelle commissioni parlamentari per la necessaria discussione,

in Banca Etruria ci sarebbe stato un sommovimento tellurico di vendita di azioni e titoli in favore di malcapitati sprovveduti che sarebbero rimasti beffati dai loro acquisti incauti. Insomma secondo il M5S potrebbe esserci stato qualcuno che ha speculato, guadagnando anche molto, sulla vendita conoscendo in anticipo sia le determinazioni del governo che della commissioni parlamentari. E ancora, il governo il 13 novembre scorso avrebbe approvato un decreto per impedire che i possessori delle azioni e delle obbligazioni potessero rivalersi sui responsabili delle banche in caso di crac. E, sempre secondo il M5S, dato che qualche dubbio sulla linearità dell’azione della Boschi potrebbe emergere, è necessario che la stessa rassegni le proprie dimissioni, anche al fine di tutelare non soltanto gli interessi del governo e di un intero Paese ma anche i suoi interessi e i rapporti che sicuramente la legano al papà. A questo punto la Boschi, dopo aver consumato la sceneggiata della Leopolda, ha risposto a muso duro e con fare irriverente: “Mozione di sfiducia ? Discutiamo in  aula e vediamo chi ha la maggioranza”. Assurdo ed inconcepibile che una risposta del genere venga da una ministra del governo che è anche giovane; ed un giovane non dovrebbe mai comportarsi come tutti hanno fatto in passato, perché i giovani combattono simili atteggiamenti e, soprattutto, perché proprio i giovani nati e cresciuti alla Leopolda (un luogo che sembra d’improvviso essere assurto a risolutore di tutti i problemi del mondo) hanno sempre tenacemente contrastato queste vergognose pratiche parlamentari e clientelari del voto in aula a maggioranza per coprire scandali e ruberie. Qualcuno dovrebbe spiegare alla Boschi, che ha dimenticato di essere giovane e di sedere al posto di ministro senza mai essere stata scelta dagli italiani, che nel caso specifico non si tratta di una battaglia politico-parlamentare ma soltanto di una questione di etica comportamentale; per molto meno lei stessa ha preteso ed ottenuto le dimissioni anche di alcuni suoi colleghi ministri. Sembra strano che ora l’etica venga buttata alle ortiche e ci si prepari alle barricate nelle aule parlamentari. Ma forse è giusto così, in definitiva i soldati eseguono soltanto gli ordini e vanno all’attacco a capo chino e con gli occhi bendati, pronti a morire sul campo a difesa di una causa che non conoscono, non hanno scelto e non hanno voluto. Qualcuno, dunque, fermi il soldato Boschi prima che sia troppo tardi e prima che tanti altri giovani la lascino definitivamente al suo destino. Anche perché, sempre da notizie fornite dal M5S, sembrerebbe che i due papà (della Boschi e di Renzi) siano stati o sarebbero in affari tra loro; affari sui quali è necessario chiarire ogni dettaglio per evitare che, come spesso è accaduto in passato, anche il baldanzoso Matteo Renzi scivoli sulla classica buccia di banana. Non me lo auguro; se così fosse   ritorneremmo indietro nel tempo di qualche decennio per affondare nelle sabbie mobili degli squallidi compromessi del passato. Ma veniamo alle banche, piccole e medie, che costituiscono il tessuto economico principale del Paese; dopo le dichiarazioni di Matteo Renzi alla “Leopolda” si sono subito scatenate le critiche da parte degli amministratori di queste ultime banche per contestare il concetto che è una follia sostenere il concetto del “too big to fail“, cioè troppo grande per fallire.

Lo hanno spiegato benissimo Roberto Scazzosi e Luca Barni, rispettivamente presidente e direttore generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate affermando che: ““Durante la crisi di questi anni sono state le banche piccole, come la nostra Bcc, a giocare un ruolo anticiclico, non facendo mancare il credito all’economia reale. Da sempre sono le banche come la nostra che fanno realmente cultura finanziaria alle famiglie e alle imprese. Due esempi su tutti. Rinunciando a clienti e guadagni facili, non abbiamo mai concesso alla famiglie mutui al 100% del valore necessario per acquistare la prima casa, perché le rate devono essere sostenibili: e così da noi sono quasi nulli  i casi di famiglie che non sono più in grado di far fronte alle rate del finanziamento. Sempre rinunciando a clienti che cercavano alti guadagni, non abbiamo mai collocato e proposto strumenti finanziari strani, come i cosiddetti subordinati, ma insegnato la logica di un corretto portafoglio a tutela del risparmiatore e del capitale delle imprese”. Insomma per capire il fenomeno banche-credito-mutui bisogna ripartire proprio dalle affermazioni sopra esposte in merito alle concessione dei mutui per l’acquisto della prima casa che è il primo grosso affare per tutte le banche ma è anche il primo grosso rischio. Per chiudere è doveroso ricordare che nessuna delle quattro banche fallite è una Bcc. Ma questo lo vedremo nelle prossime puntate quando parleremo anche delle Bcc esistenti sul territorio della provincia di Salerno per chiederci se anche queste banche hanno venduto “obbligazioni subordinate” o anche “obbligazioni senior”, e vi anticipo che ci saranno delle sorprese anche per le Bcc operanti nel Vallo di Diano e a Vallo della Lucania.

One thought on “BANCHE/1: qualcuno fermi il soldato Boschi !!

  1. Come al solito, Direttore, siamo alle solite.
    Da sempre la Sinistra è stata rappresentante della “doppia morale”.Nulla di nuovo sotto il cielo.
    Siamo lontanissimi come “etica” da Paesi come la Scandinavia ,dove un Ministro si dimette per aver preso una multa per un divieto di sosta , o si dimette un Presidente in Germania per un copia e incolla in una tesi.
    Sicuramente le eventuali colpe dei padri non devono necessariamente cadere sui figli….daccordo…..ma nel caso in esame sembra trovarsi al cospepetto di ben altro (il sembra è d’obbligo.
    Poveri rispamiatori turlupinati.
    Nessuna certezza, ma il solo sospetto, per non mettere in crisi la credibilità delle Istituzioni e della fiducia del rispariamatori avrebbe suggerito ben altro.
    Oggi è venuto a mancare Il Gran Maestro della tristemente nota “loggia P2”, e guarda caso anche lui era correntista della Banca Etruria.Un altro caso.
    Non si vogliono accampare “sospetti”, si deve restare sempre garantisti, ma la “sfrontatezza di certi comportamenti, preoccupa e non poco.E questo sarebbe il nuovo che avanza? Stiamo veramente freschi.
    Lupi si è dimesso per il Rolex regalato al figlio……la Boschi non sente il “conflitto di interessi”? Beata Lei.
    Di questo passo si va a sbattere….e di brutto.E’ la mia piccola opinione……nulla di più. Buon lavoro Direttore.

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