Accessibilità all’arte: Michele, il matematico salernitano che aiuta i ciechi a vedere

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Un articolo molto bello, a firma di Davide Speranza, pubblicato sull’edizione del quotidiano “Il Mattino” con il titolo: “Michele, il matematico che aiuta i ciechi a vedere l’arte”, mi ha spinto a ritornare sull’argomento che avevo già trattato nel mese di marzo del 2018 a conclusione di una serie di appuntamenti (anche nella chiesa di Santa Maria de Lama) che avevano avuto l’effetto di intricarmi e di coinvolgermi fino al punto di scrivere diversi articoli sulla qualità dell’iniziativa di Michele Mele.

Difatti è proprio lui, Michele Mele (giovane laureato, ricercatore e matematico salernitano; a ventotto anni di età è già uno dei ricercatori di punta del “dottorato di ricerca in scienze matematiche ed informatiche” presso la Federico II di Napoli nell’ambito del progetto di “ottimizzazione combinatoria” che studia i problemi di ottimizzazione in cui l’insieme ammissibile è definito in termini di strutture combinatorie, tra le quali svolgono sicuramente un ruolo di rilievo i grafi), il personaggio trattato molto bene nell’articolo di Speranza; Michele è ipovedente con dentro il suo DNA il gene della matematica come spesso accade quando si ha una mamma docente di matematica. La sua poliedricità, connessa ad una scoppiettante iniziativa di ricerca e innovazione, lo ha portato alla invenzione di un sistema tecnologico per consentire la godibilità dell’arte anche a chi diversamente abile ha perso la possibilità di utilizzare al meglio una delle cinque essenziali potenzialità di un normale individuo: vista – udito – tatto – olfatto e gusto. Il problema, ovviamente, si aggrava quando è il senso della vista a venire meno, un senso che per certi versi è quello guida rispetto agli altri.

Ecco allora che lo studioso Michele Mele, anch’egli ipovedente, ricerca e inventa un progetto rivoluzionario. Un progetto che, come spesso affermato da Franco Iseppi (presidente del Touring Club Italiano), deve rappresentare un traguardo importante per la diffusione del ricchissimo patrimonio artistico e culturale del territorio e per l’inclusione di persone con esperienze sensoriali diverse. Il Touring ha velocemente sponsorizzato il “progetto Mele” in quanto e non solo  perchè da sempre impegnato per favorire una fruizione quanto più ampia e partecipata possibile dell’immensa e molteplice bellezza che offre il nostro Paese e questo progetto si inserisce perfettamente in quest’ottica; ma anche per dare un contributo concreto alla diffusione dell’arte ed all’impegno sociale di grande respiro in favore di categorie di persone che definire diversamente abili è molto riduttivo.

Ma cosa è il “progetto Mele” ?, grazie al contributo gratuito degli operatori del SInAPSi sono state realizzate immagini bidimensionali degli affreschi, immagini stampate in rilievo su speciali fogli di polimeri e utilizzate per offrire un’esplorazione delle tavole tattili (già presenti non solo a Salerno ma anche a Napoli nelle chiese di San Severino, San Sossio e San Giorgio Maggiore; e prossimamente anche nelle chiese longobarde di Capua) a non vedenti e ipovedenti. Affiancano le tavole apposite didascalie in Braillle. Il progetto, insomma, è entrato a pieno titolo dal 2018 sotto il titolo “Accessibilità all’Artenell’ambito dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale proclamato dall’Unione Europea.

E’ già è stato invitato, il bravissimo Michele, in alcune realtà dell’Italia del nord dove potrà sfoderare al meglio la sua grande professionalità.

Ed ecco come spiega il progetto il matematico Michele Mele al giornalista de “Il Mattino”:

·        Tutto nasce da fogli rivestiti di polimeri, sui quali viene stampata una rielaborazione della foto del soggetto. Prendiamo un affresco, ne facciamo una foto in alta definizione. Io e gli altri operatori iniziamo un processo di rielaborazione dell’immagine con il sistema backtracking, ricostruendo i dettagli fondamentali dell’immagine. La stampa viene inserita in un forno dove inchiostro e impasto reagiscono e portano in rilievo l’opera. In questo modo un ipovedente o un non vedente hanno una educazione alla pari di una persona che vede. Tutte le chiese saranno un giorno dotate di queste riproduzioni. Con il Touring abbiamo lavorato con il Parco Archeologico di Paestum, il duomo di Salerno, il complesso archeologico di San Pietro a Corte. La matematica non è una cosa fredda, si occupa di tutto, del quotidiano, si trova anche nell’armonia delle poesie e nelle forme di un’opera d’arte. Ho plasmato le forme geometriche in algoritmi funzionali alla vita quotidiana. Viviamo in un Paese pieno di barriere architettoniche. E’ la società che crea la disabilità e non madre natura. Ora spero che questo progetto possa diffondersi si tutto il territorio nazionale.

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