Salario minimo, una soluzione per l’intero sistema.

 

 

da Antonio Cortese

 

Da qualche mese non ci si riesce a disincastrare da problemi economici i cui nodi sarebbero solamente il reddito di cittadinanza e il recruiting per la ristorazione. Alitalia, compagnia di bandiera, già ha dovuto atterrare definitivamente e così altre rotelline della macchina produttiva del Paese. Se non si valorizzano i redditi come può mai continuare un sistema che quasi per il venti per cento si regge sul mercato del tempo libero? I comuni cittadini , dagli insegnanti alla semplice manovalanza, a quali più offerte svuota-tutto dei grandi magazzini, delle compagnie turistiche low cost, delle offerte culturali o pseudoartistiche, possono ancora rispondere? Se il sistema è costellato da una varietà fatta di sconti, pubblicità, card e tessere ai clienti, pubblicità al ribasso, giungle all’ultima offerta, gli attuali stipendi vanno adeguati. Come fanno ancora stupidamente a contraddirsi le destre della politica internazionale su questo tema? Perché piangono ancora sugli errori che commettono essi stessi, ogni giorno esponendosi per mera vanità ai media? Se a queste destre sono legate le multinazionali e la grande imprenditoria in generale, a quali clienti mai potranno ancora vendere  se non avallano i governi ad ingrassare i portafogli della popolazione? Migliaia e migliaia di agriturismi, imprese del turismo alimentare, religioso, fino i ai più disparati nuovi trend, come possono alla lunga sopravvivere se la clientela viene continuamente  attaccata anche psicologicamente nel non meritarsi proprio quel budget di spesa di cui il mercato ha bisogno? Possibile mai che un due più due così semplice non arrivi ai neuroni di questi rincretiniti o per la maggior parte improvvisati imprenditori? Le crisi dei cicli economici si combattono con i New Deal  e nel caso odierno è necessario una vitamina ai salari, agli stipendi, ma se ci si combatte ancora tra caste e classi come deve andare avanti l’economia? I cinesi, nel loro comunismo pragmatico queste differenze non le conoscono e lavorano tutti come le formichine, mente in Italia si guerreggiano: pizzaioulosauri contro meccanosauri, albergatorivori contro nottambulivori, telegenicodonti contro giornalorettili. Come deve fare oggi Mario Rossi a scegliere con un portafogli fantozziano tra tutte queste opportunità se gli opportunisti invece di aspettarlo a braccia aperte per farsi portare sodini, si sono trasformati in nemici del mercato e di sé stessi e dei propri clienti? A Roma e a Napoli si dice che “l’oste è nemico”, ma quello bravo non lo deve fa r capire. 

 

 

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