Draghi e la Grande Bellezza

 

 

Siamo all’ennesimo ultimatum. Gli ultimatum sono tutto ciò che – da almeno undici anni, allorquando il duo Merkel-Sarkozy (e lo spread) determinarono la caduta dell’ultimo governo-Berlusconi liberamente eletto dal popolo – determina la nascita di un nuovo governo in Italia. Da allora in poi, i governi italiani, tutti e nessuno escluso, sono stati quindi l’exit strategy o l’esito provvisorio di un sempre nuovo ultimatum “europeo” e/o “atlantico”. Ciò che potrebbe accadere anche stavolta, salvo che Mario Draghi si renda indisponibile ai numerosi appelli che sono pervenuti da molte e diverse parti.

Negli ultimi undici anni, l’uomo della provvidenza è diventato l’uomo della responsabilità. E invece, direi piuttosto: il capro o agnello sacrificale destinato al macello. Simulacro di un rito collettivo, italico, in cui l’arte della fuga dalla responsabilità è esercizio comune.

Così fan tutti, al punto che anche il popolo – sovrano in democrazia (!) – decida di non partecipare più in modo massivo al voto.

In conclusione, quest’ultima e attuale crisi di governo ha almeno evitato il ritorno a una legge elettorale di tipo proporzionale; ma davvero non si capisce perché – grazie al voto libero del popolo – l’Italia non debba essere governata da una parte, unita e compatta, responsabile delle scelte, proprie, in nome del popolo sovrano? E invece, sembra proprio che lo si capisca fin troppo bene. Anche questa, in fondo, è la grande bellezza della nostra democrazia!

Così è (se vi pare).

Angelo Giubileo

 

 

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