COSCIONI: tra colpevolisti e innocentisti

 

Aldo Bianchini

Dr. Enrico Coscioni

SALERNO – In una realtà nella quale tutti fanno politica e tutti si colorano come se fosse l’unico modo di far passare le proprie idee, non è facile far passare il concetto che quando si parla e si scrive di “inchieste giudiziarie” bisogna sempre farlo con il beneficio dell’inventario perché molto spesso le inchieste si sciolgono come neve al sole. Anche quando, sembrerà assurdo ciò che dico, viene rinvenuta nel cadavere di una persona una garza operatoria dimenticata nel cuore del predetto in seguito ad un intervento chirurgico complesso e difficile.

Questo significa “essere garantisti”, e per esserlo è necessario sempre ragionare senza farsi prendere dall’enfasi della facile accusa di colpevolezza che nell’immaginario collettivo passa meglio della posizione garantista che avrà la sua soddisfazione a sentenza passata in giudicato e quando ormai il caso non interessa più alla stampa ed all’opinione pubblica. Tanto nel proprio intimo il popolino ha già condannato il presunto colpevole che, secondo le dicerie, se la caverà sempre grazie al tempo trascorso ed alla fitta rete di amicizie e connivenze che ognuno di noi può vantare nel corso della propria vita.

Il mio precedente articolo non è né delirante e neppure vergognoso perché nell’accusare l’anonimo non sono andato alla ricerca di un colpevole ma per mettere in evidenza lo squallore e lo sciacallaggio di chi si nasconde dietro l’anonimato, allo stesso modo di chi per partito preso denuncia lo sdoppiamento della cardiochirurgia inducendo lo stesso autore dello sdoppiamento a contraddirsi pesantemente.

Mi ha colpito, difatti, un post di Elisabetta Barone del 4 agosto scorso: “Ieri di benedetto in un’intervista a cronache ha dato un giudizio feroce sullo sdoppiamento di cardiochirurgia, fatto unico al mondo, chiarendo direi senza equivoci che la divisione doveva essere una affidata a Jesu”; e mi chiedo come fa Di Benedetto (con il quale mi onoro di una datata e sincera amicizia e di questo lo ringrazio sempre) a smentire se stesso; fu lui a sdoppiarla e nel farlo fece una cosa buona e giusta al fine di trattenere proprio Jesu a Salerno; ma su questo nessuno risponde. Capisco che Jesu è stato ed è giustamente il pupillo di Di Benedetto (l’inventore della cardiochirurgia a Salerno), posso anche credere che Jesu sia il migliore in senso assoluto (anche se non sono capace di fare classifiche di merito) e Coscioni è un emerito ignorante, ma volere in maniera massiva (sono oltre cento gli operatori sanitari contro Coscioni) far passare il concetto che la colpa della doppia cardiochirurgia è di Vincenzo De Luca per motivi elettorali, mi sembra davvero eccessivo. Ma i cento, pur sapendo di mentire, prediligono questa via pur di combattere Enrico Coscioni. Posso soltanto aggiungere, come notizia nella notizia, che il governatore Luca Zaia non è dello stesso parere dei cento ed ha pubblicamente elogiato, per iscritto, l’azione di Coscioni in seno alla Agenas.

La mia è soltanto un’analisi logica della politica clientelare che ha governato e governa da sempre la sanità pubblica salernitana; ma questo accade, a mia memoria, fin dal primo secondo dopo guerra e non soltanto dall’avvento di De Luca al potere. Ed è una forma di potere che io ho sempre combattuto anche quando alcuni dei nuovi censori di oggi (dai politici ai giornalisti) cercavano spocchiosamente seggi elettorali o incarichi, contratti e prebende. Quando si postano commenti (ogni allusione a De Biase non è puramente casuale) lo si faccia con cognizione di causa.

Per oggi è meglio chiudere qui; non è giunto ancora il momento di rivoltare Salerno come un calzino. E il mio non è assolutamente un messaggio trasversale. Per il momento ben venga la “commissione interna” all’AOU richiesta dalla Cittadino ed annunciata da “leCronache” di Tommaso D’Angelo che in anteprima assoluta aveva dato la notizia della garza ritrovata nel corpo del malcapitato Umberto Maddolo.

 

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