ASL: scegliere il medico di base si può ? la disavventura del prof. Mario Senatore

 

Aldo Bianchini

prof. Mario Salvatore Senatore (poeta-scrittore-giornalista)

SALERNO – La vicenda che mi accingo a raccontare non senza un sottile filo di rabbia per il persistente cattivo funzionamento delle istituzioni pubbliche in materia di sanità, anche nelle cose più semplici. Questo accade, ovviamente, perché il quadro dirigenziale della sanità pubblica è oggettivamente scadente se non addirittura tendente al continuo ribasso per colpa della politica che si ostina scegliere basandosi solo sull’affidabilità e non sul merito personale e di gruppo.

Dunque la domanda completa è: “In caso di medico di base posto in quiescenza, l’assistito può o deve scegliere un nuovo medico o, più semplicemente, transitare negli elenchi del medico nominato dalla ASL come sostituto di quello precedente ?”; al fine di non creare un vuoto assistenziale che in alcuni casi potrebbe essere deleterio.

E passo al racconto della vicenda che ha investito personalmente il prof. Mario Salvatore Senatore (notissimo poeta, scrittore e giornalista salernitano) nella mattinata di venerdì 14 ottobre 2022:

Il mio “medico di medicina generale” (meglio noto come “Medico di famiglia”) è stato messo a riposo per raggiunti limiti di età e, al suo posto, è subentrato un collega assegnato dall’ASL.    Stamane, in orario di visite mi sono recato presso il Suo studio e, dopo una lunga attesa – in piedi -, in una confusione da mercato coperto, è giunto il mio turno allo sportello dove, la segretaria del mio medico, forte della Sua competenza, illuminava e aiutava la subentrante collega, nonché i “vecchi” assistiti in merito ad ogni problema prospettato. La persona detta mi ha spiegato che, sulla base di disposizioni dell’ASL di Salerno, non potevo accedere alla prescrizione di medicine (ancorché indispensabili) per il cuore e la regolazione della pressione arteriosa, se prima non fossi andato all’ASL a fare la nuova scelta del medico. Ho fatto rilevare che tale scelta, secondo una logica elementare, si rendeva necessaria solo se intendevo cambiare medico. Dal momento che quello subentrato era stato assegnato dall’ASL, nella logica della efficienza del servizio e della continuità dell’assistenza, non avrebbe dovuto essere obbligato a rifiutarmi l’accesso a visita e prescrizioni, fermo restando il mio legittimo diritto di scelta diversa. A tal uopo ho suggerito di firmare una dichiarazione nella quale avrei confermato la scelta di ricevere assistenza dal nuovo medico. Ciò anche al fine di conoscerlo e soddisfare il mio bisogno-diritto di “valutarlo” e riconfermare la fiducia o legittimamente di optare per altri professionisti.

Mi sono recato nella sede di zona dell’ASL in ampio anticipo rispetto alla chiusura di accesso allo sportello di pertinenza. Un’addetta alla vigilanza m’informava che i numeri di turno erano esauriti e quindi avrei dovuto ripassare lunedì, 17  (cioè non domani o dopodomani) con l’incognita – immaginata ma non escludibile – che avrei potuto trovare la stessa situazione… in questa assurda gara tra assistiti di anticipazione dei tempi di arrivo nella struttura. (Anticipazione, che a lungo andare, porterebbe all’”assedio” degli uffici fin dall’alba e comunque ci sarebbe l’esclusione di quelli che non troverebbero il famigerato ultimo numero).                                                            W l’Italia… W il progresso… W la civiltà…!

Ho chiesto di parlare con la Dirigente e, dopo un’attesa – per la verità non lunga – sono stato introdotto nell’ufficio ove sedeva, in una comoda poltrona, una signora (priva di cartellino con codice d’identificazione (obbligatorio per legge negli uffici, per il personale a contatto col pubblico).  Di fronte – al di qua della scrivania – c’erano due sedie, m la Dirigente – impassibile e con aria stanca – non mi ha invitato a sedermi,  per cui ho resistito ancora a rimanere in piedi nonostante soffrissi coi piedi e con una gamba (sono stato in piedi il lungo tempo nella sala di attesa del medico di famiglia, poi in quella dell’ASL ed ora qui, alla presenza di una Funzionaria operatrice in struttura – di pubblica proprietà – (e quindi anche mia) per portatori di disturbi sanitari, con la porta che ho dovuto lasciare spalancata e un vigilante sulla soglia… alla faccia della riservatezza.

Le ho spiegato la questione e Le ho chiesto se riteneva essere la soluzione corretta quella adottata, alla quale faceva riferimento la segretaria dell’ex medico di famiglia e cioè: interruzione dell’assistenza, (grosso) disagio all’utente del servizio, non più autonomo, per recarsi all’ASL, altro disagio aggiuntivo per tornare e, forse, ritornare ancora, prolungamento ulteriore di privazione dei medicinali necessari richiesti dalla terapia sua e della figlia, accumulo di lavoro del personale di accoglienza e disbrigo pratiche inerenti, affollamento, confusione, tensione di operatori e utenti, sfiducia, rassegnazione (o ribellione) covanti negli animi stressati. Tutte situazioni e aspetti reali che incidono sulla salute di ciascuno.

Al fine di evitare tutta questa negatività, Le ho chiesto di dare disposizioni che consentissero di fare firmare un modulo di accettazione del medico subentrante a quello in quiescenza, presso lo studio dello stesso e indirizzare all’ASL solo quegli assistiti che intendono cambiarlo. La Dirigente, dalla Sua comoda poltrona rispondeva, con lucida, annoiata e brillante sintesi, che non vedeva alcun problema nella procedura adottata in quanto bastava recarsi all’ASL e la faccenda era risolta. “Basta che vengono qui e tutto è a posto”. Meno di dieci parole per risolvere – in teoria – tutto.

Per concludere; basterebbe davvero molto poco per far funzionare la sanità pubblica.

Il compito di attivare un nuovo e valido “modello lavorativo” la cui redazione spetta ovviamente al nuovo direttore generale della ASL/Salerno dr. Gennaro Sosto al quale, in verità, già mi sono direttamente rivolto tra giugno e luglio scorsi per la famosa vicenda del “gioco delle tre carte” opportunamente segnalata anche alla Procura della Repubblica di Salerno.

 

 

 

2 thoughts on “ASL: scegliere il medico di base si può ? la disavventura del prof. Mario Senatore

  1. In tanta nebbia, c’è anche qualche squarcio attraverso cui il sole si fa strada e dilegua l’untuosa caligine.

    Non poteva essere diversamente!
    Le voci libere avvertono – di fronte a ignavia e comportamenti offensivi della persona e dell’efficienza di un servizio pubblico – “un filo di rabbia” e liberamente (e, spesso, coraggiosamente) lo palesano alla collettività al fine di rimuoverne le cause.

    Grazie Direttore. Grazie di ostacolare – sempre – lestofanti e incapaci e i loro perversi disegni opportunistici.

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  2. CARO PROF. MARIO SENATORE, SONO RAMMARICATO
    DELLA SPIACEVOLE VICENDA CHE HA COINVOLTO
    UN PERSONAGGIO DI STRAORDINARIA CULTURA.
    PURTROPPO LA GESTIONE DELLA PUBBLICA
    AMMINISTRAZIONE, DELL’ASL E DELL’INPS, NONCHE’
    DELLE SOCIETA’ TELEFONICHE TRUFFALDINE, COME
    VODAFON E WIND SI ADEGUA ALLA NOSTRA CITTA’,
    E NATURALMENTE AL FUNZIONAMENTO DELLA
    MAGISTRATURA, CHE IN ALCUNI CASI SI MANIFESTA
    “COMPIACENTE O DORMIENTE”…..
    Il Presidente dell’Associazione Amici di Totò….a prescindere !
    – Onlus e della Fondazione Amici di Totò….a prescindere!
    e Vice Presidente della Fondazione Duilio Paoluzzi,
    il P. Avv. Alberto De Marco

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