Tangentopoli (67): aprile 1993, Conte e Curci, due rivali accomunati dallo stesso destino

 

Aldo Bianchini

Francesco Curci (Nocera Inferiore, 6 gennaio 1934 – 13 settembre 1996) è stato un politico e medico italiano. Già sottosegretario di Stato ai Lavori pubblici - Eletto alla Camera dei deputati nelle file del PSI per la IX, X e XI legislatura

SALERNO – Il mese di aprile 1993 fu decisivo per le sorti dei due parlamentari socialisti che dopo una solida alleanza utile alla nascita del “laboratorio socialista e laico di sinistra” si erano clamorosamente e rumorosamente divisi nel congresso provinciale del 1988 tenutosi a Battipaglia, quando fu del tutto cancellata l’epoca quarantiana e vennero a galla le due anime del P.S.I. con a capo i deputati Carmelo Conte, ancora ministro in carica, (forte dell’appoggio di Bettino Craxi) e Francesco Curci, che era stato sottosegretario di stato ai lavori pubblici (rifugiatosi sotto l’ala protettiva di Giulio Di Donato, vice segretario nazionale del partito socialista).

Per dirimere ogni dubbio dichiaro subito la mia appartenenza alla corrente di Francesco Curci che si scontrava in ogni dove con quella di Conte che era notevolmente più forte e rappresentativa sul territorio; ma con Curci, tra gli altri, erano schierati il giovane medico-oculista Giovanni Iuliano (sindaco di Bracigliano, e poi senatore e vice presidente della Provincia) e il professore Pasquale Panico (sindaco di Acerno). Solo per la cronaca va ricordato che Iuliano era il nipote del mitico procuratore della repubblica Domenico Santacroce che in quel periodo di tangentopoli recitò un ruolo importantissimo contro i socialisti ed in special modo contro Carmelo Cont e la sua corrente che superava il 90% dei consensi. In quella battaglia fu decisivo lo spostamento di Vincenzo Giordano dai quarantiani, ormai in caduta libera, alla corte dei contiani.

Il mese di aprile 1993, come una sorta di pesce d’aprile, si era aperto con l’articolo a tutta prima pagine del quotidiano nazionale “La Repubblica” che annunciava (quasi come accadde per Berlusconi nel 1994) l’imminente notifica di un avviso di garanzia a carico del ministro per le aree urbane Carmelo Conte. Secondo quel quotidiano i giudici di Salerno avrebbero ipotizzato accuse gravissime, fino al concorso esterno con la camorra dei Maiale di Eboli.

Però Conte non si dimise e continuava a fare il ministro della Repubblica (cadde poi il 27 di aprile 93); nel corso del pomeriggio del 14 aprile, passeggiando per il lungomare davanti alla piscina comunale di Salerno (dopo un’intervista televisiva) incuriosito chiesi a Francesco Curci perché non attaccava a fondo Conte anche sulla base dell’articolo apparso su La Repubblica, in modo tale da vincere finalmente il duello col rivale.

Carmelo Conte (Piaggine, 9 novembre 1938) è un politico italiano, già ministro per i Problemi delle Aree Urbane nei governi Andreotti VI-VII e Amato I.

Perplesso e dopo un interminabile, seppur breve, silenzio mi confidò che si era separato dal ministro per tre-quattro motivi: il comportamento sleale di Giovanni Sullutrone nella campagna elettorale dell’87; l’aver portato a sindaco di Nocera Marilita Realfonso contro il suo parere; i rapporti di Conte con le ambasciate romane degli USA e della Germania Est; la sua presenza, molto criticata nel partito, a riunioni sia in Jugoslavia che a Berlino con esponenti comunisti ed a diretto contatto con Massimo D’Alema proprio quando quest’ultimo frequentava un corso di formazione nella stessa Berlino.

Insistetti pesantemente, il suo discorso non mi convinceva. Si aprì e come un fiume in piena mi svelò: “Devi capire che i servizi segreti hanno svolto un ruolo importante nelle indagini della Procura contro esponenti socialisti di primo piano, tra i quali innanzitutto Carmelo Conte … Nell’87 un esponente dei servizi si è incontrato a casa di Gaspare Russo con Paolo Del Mese, già sotto tiro, per cercare di allentare la morsa degli stessi servizi …  e quel blitz del ‘92 contro Conte ad Eboli e nella clinica La Quiete di Pellezzano alla ricerca di Carmine Alfieri è la conferma della pianificazione strategica dell’assalto al potere socialista, un assalto nato fin dal giorno in cui Vincenzo Giordano divenne sindaco … Tutto è sotto controllo a Salerno, dal Prefetto all’ultimo consigliere comunale, anche la stampa è coinvolta ed asservita … Stai lontano da Il Giornale di Napoli perché non sarà risparmiato … Devi soltanto saper aspettare, fra qualche mese sarò io il leader indiscusso del partito socialista”. Insomma Francesco Curci mi anticipò tutto quello che Carmelo Conte avrebbe scritto un anno dopo in merito alla “campagna dei quattro cantoni” nel libro “Sasso o Coltello”.

La storia, invece, andò in maniera molto diversa; Conte cadrà definitivamente la mattina del 5 luglio 1993 (insieme a Del Mese) con i clamorosi avvisi di garanzia della Procura di Salerno; analoga sorte fu riservata a Francesco Curci con l’aggravante che a lui toccò addirittura l’arresto senza alcuna motivazione seria, aprile 1994, mentre in corsia stava visitando nel Ruggi i suoi malati neurologici.  E il Partito Socialista fu messo alla gogna.

 

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