Dalla stretta maglia del riserbo istruttorio sono emerse le prime rivelazioni sulla morte di Carmine Lefante (Frabasile)
Aldo Bianchini
Polla – Il dottor Adamo Maiese, dopo aver effettuato, l’esame autoptico sulla salma del povero novantenne Carmine Lefante “Frabasile”, originario di Sassano, ha chiesto ed ottenuto (dalla procura della Repubblica di Sala Consilina) un tempo più lungo per la definizione del caso e il deposito della relazione finale. Tempo più lungo e necessario, secondo il medico legale, per l’effettuazione di ulteriori e più approfonditi esami diretti a conoscere “l’effettiva genesi dell’eventuale nesso causale” tra il ricovero, le cure e la morte del buon Carmine che era entrato, con i suoi piedi, nel pronto soccorso di Polla. In pratica il medico legale avrebbe già consegnato alla procura una prima e interlocutoria relazione per chiedere l’allungamento dei tempi. Ma prima di svelare cosa probabilmente Maiese ha scritto nella relazione interlocutoria è necessario rifare tutto il percorso ospedaliero o, come qualcuno sostiene, il calvario. Verso la fine di agosto Carmine avverte dei dolori al petto, viene accompagnato a Polla in pronto soccorso, il medico di turno ne dispone il ricovero in cardiologia da dove viene prima spostato in neurologia (a Sant’Arsenio) e poi in rianimazione dove decede. Questo percorso sarebbe stato convalidato dal medico legale che, nella sua relazione interlocutoria, avrebbe parlato di una sequenza fino ad ora sconosciuta: “”Il paziente il 27 agosto arriva in p.s. in stato di fibrillazione cardiaca, giustamente viene ricoverato in cardiologia dove nella fasi successive viene accertata anche una probabile emorragia cerebrale (a causa della rottura dei vasi sanguigni, fatto dovuto all’età) e, quindi, trasferito in neurologia. Da li dopo l’aggravarsi delle sue condizioni viene spostato in rianimazione (sita a Polla) dove muore la mattina del 31 agosto per cause connesse al suo grave stato di salute””. Va anche ricordato che il PM, per poter disporre l’esame autoptico, aveva notifica ben nove avvisi di garanzia ad altrettanti medici. Il caso, a questo punto, sembrerebbe avere imboccato la strada della soluzione anche perché il medico legale Maiese, pur non citando mai i colleghi medici indagati nella relazione interlocutoria, avrebbe indirettamente escluso ogni e qualsiasi responsabilità dei sanitari nel determinismo della morte di Carmine Lefante Frabasile. Ovviamente bisognerà attendere la relazione finale per poter scrivere la parola fine a questo ennesimo caso di presunta malasanità. Per la famiglia del compianto Carmine resta il dolore dell’immensa perdita e la rabbia dell’accanimento che la sorte sembra avere contro questa famiglia. Per la cronaca ricordiamo che un nipote, Giovanni, molti anni fa morì a causa di un infortunio sul lavoro e che la figlia Maria morì più di dieci anni fa in un incidente stradale nel quale rimase seriamente coinvolta anche una nipote, sempre del compianto Carmine. Del resto i due nipoti viventi, Vincenzo e Cinzia, si sono rivolti all’Autorità Giudiziaria non tanto per smascherare eventuali responsabilità dei medici ma innanzitutto per sapere in maniera certa di che cosa è morto il loro amato nonno. La causa della morte a questo punto sembra più che chiara: grave fibrillazione cardiaca ed emorragia cerebrale, in soggetto cardiopatico. Tutto il resto lo sapremo fra qualche mese.