Amato-Villani: doppiopesismo ?

Le storie si intrecciano in un unico comune denominatore: il fallimento

Aldo Bianchini

Salerno – La storia si ripete. Certo che si. Ed ogni volta è sempre più sconvolgente di prima. Il trattamento riservato dalla magistratura nei confronti dello storico pastifico Amato e della meno nobile Alvi (il primo del cavaliere Giuseppe Amato, la seconda del politico Angelo Villani) è assolutamente ed assurdamente diverso. Eppure i reati in discussione sono più o meno gli stessi e i magistrati in gioco sono sempre gli stessi della stessa procura. Al gran signore don Peppino Amato, sempre umile  e modesto, alcuni avvisi di garanzia e neppure un mandato di cattura; al politico dr Angelo Villani, qualche volta costretto ad essere anche antipatico se non arrogante per motivi politici, diverse decine di avvisi di garanzia e ben 14 mandati di cattura. In ballo una supposta “bancarotta fraudolenta” che per Villani ha funzionato, per Amato invece no come è giusto che sia (almeno questo è il mio pensiero). Per Angelo Villani, e per tutti i suoi familiari,  il sequestro di tutti i beni (autovetture, case e ville), addirittura una conferenza stampa per mostrare gli orologi personali dell’ex presidente della Provincia per i quali Lui impazziva e che secondo i giudici erano frutto delle malversazioni. Per Amato i beni di famiglia non si toccano, non possono essere sequestrati; un patrimonio superiore ai 10milioni di euro (opificio di Via Picenza, quattordici immobili tra residenze attuali e quelle di Vietri e di San Cipriano. Non solo, la curatela del fallimento che aveva avanzato la proposta di sequestro è stata condannata al pagamento delle spese processuali con sentenza monocratica del giudice Elvira Bellantoni (2^ sezione civile). Come se la curatela avesse osato di sfidare un santuario. Povero Villani che, dopo essere stato politicamente munifico con tutti, è stato abbandonato proprio da tutti. Tutto questo io, molto modestamente, lo chiamerei doppiopesismo, anche se involontario e certamente casuale da parte di tutti quelli (inquirenti, investigatori, magistrati) che hanno avuto modo di trattare le due distinte facce dello stesso problema: bancarotta. Certo, il buon Villani non ha sponsorizzato la Nazionale di calcio come don Peppino, ma sicuramente ha sponsorizzato tante altre attività ludiche e fieristiche in giro per tutta la provincia di Salerno. Su questo problema del doppiopesismo aveva richiamato la mia attenzione, agli inizi di agosto 2011, subito dopo gli avvisi di garanzia al figlio Antonio e al nipote Giuseppe del cavaliere, l’intervento sulla questione del vice presidente della CCIAA Antonio Ilardi che nel totale rispetto del ruolo delle toghe esortava la magistratura  “”ad avere maggiore attenzione sulla gestione delle crisi aziendali” che potrebbero mettere in discussione il futuro dei rispettivi comparti. Ma Ilardi continuava dicendo “”Voglio mandare un abbraccio a tutta la famiglia Amato … sono stati la storia di questa provincia. Ho grande rispetto per il lavoro della magistratura ma credo che vada dato un segnale di attenzione sulla gestione delle crisi aziendali, anche perché non so se le dichiarazioni di fallimento a cui stiamo assistendo saranno foriere di nuovo sviluppo. Per questo motivo credo che usare maggiore prudenza non guasti”” (fonte La Città del 3.8.2011 pag.9). Sinceramente impressionante la lucidità del dr Ilardi, lucidità che però si è ben guardato dall’esprimere anche nei confronti dell’abbandonato Villani con il quale, forse, in passato qualche rapporto di natura politico-referenziale l’avrà pur avuto. Insomma, come dire, mentre per don Peppino tutti si sono esposti, per Angelino è accaduto il contrario. Non posso certamente fare qui una scaletta di meriti, non è mio compito e non ne sarei nemmeno capace, ma la diversità di trattamento utilizzato nei confronti dei due è, se non allarmante, almeno sospetta. Sul piano squisitamente politico-imprenditoriale probabilmente uno dei due è il custode di grandi, misteriori e (forse!!) inconfessabili segreti. Ho la netta sensazione, ma posso anche sbagliarmi, che sulle teste dei due sia stata e si stia ancora sviluppando una grande battaglia politica che invaderebbe anche altri settori della vita sociale, economica e politica della Città e dell’intera Provincia. Alla prossima.

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