PROFILO DI UN EDITORE MERIDIONALE: MARIO GUIDA

 

Michele Ingenito

 

Negli affari è un tipo sbrigativo e senza fronzoli. Va subito al sodo. Ha le idee chiare, non le manda a dire, conosce, in fondo, il proprio mestiere. Come per tutti gli uomini di successo, dietro di lui una donna: la moglie. Donna minuta e gentile, apparentemente distaccata dal mondo degli affari. Ma che esercita sul nostro un influsso indubbio e positivo. L’unica, forse, in grado di tenere davvero a bada quel vulcano del marito. Ho conosciuto Mario Guida qualche anno fa, grazie a Mario Apuzzo, artista raffinato della costiera amalfitana, in occasione della presentazione a Minori di un libro di Manlio Santanelli: Racconti mancini (Guida, 2008). Racconti piacevolissimi, che si snodano uno dopo l’altro tra biografia e autobiografia, con precise sovrastrutture alla base di ciascuna trama in virtù del paradosso dominante, dell’uso originale del linguaggio così come della metafora, ben oltre i canoni estetici tradizionali della lingua, e così via. Fui lieto di presentare, insieme ad Ermanno Corsi, quest’opera originale di Santanelli. Era d’estate, la cena che seguì in un ristorante al centro della nota località costiera fu ravvivata dalla spumeggiante simpatia di un Mario Guida totalmente diverso rispetto a quello apparso nel corso della importante manifestazione culturale. Un uomo frizzante, dalla innata simpatia napoletana. Benché sempre guardingo nella sua capacità di non discostarsi mai troppo dalla propria immagine di operatore economico-culturale in un settore così delicato quale è e resta quello dell’editoria campana. Invece di tirare i remi in barca, pensavo, parla come se fosse agli inizi di una attività delicata e stressante insieme, per una gestione complessa e articolata diffusa sul territorio. Chi gliele dà le energie, ci stupivamo un po’ tutti. Poi, era sufficiente concentrare l’attenzione sui sorrisi complici e frequenti tra lui e la moglie per comprendere che l’uomo e l’imprenditore si integravano, influenzandosi a vicenda, colmi di quella fiducia e di quella forza che solo un rapporto coniugale intenso e antico poteva e sapeva ravvivare e guidare. Da lunghi decenni, cadenzati da uno ieri assai vicino nel ricordo, molto meno dal peso degli anni effettivamente accumulatisi. Dopo la morte del padre Alfredo nel lontano 1967, Mario è stato forse colui che ha dato l’impulso maggiore all’eredità raccolta. Fino ad annoverare oggi ben quindici librerie distribuite sull’intero territorio campano, con rappresentanze regionali assai diffuse e una distribuzione editoriale nazionale di assoluto riguardo. La Campania, e Napoli in particolare, si difende bene nel settore, nonostante la schiacciante superiorità e concorrenza del Centro-Nord. Resistere senza farsi assorbire dai grandi gruppi editoriali rappresenta di per sé un successo considerevole. Un marchio di autenticità, che è patrimonio culturale per tutti.  All’interno della categoria, l’Editore Guida tiene alto il primato della efficienza e della maturità in un settore tra i più difficile da gestire. Aggiornamento, dinamismo imprenditoriale, efficienza, qualità del prodotto, selezione elevata dello staff editoriale ed organizzativo, consulenti di altissimo profilo scientifico nei vari rami del sapere, capacità indiscussa di penetrare sul territorio e nelle scuole in particolare fungono da insostituibili elementi trainanti di un’azienda con a capo uno degli operatori culturali tra i più affidabili e qualificati del nostro Mezzogiorno. Un bel biglietto da visita, non c’è che dire, di cui il giovane-vecchio Mario Guida potrà ancora per molto andare fiero, alla vigilia, quasi, dei primi cinquanta anni di una eredità raccolta dopo la morte del fondatore e ancora più celebre padre Alfredo.

 

 

 

 

 

 

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