Maresca: la polemica si inasprisce !!

Aldo Bianchini

SASSANO – Il quotidiano ROMA-CRONACA mi ha gentilmente trasmesso una filippica, tutta personalizzata, inviata a quel giornale dal dr Roberto De Luca, responsabile del Codacons del Vallo di Diano, in risposta al secondo dei due miei articoli (pubblicati anche su questo giornale www.ilquotidianodisalerno.it) in merito alla vicenda della idea partorita dal sindaco di Sassano dr Tommaso Pellegrino di conferire al dr Catello Maresca la cittadinanza onoraria per meriti speciali. Ricordiamo soltanto per la cronaca che Maresca è tra i pm che hanno lavorato alla cattura della primula rossa dei casalesi “Michele Zagaria”. Non ho assolutamente problemi a pubblicare la lettera che De Luca  ha inviato al direttore del Roma-Cronaca dr Tommaso D’Angelo, mi spiace il fatto che non l’abbia inviata anche a me diretto responsabile di quei due articoli e direttore de “il quotidianodiSalerno.it”; probabilmente pensava, Roberto De Luca, che inviandola soltanto a me non l’avrei pubblicata ovvero inviandola solo al Roma ha inteso non dare spazio pubblicitario a questa testata. Ovviamente questi sono soltanto problemi del responsabile del Codacons, io non ne ho mai avuto così come per ogni articolo che scrivo non ripeto mai in  maniera ossessiva fatti e storie che risalgono alla notte dei tempi come se quei fatti e quelle storie fossero una colpa. Del resto Roberto De Luca lo sa benissimo che anche per lui ho lottato contro il rettore dell’università di Salerno, Raimondo Pasquino, con il quale ho ancora un processo pendente per essere stato dallo stesso querelato per diffamazione a mezzo stampa anche su notizie espressamente ricevute dal professor Roberto De Luca. Ero convinto di quello che facevo, anche in quella occasione, così come lo faccio per tutti gli altri casi, anche per quelli che hanno avuto già una prima spropositata sentenza giudiziaria. Se alla fine il docente universitario non riesce a riconoscermi neppure un minimo di indipendenza e di onestà intellettuale, beh!! questi sono soltanto problemi suoi. Io non utilizzo mai lo strumento dell’informazione per fare politica, così come in forza di questo strumento ho sempre declinato qualsiasi invito a scendere politicamente in campo. Per queste ragioni ho la mente serena e il cervello non obnubilato dall’ossessione tipica di “don Chisciotte”, so riconoscere gli eventuali errori e riesco, senza specifici traumi, a dialogare anche con il mio peggiore avversario. Diverse volte ho plaudito alle azioni di De Luca (basta leggere il primo degli articoli su Maresca!!) e non ho mai atteso i suoi elogi, così come non mi toccano minimamente le sue filippiche. Così mi piace fare il giornalista, in pratica non ho problemi con nessuno, semmai sono gli altri ad averli con me. Nella mia lunga attività di giornalista ho cenato con tutti, anche con Amedeo Panella (boss della camorra salernitana) per quella che rimane, forse, come la sua ultima cena in libertà, l’ho fatto sempre con l’intento di ampliare il mio bagaglio di conoscenze in funzione della libertà e dell’indipendenza che sono elementi  essenziali in questo mestiere. Questa è dialettica professionale costruttiva che spesso, devo ammetterlo, non viene compresa neppure dagli stessi ospiti. Figurarsi se può essere capita da chi, invece, si nasconde con il solo obiettivo di parlar male.  Ecco, comunque, il testo integrale della lettera-filippica del dr Roberto De Luca che con queste sue esternazioni si avvicina molto al suo “cognonimo” Vincenzo De Luca. Con un valore aggiunto, però, a favore del sindaco di Salerno che, pur portando avanti azioni arroganti e monocratiche, si sottopone con coraggio al giudizio degli elettori riuscendo anche ad ottenere consensi plebiscitari.  Cosa che non è mai capitata, invece, al nostro Roberto De Luca. La lettera: <<Caro Direttore, leggo sempre con attenzione quello che viene riportato nella Sua testata giornalistica, che dedica molto spazio alla nostra vita collettiva, come è giusto che sia, nell’edizione provinciale. Duole, tuttavia, periodicamente, leggere commenti, quasi confezionati su misura, che tendono a delegittimare l’azione della nostra associazione  sul territorio. Già in occasione della questione delle strutture costruite da un gioielliere di Sala Consilina in piena zona 1 del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, riconosciute abusive da una sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Sala Consilina, con pesanti condanne per il proprietario dell’immobile, per un assessore del Comune di Monte San Giacomo, oggi vicesindaco, e per alcuni tecnici, siamo stati attaccati sulla stampa per quanto concerne il ruolo dell’associazione che io rappresento nel Vallo di Diano. Similmente, per quanto riguarda la questione della strada aperta con i cingolati in piena zona 1 del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, a 1100 metri sul livello del mare, sempre in territorio di Monte San Giacomo, altra sentenza di condanna in primo grado per il proprietario e il progettista. Ci siamo costituiti parte civile in entrambi i processi e abbiamo, credo, dimostrato, per la prima volta nel Vallo di Diano, come un’associazione ambientalista possa contribuire, nel concreto, anche con atti formali, a difendere l’ambiente. Ci siamo costituiti, grazie anche al mio intervento, parte civile nel processo, scaturito dall’inchiesta Chernobyl condotta dal pm Donato Ceglie, presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Per quanto riguarda la questione del boschetto paleo-palustre, duole leggere un cumulo di inesattezze e di illazioni, nell’articolo apparso a pag. 26 dell’edizione provinciale di Roma Cronaca del 17 dicembre scorso proprio da parte di chi ha ricoperto per anni il ruolo di addetto stampa del Comune di Sassano. La vicenda è stata più volte raccontata, con dovizia di particolari, a cominciare dal 2003 (non due anni fa), dal sottoscritto e da giornalisti di testate locali, a più riprese, da quella data. Per ricostruire un minimo di verità, diamo un quadro della situazione attuale. Un ex senatore della Repubblica Italiana, rappresentante legale della società cooperativa La Betulla, è indagato per occupazione di suolo pubblico a seguito di una nostra denuncia del dicembre 2010 (un anno fa). In questa società hanno partecipato, a vario titolo, pezzi delle istituzioni dello Stato Italiano e politici locali. In particolare, per spiegare cosa sia successo, si riporta – letteralmente – quanto si legge nella “Sommaria ricostruzione dei fatti “ da parte del Corpo Forestale dello Stato, contenuta nella Scheda di trasmissione di notizia di reato del 22.01.2011, allegata agli atti del fascicolo del procedimento penale n. 82/2011 custodito presso il Tribunale di Sala Consilina. Il bosco palustre risulta acquisito al patrimonio dell’Ente, pertanto, è di proprietà comunale; lo stesso, pur ricadendo nel perimetro della zona PIP, non è oggetto di lottizzazione. Da ulteriori riscontri effettuati mediante raffronti tra lo stato attuale dei luoghi e le riproduzioni orto fotografiche in dotazione al sistema cartografico del S.I.M. (Sistema Informativo della Montagna) fornito al Corpo Forestale dello Stato, si evince che il lotto attiguo (lotto n. 09), di recente piazzalizzato, risultava quasi completamente coperto di bosco, in prosecuzione a quello oggi esistente. Come si evince dai rilievi (ortofoto) SET 2006 e LUG 2008. A seguito dei lavori eseguiti si calcola che sono stati distrutti circa 2000 mq. di bosco. Il lotto n. 09, all’attualità, risulta l’unico lotto oggetto di compravendita preliminare, ceduto dal Comune alla Soc. Coop. La Betulla… Ne deriva che il Comune di Sassano ha lottizzato per scopi produttivi un suolo boscato, per cui soggetto a tutela dal vincolo paesaggistico-ambientale come sancito dall’art. 142 del D. Lgs.42/2004, senza tener conto della reale destinazione del sito ed in assenza di nulla osta regionale. A tal riguardo, in data 17 gennaio u. s. si è proceduto ad acquisire, presso l’UTC del Comune di Sassano, la documentazione attinente la procedura amministrativa di realizzazione dell’area PIP…  Si precisa che nella documentazione visionata e acquisita non si riporta in alcun caso la esistenza del bosco sul lotto n. 9 cosa che, di fatto, implica l’imposizione del vincolo boschivo… Nella perizia tecnica, chiesta dalla Procura di Sala Consilina, all’ing. Paolo Tabacco, si legge, inoltre, quanto segue: L’area PIP Fornace è, di tutta evidenza, ai sensi e per gli effetti della legge 431/85 (Galasso), un’area di interesse paesaggistico e la PA ne è ben conscia tanto vero che per dare inizio ai lavori di urbanizzazione dell’insediamento produttivo si rese conto che era necessario (persino dopo che i lavori erano già iniziati) dotarsi del parere della Commissione Edilizia Comunale Integrata (CECI) con successivo invio degli atti al Servizio ambientale della Soprintendenza che non ha ritenuto opportuno intervenire. Ad aggiudicarsi l’appalto per la realizzazione dei lavori di costruzioni dell’area PIP, ancora visibili ad occhio nudo per chi volesse visitare quel che resta del boschetto paleo-palustre dopo che sono stati distrutti circa 2000 mq. di bosco, è stata una ditta di Casal di Principe (CE).  In seguito alle evidenze, certificate dal Corpo Forestale dello Stato, che aveva individuato quattro capi di imputazione (realizzazione di piazzale senza permesso di costruire in zona sottoposta a vincolo paesaggistico; eliminazione suolo boscato; invasione di suolo pubblico; deturpamento e alterazione bellezze naturali luoghi soggetti a tutela autorità)  è scaturito il procedimento penale n. 82/2011 a carico del legale rappresentante della Soc. Coop. “Betulla s.r.l.”, imputato del reato previsto e punito dall’art. 633 c.p. poiché “dopo aver acquistato, dal Comune di Sassano circa 2845 mq. di terreno sito in località Fornace – via Macchia Mezzana (lotto nr. 09 – zona PIP), realizzava un piazzale in materiale misto calcareo avente una superficie di circa 3750 mq., così arbitrariamente occupando circa 941 mq. di terreno del Comune di Sassano”. Il Procuratore ha chiesto, il 12 ottobre scorso, la fissazione dell’udienza dibattimentale per l’unico imputato dell’unico capo di imputazione. Si contempla la possibilità per l’imputato, ove ne ricorrano i presupposti e prima dell’apertura del dibattimento di 1° grado, di chiedere il giudizio abbreviato, il patteggiamento e l’oblazione. Una precedente nostra denuncia dell’anno 2007, archiviata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sala Consilina, tendeva a scongiurare la distruzione del boschetto. Essa costituisce la prova che avevamo anche tentato, dal 2003 (anno in cui promuovemmo un sit-in sul posto) ai giorni nostri, di fare il possibile per salvaguardare un’area di particolare pregio ambientale e paesistico, così come definita a pag. 252 della Carta di destinazione d’uso del territorio (delibera della Comunità Montana del Vallo di Diano n.  3 del 13.02.2003). Tutti questi dati sono stati più volte ribaditi sulla stampa, ma, quando si innescano meccanismi scomodi per i “potenti“ locali, allora si scatenano i soliti meccanismi ai quali siamo ormai abituati e ai quali, per salvaguardare la dignità e la limpidezza dei nostri comportamenti, ci pregiamo di rispondere con la compostezza e l’amore per la verità che contraddistingue chi non ama accettare inviti a cena da parte dei politici del luogo e, di conseguenza, non è poi costretto a prenderne le difese anche quando essi sono indifendibili>>.

 

2 thoughts on “Maresca: la polemica si inasprisce !!

  1. Mi chiedo, se questi professori universitari tra letture di giornali, scrivere e fare soprattutto polemiche, tra Facebook ECC…. QUANDO VANNO ALL’UNIVERSITA O A SCUOLA . Non è meglio che farebbero di più i prof. cioè per quello che vengo pagati (anche profumatamente) cosi il mondo universitario ne guadagnerebbe di più…e anche i ragazzi
    Facciamo il lavoro per cui veniamo pagati….stiamo sempre a recriminare….a discutere, a contrastare….a rimarcare sempre i soliti problemi da anni…Mi meraviglio che la stampa da ancora spazio a queste cose, capisco la libertà di stampa e di espressione….MA CAPITE PURE I LETTORI…

    TANTI AUGURI A TUTTI, ANCHE AL PROF…DE LUCA

  2. “… non riesce a riconoscermi neppure un minimo di indipendenza e di onestà intellettuale…” E come si fa !!! Solo Franco Antonio pote.
    “…Io non utilizzo mai lo strumento dell’informazione per fare politica”. Infatti, L’informazione sembra venga messa al servizio della politica.

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