Trasparenza: da Rozzi a Malinconico


Aldo Bianchini
ROMA – La vicenda Malinconico (neo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio) non deve meravigliare più di tanto. Chi si meraviglia, a mio sommesso avviso, probabilmente vive su un altro pianeta o fa solo finta di non conoscere come e quanto profondamente marcio è il “mondo istituzionale” del nostro Paese. Non deve meravigliare neppure la frase distribuita all’ANSA dallo stesso Malinconico prima di dimettersi: “Non ho mai fatto favori di nessuna natura ai personaggi coinvolti nelle vicende richiamate né a chiunque altro”, questa frase, difatti, conferma la mia affermazione su quanto sia marcio il mondo istituzionale. Il nostro è un Paese strano, l’ho scritto più volte, in cui si pretende che il potere politico governi senza avere quasi alcuna possibilità di ricostruire lo scacchiere organizzativo istituzionale che, nella stragrande maggioranza, non è di nomina ma di carriera. Questo cosa significa!! Significa semplicemente che ognuno di questi grandi personaggi del mondo istituzionale nel corso dei decenni si pone a capo di “un proprio orticello di potere” che difende a denti stretti contro tutto e tutti. In altri Paesi accade esattamente il contrario e cioè che nei punti chiave del potere vanno tutti personaggi di nomina e non di carriera. Non è ovviamente che così si eviti il malaffare e la corruzione, ma il continuo ricambio certamente non favorisce la creazione di tutti quei lacci e lacciuoli che inevitabilmente portano a casi clamorosi come quelli di Malinconico che viene dal cuore del “mondo istituzionale” dove ha avuto modo di curare legami ed amicizie, anche perfettamente legali. Del resto la stessa dichiarazione di Malinconico dovrebbe far riflettere perché secondo questi cosiddetti “boiardi di stato”  basta non fare favori per poter andare in vacanza in alberghi di lusso a spese degli altri. E nel caso di specie parlo dell’hotel Pellicano di Porto Ercole con suite esclusive al costo di svariate migliaia di euro a notte. Che c’entra il nome di Costantino Rozzi, si chiederà qualche lettore, con la vicenda di Carlo Malinconico. C‘entra e come!! Racconto un fatto che ho vissuto in prima persona. Moltissimi anni fa andai ad Ascoli per assistere alla partita di calcio di serie “B” tra l’Ascoli e il Milan. Il capo del personale dell’impresa Rozzi, tale Vincenzo che conoscevo per ragioni di lavoro, mi accompagnò prima nell’azienda agricola di Rozzi, poi a pranzo nell’hotel La Pigna e, infine, alla partita. Dopo la partita feci ritorno a Salerno in auto. Durante il pranzo a Villa Pigna ebbi modo di assistere al via vai di giornalisti sportivi (tutte grandi firme!!) che venivano visitati cordialmente da Rozzi, tavolo per tavolo. Il ragionier Vincenzo mi sussurrò che lì non pagava niente nessuno e che addirittura le grandi firme del giornalismo poi, probabilmente, mettevano a rimborso somme mai pagate ma che, per  molti di loro, il direttore dell’albergo provvedeva anche a fatturare secondo le indicazioni del mitico Costantino. Immaginate soltanto per un momento cosa, all’epoca, poteva invece accadere per i grandi personaggi del “mondo istituzionale” o meglio ancora della “grande politica” in fatto di favori. Insomma Rozzi aveva costruito un intero albergo, di una certa qualità e di un certo lusso, per elargire favori a tutti. E tutti, credo, non hanno mai pensato, neppure per un istante, di poter essere inclusi nell’elenco dei corrotti. Dall’altro lato, però, Costantino Rozzi si assicurava tutti i grandi appalti per i lavori pubblici. Per carità tutti appalti vinti assolutamente in maniera legale e senza ombre, al di là della partite di calcio e dell’hotel La Pigna.  E’ vero che alle spalle aveva il potentissimo Arnaldo Forlani ma è altrettanto vero che si era attrezzato al meglio e in proprio in tutti i settori e in tutti i campi, anche quelli di calcio. Questo è il Paese in cui viviamo, questo è il Bel Paese che tutti ci invidiano, questo è il Paese che abbiamo voluto e che abbiamo costruito, questo è il Paese del quale e nel quale non ci dobbiamo meravigliare più di niente.  Questo è il Paese, infine, in cui c’è chi pensa di poter andare in vacanza a spese di altri quasi come se fosse un diritto sancito dallo “stato dell’arte” di un POaese che è cosi, ci piaccia o no.  Purtroppo, credo, non finirà qui.

One thought on “Trasparenza: da Rozzi a Malinconico

  1. Per il clientelismo non ci meravigliamo di certo,ma la meraviglia delle persone, credo, sia soprattutto per la presa in giro che a turno,ci propinano.Come si fa a soggiornare in un HOTEL accumulare 20mila euro di spese,e non sapere chi te le ha pagate…o abitare in un appartamento e non sai chi l’ha comprato per te…..ma questi tizi credono che siamo tutti deficienti?

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