Acqua pubblica: lo sciopero dell’USB


Da Rossella Lamina (uff.stampa USB)
ROMA – L’Unione Sindacale di Base chiama tutti i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati, i disoccupati, i migranti, gli studenti, a scioperare e a scendere in piazza a Roma il prossimo 27 gennaio contro il governo Monti e le sue politiche di liberalizzazione a favore del grande capitale bancario, finanziario ed economico.  Fra le scelte dell’attuale esecutivo rientra il tentativo di cancellare il netto pronunciamento con cui il 95% dei cittadini italiani ha detto no alla privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni attraverso il referendum del giugno scorso, cinicamente definito “un mezzo imbroglio” dal sottosegretario all’Economia Polillo. Tuttavia l’esito referendario non solo ha chiaramente respinto ogni ipotesi di gestione privata dell’acqua, ma ha anche ribadito che dall’acqua non si possa trarre profitto. La cosiddetta “liberalizzazione”, propugnata da Monti e dai suoi Ministri, va invece in senso nettamente contrario ed insulta peraltro l’intelligenza degli italiani riproponendo quella distinzione, già ampiamente smascherata prima del referendum, fra fonti “pubbliche” e distribuzione idrica affidata ai privati.  Gli italiani hanno già capito, alcuni direttamente sulla propria pelle, che i profitti sull’acqua si fanno nelle città e nelle campagne dove questa viene distribuita, dove i privati si possono arricchire con l’aumento continuo delle tariffe e la qualità dei servizi sempre più scarsa. Come già si è verificato in passato per l’energia, i trasporti, i telefoni, i vantaggi delle privatizzazioni dei servizi attualmente erogati dal pubblico saranno a senso unico, e non certo per i cittadini/utenti.  USB, che è stata parte costituente del comitato referendario “2 Sì all’acqua bene comune”, chiama dunque tutte e tutti allo sciopero generale e generalizzato, indetto insieme alle altre organizzazioni di base e conflittuali, in difesa della democrazia e della volontà popolare, contro le logiche di privatizzazione dei beni comuni, per contrapporsi con forza a questo governo e all’Europa delle banche e della finanza.

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