Cammarota: un cavallo di razza

Aldo Bianchini

SALERNO – L’ultimo contatto con l’avvocato Antonio Cammarota l’ho avuto, via sms, diversi mesi fa in occasione del suo definitivo addio alle cariche che, comunque, il presidente Cirielli gli aveva attribuito, e forse anche l’uscita definitiva dal partito. Gli scrissi testualmente: “Sono d’accordo. E ora!!”. Non mi rispose, contrariamente a tante altre volte quando domenicalmente commentavo la sua rubrica sul quotidiano “Roma-Cronaca”, sempre via sms. A distanza di diversi mesi, dicevo, leggo una sua dichiarazione dolorosa su uno dei tanti quotidiani che suona pressappoco così: “Non mi ritrovo in questo partito e in questo contesto, ma resto fermo sulle mie posizioni di uomo di destra”. Potrei evitare di esprimere il mio pensiero (come fan tutti!!) ma non fa parte del mio carattere e quindi gli ripropongo la domanda: “Sono d’accordo. E ora!!”. Credo che anche questa non risponderà, ma non fa niente. Il necessario è sapere con chi si ha a che fare. E in buona sostanza io credo fermamente che Antonio Cammarota, avvocato di professione e politico per spirito di servizio, sia una persona fondamentalmente onesta con se stesso e di conseguenza con i suoi numerosi elettori. A questo punto tutto è possibile dire, che Cammarota è stato il primo eletto al consiglio provinciale in città, che Cammarota ha una sua personale organizzazione elettorale da far invidia a tutti, che Cammarota è figlio d’arte, che Cammarota è Cammarota e, quindi, non ha bisogno certamente della politica per crescere e casomai per arricchirsi. Basterebbero queste peculiarità per definire Antonio Cammarota “un cavallo di razza” che un tempo sarebbe stato rispettato, corteggiato ed anche temuto. Ma Cammarota è un “puro” e come tale è “inaffidabile” per chiunque. Insomma non è un “servitore sciocco”, se del caso sa ubbidire ma sicuramente non porterebbe mai il suo cervello all’ammasso. Questo suo innato senso dell’indipendenza e dell’autodeterminazione lo ha portato a successi elettorali incredibili ma anche ad insuccessi clamorosi nella gestione del consenso popolare quando questo consenso doveva essere rapportato con i vertici del partito che nella maggior parte dei casi erano e sono privi del consenso elettorale. Probabilmente nella sua scalpitante e prorompente azione della gestione del consenso Antonio Cammarota ha dimenticato che oggi la politica è verticistica e personalistica e non consente alternative alle decisioni apicali, cosa questa che non ha mai digerito, nonostante i ripetuti appelli ed inviti alla serenità di chi gli sta molto vicino. Ad onor del vero Antonio Cammarota, anche se in maniera tumultuosa, ha cercato di legare o almeno di andare d’accordo con quasi tutti i vertici di AN prima e del PdL poi. Non c’è riuscito, un po’ per le sue caratteristiche caratteriali e molto per le barriere difensive innalzate a turno dai vertici del partito, da Antonio Iannone a Antonio Mauro Russo, da Anna Ferrazzano allo stesso Edmondo Cirielli. Ha sgomitato, forse anche sgommato, parecchio Antonio prima di decidersi ad approdare sugli infausti lidi dell’allora ministro Carfagna, non si era accorto che quella verosimilmente era come la “tana del lupo” dove tutti dimostrarono di essere pronti ad azzannarlo anche dopo l’offerta su un piatto d’argento di una poltrona di consigliere provinciale che la “corrente Carfagna” non vedrà mai più, nonostante la recente alleanza con Cirielli. Tutti, però, dovrebbero capire che Antonio Cammarota è fatto così, prendere o lasciare. Il problema sta nel fatto che chi governa un partito prima di lasciare andare sui verdi pascoli delle praterie un “cavallo di razza” dovrebbe pensarci su non una ma cento volte, anche perché con i tempi che corrono, con la perdita costante di consensi da parte della gestione amministrativa della Provincia, è davvero difficile rinunciare ad una macchina elettorale come quella del giovane avvocato salernitano. Capisco che Cammarota è ingombrante, e non solo fisicamente, ma le ragioni della politica e della ricrescita del partito dovrebbero indurre a miti consigli un po’ tutti. Il resto lo deve fare lui, Antonio Cammarota.

One thought on “Cammarota: un cavallo di razza

  1. Scritta alla vigilia delle elezioni…

    Devo dire che ho letto la nota su questo argomento e vorrei dire alcune cose .
    Per me Cammarota non ha sbagliato a candidarsi sindaco . Ho litigato spesso con lui a muso duro e non faro’ campagna elettorale ,ma Non e’ un errore politico. Comunque si sarebbe candidato con la lista civica della sua associazione” la nostra liberta’. Sa bene che finita l’esperienza Alle provinciali difficilmente lo avrebbero ricandidato ed una civica alle provinciali e’ un Terno al lotto. Allora si alle comunali. Ma perche’ ve lo siete chiesto ?
    Se errore c’e stato appartiene a cirielli.
    Non dando al primo degli eletti a Salerno un assessorato delegittimandolo agli occhi dei suoi elettori. Ne conferendo incarichi di un certo spessore politico.3800 voti non sono pochi. Nessuno dei suoi assessori ne ha tanti, la maggior parte nessuno.penso che a questo punto sia stato”costretto”
    Ha tolto la Ferrazzano , ottima persona e Russo dall’orbita della Carfagna. Una valeva 35 voti , l’altro zero e molte polemiche sulla sua persona. Cui prodest?? Alla fine la Ministra , perde poco sul piano elettorale. Cirielli acquisisce un vicepresidente e un assessore senza voti e perde un consigliere eletto con 3800 voti.
    Fate voi i vostri conti della serva. In commercio e utilizzo questo termine, si compra a poco per rivendere a molto. Ma qualcosa di valore.
    Cirielli dovrebbe smettere di fare queste macchinazioni e dedicarsi alla campagna elettorale , persa in partenza , contro la corazzata de luca. Si trastullano con i manifesti botta e risposta.
    Stanno preparando la lista pdl principe Arechi, con gente che voti non ne ha mai avuti . Andate avanti cosi’ . Lo vedi De luca che gia’ si frega le mani dalla gioia.Parlate con la gente che e’ stanca di questi metodiPoi .bisognerà vedere le sorti della Carfagna impossibilitata a defluire nel fli e nell’udc. Bisognerà vedere se papi la ricandiderà in forza Italia .
    Altrimenti tutto sara ‘ stato vano.
    E potremo parlare di un errore politico di Antonio Cammarota, ma solo se non verra ‘ eletto almeno consigliere comunale, altrimenti avrà vinto lui.
    Cordialmente .
    Daniele Caramagna
    Sociologo ,analista politico

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