VALLO DELLA LUCANIA: Operazione antiusura

Antonio Citera

VALLO della LUCANIA – La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Salerno , diretti dal generale di brigata Salvatore De Benedetto ,coadiuvati dagli uomini della brigata  di Camerota Marina , hanno arrestato 9 soggetti  tra professionisti e imprenditori per associazione a delinquere finalizzata all’usura. Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania dott. Giancarlo Grippo, hanno permesso di dare esecuzione, ad una serie di provvedimenti cautelari richiesti dal Sost. Proc. della Repubblica dott. Renato Martuscelli ed emessi dal dott. Nicola Marrone G.I.P. del Tribunale di Vallo della Lucania, nei confronti degli appartenenti ad un pericoloso sodalizio criminale dedito all’usura. L’attività investigativa ha consentito di accertare l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata all’usura, costituita per lo più da personaggi locali: la maggior parte degli interessi economici riconducibili al sodalizio criminoso ruotano intorno ad un professionista. L’intera rete d’affari costruita dagli usurai si estendeva su buona parte del territorio salernitano, soprattutto delle zone costiere cilentane, ed aveva contaminato le limitrofe Province di Avellino e Potenza. Ulteriore dimostrazione della forza del vincolo associativo è confermato dall’ingente volume d’affari che, tra somme liquide gestite, beni mobili ed immobili, si aggira intorno ai 6 milioni di euro. Il meccanismo usuraio, in linea generale, era sempre lo stesso: a fronte della somma erogata il soggetto “strozzato” emetteva e/o sottoscriveva titoli post-datati, il cui importo copriva anche gli interessi usurari maturati, a partire dal 7% mensili con punte del 186,70% su base annua. Alcuni dei principali protagonisti, al fine di portare al termine l’iter criminoso, si sono avvalsi dell’ausilio di familiari, portandoli ad essere consapevolmente concorrenti nel reato: questi ultimi accreditavano sui propri conti correnti molti assegni postdatati emessi dalle vittime usurate. Gli indagati, inoltre, per mascherare il sistema usuraio hanno cercato di adottare ogni precauzione possibile: infatti, per sottrarsi ad eventuali e temute investigazioni di polizia, a turno ponevano all’incasso, mediante accredito sui propri c/c, gli assegni emessi dalle vittime, recanti la dicitura “M.M.” (a me medesimo) e la girata per l’incasso della vittima stessa, assegni naturalmente comprensivi del capitale ricevuto in prestito gravato dagli interessi del 7% mensile. L’accredito degli assegni dei commercianti finiti sotto usura sui c/c degli indagati avveniva prevalentemente presso banche con filiali in Camerota Marina in assoluta libertà, senza adottare alcuna cautela, sicuri che ciò bastasse ad eludere eventuali controlli, ma soprattutto con la consapevolezza di conseguire un ingiusto profitto, a cui non intendevano rinunciare. L’esame della documentazione bancaria, oltre a mostrare quanto fosse radicata nel tempo l’associazione, ha, altresì, appurato l’ingente disponibilità economica a disposizione: particolare confermato dal fatto che il sodalizio criminale era in grado di gestire contemporaneamente diversi soggetti anche per più anni.  Le manette sono scattate nei confronti di: D.T., quarantaduenne di Camerota, ragioniere e capo dell’organizzazione; D.S., settantasettenne di Camerota, imprenditore; A.V.S., quarantasettenne di Camerota, imprenditore edile; A.S., quarantasettenne di Avellino, imprenditore; R.R., sessantaquattrenne di Camerota; P.R.,  quarantatreenne di Camerota, albergatore; L.T.,  quarantunenne di Camerota; R.M., trentasettenne di Camerota, gestore di villaggio turistico; V.D.A, cinquantottenne di Potenza, perito informatico.

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