“STRISCIA”: tra scoop, patacche e aggressioni

Aldo Bianchini

SALERNO – La notizia che Luca Abete, l’inviato di “Striscia la notizia” (Canale 5),  è stato aggredito da “alcuni facinorosi” mentre effettuava un servizio in un maneggio di San Rufo per presunti imbrogli nel rilascio dei patentini abilitanti alla conduzione dei cavalli. In ospedale a Polla sono stati, poi, medicati sia l’inviato che uno dei suoi operatori. Fortunatamente nulla di serio, almeno sul piano fisico. Un atto, comunque, che rimane di una gravità assoluta e che va certamente condannato senza se e senza ma. Chiunque alzi le mani per pretestare le sue presunte ragioni ha torto e va brutalmente condannato, chiunque esso sia. Le immagini che “Striscia” ha mandato in onda sono eloquenti ed allucinanti, la violenza di quei due energumeni è stata devastante, gratuita e fuori da ogni regola. Per questo vanno processati e condannati severamente. Detto questo, però, è necessario un approfondimento sul ruolo dell’informazione forzata e sui limiti che la stessa deve avere e sul ruolo che Striscia ha avuto ed ha nel nostro Paese. Da circa venti anni Striscia, quotidianamente, ci delizia con il suo “tg satirico” e spesso mi sono chiesto, guardandolo, fino a che punto i suoi giornalisti sono bravi e da che punto in poi esagerano e travalicano le regole, anche quelle non scritte, della corretta informazione senza violare lo stato di diritto degli altri. Non sempre li ho compresi e non sempre mi sono sentito in dovere di difenderli, pur riconoscendo al programma il merito di aver svelato tanta illegalità diffusa.  Una domanda, dopo l’aggressione a Luca Abete e dopo l’incidente accaduto a Vittorio Brumotti in un albergo della costa cilentana, ce la dobbiamo comunque porre tutti quanti, giornalisti e non.  Quanti altri giornalisti locali sarebbero in grado di fare servizi come quelli di Striscia? La risposta, almeno dal mio punto di vista, è semplice: tantissimi, forse quasi tutti. Ed allora perché non lo fanno? Perché non hanno la mostruosa potenza difensiva, sul piano della copertura legale con un ufficio composto da uno stuolo di avvocati, di un grande network internazionale come Mediaset ed anche perché sono troppo soggiogati dal potere locale. Tutto qui, la bravura non c’entra assolutamente nulla. E questo, a mio avviso, è un limite gravissimo dell’informazione che da sola suddivide in Serie A e Serie B i giornalisti. Anche il mitico Vincenzo De Luca (per non parlare dei sindaci più piccoli!!) di fronte a Striscia in più di un’occasione ha abbassato i suoi toni spavaldi e polemici. Avrei voluto vedere se uno dei tanti giornalisti della tv private di Salerno e provincia si fosse permesso di fare qualcosa alla “Striscia” che cosa sarebbe successo. Tutti pavidi ed intimoriti gli intervistati di Striscia, poi ci mettiamo anche noi a santificarli e ad osannarli correndo addirittura negli ospedali per intervistarli quando, purtroppo, incappano in brutte disavventure. Come se fosse la notizia della notizia. Insomma quello che è concesso a Striscia non è concesso a nessun altro. Alla faccia della bravura!! Spesso gli inviati di Striscia vengono addirittura scortati dai Carabinieri. Provate, cari colleghi, a chiamare i Carabinieri per un vostro servizio e vedete cosa vi rispondono.  Per rimanere in tema e in zona vi tedio un altro po’ per raccontarvi in breve quanto è accaduto a me personalmente nell’ospedale di Polla, e qui triscia non c’entra davvero nulla. Tempo fa venne convocata una conferenza stampa dal direttore sanitario Nunzio Antonio Babino per la vicenda dolorosa del “caro ambulanza”.  In conferenza chiesi al direttore sanitario se il medico sottoposto a procedimento disciplinare fosse tal dei tali. Una domanda, credo, assolutamente legittima, anche perché il nome del sanitario circolava da tempo negli ambienti giornalistici. Un collega del Vallo di Diano riportò furbescamente sul suo giornale la domanda (ripeto, fatta in conferenza stampa) e sapete cosa succede. Dopo diversi mesi mi arriva una convocazione davanti ad una commissione di mediazione civile in quanto quel medico (sottoposto a regolare provvedimento disciplinare e recidivo) pretende non solo da me, ma anche dal direttore sanitario, dal commissario Bortoletti e dal direttore del quotidiano su cui scrivevo, un equo risarcimento per violazione della sua privacy e per il mio modo (a suo dire!!) aggressivo di fare giornalismo. Vi sembra giusto e corretto questo doppio binario dell’informazione che vede da un lato gli inviati di Striscia massacrare a destra e sinistra e un giornalista locale che non può nemmeno chiedere se a quel nome corrisponde un provvedimento? Non so darmi una risposta, so solo che per Abete in tanti colleghi sono corsi in ospedale per intervistarlo ed eclatare la notizia, tutti si sono ben guardati  però dall’intervenire non tanto per la mia vicenda ma, soprattutto, per quella molto più seria e grave dei giovani colleghi licenziati dalla emittente Uno/Tv/Web di Sala Consilina. Ma la cosa più sorprendente, amici lettori, per ritornare a Striscia sapete qual è: nessun giornalista locale nei vari articoli si è permesso di indicare le generalità del maneggio di San Rufo. Per cortesia fatemele sapere queste benedette generalità che le pubblico io. Solo per inciso puntualizzo la mia sorpresa alla notizia che alcuni colleghi ancora si meravigliano che molti “patentini” (in questo caso equestri!!) vengano rilasciati con tanta leggerezza. A quei colleghi dico: “Ma quanti patentini volete?”.  Alla faccia dell’informazione libera e indipendente!! Purtroppo è così, prendere o lasciare, non ci sono vie di mezzo.

13 thoughts on ““STRISCIA”: tra scoop, patacche e aggressioni

  1. Non solo i patentini equestri sono rilasciati con molta leggerezza ,ma anche tante altre cose… chiunque come cittadino o utente senza fare trafila e per convenienza ha pagato senza fare la trafila o il percorso legale per avere qualcosa…ad iniziare dai diplomi scolastici …con il massimo dei voti….patenti di guida, rinnovo patenti, collaudi e similari…patenti da bagnino, patentini di informatica per computer….e migliaia di altre cose… ADESSO QUANDO SUCCEDE UNA COSA SIMILE COME QUELLA DI SAN RUFO FACCIAMO I MORALISTI ….se succede questo è anche colpa di noi cittadini che vogliamo tutto è subito senzo il rispetto delle regole….pagando naturalmente….come ogni cosa..

  2. Ha ragione Michele…ormai ognuno di Noi ha pagato qualche documento o ha sbrigato qualche pratiche AGGIRANDO le regole o la legge…i patentini che servono per i punteggi dei concorsi ministeriali sono SOLO LA PUNTA DI UN ICEBERG ….

  3. Michele e Gaetano poingo l’accento sul malcostume imperante nel nostro Paese, e fanno bene. C’è anche un malcostume tra i giornalisti, però. Bianchini lancia un’accusa precisa e fa bene anche lui. Vorrei tanto sapere il nome di questo “giornalista furbetto” del Vallo di Diano.

  4. Come sempre l’articolo di fondo del direttore propone una tematica molto interessante, quella dei limiti dell’informazione. Si dovrebbe aprire un dibattito oppure una convention locale. Buon lavoro.

  5. Il signor Michele ha parlato molto bene del malcostume che vediamo ogni giorno sotto i nostri occhi. Tutti possiamo avere tutto, ed a basso costo. Questo, però, non esclude le responsabilità gravissime di quei due del maneggio che il giornalista definisce “facinorosi ed energumeni”.

  6. Quella sul ruolo dell’informazione e sui suoi limiti è una discussione molto interessante. Dico la mia. L’informazione non può avere confini ma deve giustamente avere dei limiti, almeno sotto il punto di vista dell’etica e della invuiolabilità della “proprietà privata”. Complimenti.

  7. Dice molto bene Francesco. A San Rufo credo che sia stata violata anche la proprietà privata. Le immagini sono comunque di una crudezza unica e quel mostro che sfascia la telecamera (forse un extracomunitario) andrebbe punito molto severamente per le mazzate che ha dato all’operatore vicino al contenitore della spazzatura.

  8. Io farei una riflessione diversa. premesso che tutti sanno qul è il maneggio e qual è l’agriturismo di San Rufo (anche perchè mi sembra che ce ne sia uno solo) perchè gli Organi competenti (tipo ASL!!) non attivano subito una bella e severa ispezione finalizzato all’accertamenbto delle condizioni igienico-sanitarie dell’intera struttura. Così da chiuderla per un pò di tempo, tutti sappiamo in quali condizioni è tenuta.

  9. Io e Michele, sia chiaro non giustifichiamo il gesto e la violenza del Titolare del Maneggio, anche se devo dire la sincera verità, conoscendoli non me la aspettavo, con chiunque, sono è sono stati sempre molti educati ed ospitali, tanto che la loro struttura ricettiva è tra le migliori della Provincia di Salerno (é questo nessun la può negare) ….voglio dire, anche se non lo giustifico del tutto, molto spesso ( io lavoro nel mondo della formazione e informazione e altri vari settori…) nel caso dei patentini, ma anche per altre cose.. E’ lo stesso utente o cittadino a costringere le strutture o le agenzie al rilascio urgente del documento… con la solita frase…”se non me lo dai tuo, vado da un’altra parte… da Tizio o caio che fa un prezzo anche minore..” Nel Vallo di Diano ci sono stati rilasci facili di patenti e attestati (è vero è un mal costume) parlo di formazione, pero non certo ad opera degli adetti locali anzi siamo stati vittime di chi faceva formazione senza fare corsi, le poche agenzie o i corsi di formazione ad opera delle agenzie del Vallo sono stati svolti sempre con onesta e molto interesse degli utenti, e la formazione fatte da agenzie esterne (Napoli, Salerno ecc..) che scredita e danneggia la professionalità del Vallo….e questo avviene anche in altri settori…purtroppo a volte anche per sopravvivere come attività ti adegui agli altri…

  10. Ma che storie va dicendo Gaetano. Sinceramente non capisco questo suo atteggiamento “buonista”. Chi alza le mani, qualunque sia la ragione o il torto, sbaglia in maniera clamorosa e va punito. Evidentemente Gaetano non ha ben guardato il video di Striscia; si sente chiaramente il capo impartire l’ordine di picchiare a quel deficiente che ha menato l’operatore e spaccato la telecamera. Neppure nell’Africa nera accade ciò. Diamoci una regolata tutti. Quandoi vengono travalicate le linee di confine la punizione deve essere esemplare, anche a carico di fa informazione travalicando tutti i limiti e i confini. Siamo però un paese di “papere sciolte”, guardate e leggete cosa scrive ondanews (e per essa Rocco Colombo). Pur di dire in ogni rigo che è stato il primo a correre in ospedale, che è stato il primo ad intervistare Abete, che è stato il primo ad intervistare Antonio Marmo (uno dei due brutali aggressori), sta zigzagando tra Abete, Marmo e il cosiddetto equilibrio dell’informazione dando la parola (per quale motivo!!) anche a chi andrebbe senza esitazioni allontanato dalla società civile almeno per un pò di tempo. Vorrei chiedere a tutti: “Ma Colombo ci è o ci fà ?”, qui gatta ci cova. Non si può essere al tempo stesso difensore di Abete e protettore di Marmo che ha disonorato il Vallo di Diano e non gli altri giornalisti come Erminio Cioffi (La Città – Italia/2) e Angela Freda (Italia/2) che hanno giustamente stigmatizzato l’atteggiamento assolutamente dannoso per l’intero territorio del Marmo e di quel suo scagnozzo. Ma vuoi vedere che alla fine “il giornalista furbetto” citatoi da Bianchini nell’articolo non è proprio Colombo? Sarebbe veramente molto grave e la denuncia di Bianchini assumerebbe toni e messaggi molto precisi.

    1. Caro Marcello

      Se leggi bene il commento che ho scritto precedentemente “sia chiaro non giustifichiamo il gesto e la violenza del Titolare del Maneggio” quindi il mio non è UN ATTEGGIAMENTO BONISTA e non assolviamo il titolare dai fatti che ha commesso….Forse io non ho guardato bene il filmato è vero ….però non facciamo informazione inutile e lesiva con supposizioni aleatorie …però per una informazione corretta, ma vale per qualsiasi cosa, bisogna sapere le due versione dei fatti, anche quella di MARMO non solo di ABETE…

  11. Beh!! mi piace questo dibattito ed intervengo. Leggo spesso questo quotidiano online perchè non rincorre a tutti i costi il “copia e incolla” e predilige maggiormente l’approfondimento ed anche specifiche rubriche tecniche, da Mondo Cattolico a Comma 2, dallo Sport alla Prevenzione, dalla Medicina all’Ambiente. Detto questo devo subito dire che Bianchini, ancora una volta, ha centrato l’argomento che non è la rincorsa alla “prima notizia” piuttosto l’analisi di fatti e circostanze per tentare di proporre risoluzioni. Ovviamente non sempre ci riesce. Spesso, però, come dicevo centra il bersaglio grosso. E questa volta, a mio parere, il bersaglio non è uno ma due: l’appiattimento dell’informazione locale e la figuraccia nazionale provocata e procurata dai due biechi aggressori del maneggio annesso alla struttura agro-turistica di San Rufo. Rocco Colombo, assolutamente ondivago, non fa altro che mischiare ancora di più le carte inquinando la “notizia” che è e resta drammatica e dannosa per tutto il territorio del Vallo di Diano che, badate bene, Striscia ha cercato comunque di salvare non sottotitolando (con l’indicazione del luogo e della provincia) il servizio e limitandosi solo all’accenno orale del paese. Corre voce nel Vallo che qualcuno (il giornalista furbetto?) ha criticato i giornalisti Freda e Cioffi, che avranno certamente come tutti i loro difetti ma che hanno raccontato i fatti così come sono accaduti senza cercare di difendere l’indifendibile. Dice bene Marcello, se si ascolta attentamente il filmato di Canale/5 (ancora presente su youtoube) si sente chiaramente che il Marmo incita a gran voce quell’idiota dello scuderio (forse migrante!!) a “spaccare la faccia” al malcapitato operatore e si vede che lo scudiero va anche oltre spaccando finanche la teecamera. Di fronte a questi fatti, vorrei dire a Colombo, non vale niente il principio secondo cui per una corretta informazione bisogna ascoltare le due voci; qui non c’è niente di corretto, ci sono solo due “bulli delinquenti” che aggrediscono brutalmente. Punto. Cosa singifica dare voce all’aggressore se non consentirgli di fare ancora più danni di quanti non ne abbia già fatti. Mi consenta Colombo di dirgli che se voleva essere più equilibrato bastava non correre in ospedale e aspettare qualche “secondo” prima di partire a testa bassa in difesa di Abete. E poi, infine, c’è la questione che pone Bianchini e che riguarda il “limite-confine” della corretta informazone. a di questo possiamo parlarne anche innun altro momento. Buona domenica.

  12. La storia ci insegna che quando accadono questi fatti riprovevoli quelle che fanno più danni sono le mogli che si mettono in mezzo. Guardando Striscia mi è parso di vedere la stessa cosa con quella “povbera donna”, moglie del Marmo, cher tenta a gran voce di calmare il marito. Come sempre avviene invece di calmarlo quelle grida, forse, lo eccitano ancora dii più, e giù botte da orbi. Ma quale principio di equilibrio dell’informazione. Chi usa le mani non ha diritto a parlare e nemmeno a scusarsi. E poi scusarsi di cosa, di aver menato furiosamente due “poveri imbecilli” che pur di rincorrere una notizia (che già avevano!!) spingono fino alle estreme conseguenze un “diritto dell’informazione” che comunque (come giustamente dice Bianchini) deve avere dei confini molto precisi, oltre i quali non si dovrebbe mai andare. Oltretutto, ripeto, la notizia del malaffare (se così si può dire) ce l’avevano già ed era stata ampiamente mostrata nelle precedenti immagini prima dell’agggressione. “Chi si accontenta gode recita un antico proverio. Buon lavoro.

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