Gambino/44: l’illegalità schermo delle infiltrazioni ?

Aldo Bianchini

PAGANI – “Il mancato rispetto delle procedure previste dalla legge, anche se non riferibile esclusivamente all’infiltrazione della criminalità organizzata, pur riscontrata, è la condizione necessaria per favorire il condizionamento mafioso”. Questa la frase ad effetto che stando al quotidiano “Il Mattino” del 22 aprile 2012 sarebbe stata pronunciata dall’ex Prefetto di Salerno, Ezio Monaco, nell’ambito di un’intervista più ampia rilasciata ad una giornalista del predetto quotidiano. Leggendo attentamente l’affermazione mi sono detto, tra me e me, che l’ex Prefetto se la poteva proprio risparmiare, anche perché non rientra nei compiti specifici di un prefetto fare l’analisi e spiegare il contenuto di una relazione accompagnatoria della relazione redatta dalla Commissione d’Accesso. Oltretutto non è compito di un prefetto, rappresentante del Governo, rendere dichiarazioni specifiche ad una sola testata giornalistica che per quanto nota possa essere è pur sempre una voce soltanto. Detto questo passo subito a ricollegarmi proprio alla relazione della Commissione che, dicevo in un’altra puntata, sembrava quasi sovrapponibile all’ordinanza di arresto firmata dal gip Gaetano Sgroia. Dobbiamo porre al centro di tutta la vicenda giudiziaria il “centro commerciale Pegaso con relativo parcheggio” perché è proprio da questo lato che prende spunto l’accusa di infiltrazione di stampo camorristico che vede al centro di tutto sempre e comunque i f.lli D’Auria-Petrosino, accusa che finisce con lo scioglimento del Consiglio Comunale. Dunque il Prefetto di Salerno (Ezio Monaco) nella relazione al Ministro afferma che: “in estrema sintesi si rileva che, violando la normativa in materia urbanistica e derogando a quanto stabilito dagli strumenti pianificatori vigenti, il titolare del centro commerciale, tale … omissis, veniva indotto alla realizzazione di un parcheggio che, sulla base di apposito accordo, sarebbe dovuto essere trasferito al Comune che, a sua volta, lo avrebbe affidato in concessione ad una cooperativa facente sostanzialmente capo ai fratelli … omissis”. Non sono nessuno, faccio semplicemente il giornalista, ma mi sembra davvero incredibile che in pieno svolgimento di un processo penale il Prefetto si prenda la briga di arrivare rapidamente alle conclusioni con una specie di sentenza preventiva che in questo Paese è consentito fare soltanto alla giustizia sportiva. E’ necessario precisare che il CCP (Centro Commerciale Pegaso) aveva avuto dal Comune di Pagani un’autorizzazione per l’apertura di una “grande struttura di vendita” rilasciata ai sensi dell’art. 11 della L.R.C. n. 1/2000 su parere della Conferenza dei Servizi con la partecipazione di Regione, Provincia e Comune. Andrebbero tutti arrestati se le affermazioni del Prefetto fossero elevate a dignità di prova? Non posso crederci. Ma andiamo avanti. Il CCP per poter sfruttare tutta la potenzialità dell’autorizzazione, rilasciatagli per circa 8.000 mq., nel 2005 presentò al Comune un progetto di ampliamento dell’immobile (e dove sta la pressione induttiva del Comune !!)  chiedendo l’attivazione della procedura prevista dall’art.5 del DPR  N. 447/98 in quanto, non essendo tale intervento compatibile con le norme del PRG/PUC, occorreva una variante allo stesso sempre nel pieno rispetto delle determinazioni della Conferenza dei Servizi che costituivano proposta di variante al PRG/PUC previa approvazione del Consiglio Comunale. Prima della discussione in Consiglio la proposta di variante del CCP venne ampiamente pubblicizzata per le eventuali osservazioni ed infine approvata. Il CCP diede subito inizio ai lavori richiesti per arrivare all’apertura delle singole attività che, in presenza dei requisiti oggettivi e soggettivi, non possono essere negate in quanto il Comune non aveva e non ha alcun potere di veto. A quel punto si appalesò un “maggiore carico urbanistico” derivante dall’ampliamento in variante e il CCP invece di cedere alcune aree chiese al Comune di monetizzarle, cioè di pagare un corrispettivo economico in luogo della cessione delle aree stesse. Il CCP, quindi, chiese al Comune di mantenere la proprietà del parcheggio pagando solo il costo sostenuto per la sua realizzazione a cui aggiunse il costo dell’area di sedime. Quasi come se noi, comprando una casa, volessimo pagare il costo sostenuto dal costruttore e non il valore del bene. E qui nasce il vero problema, la perizia disposta in sede di udienza ha dimostrato che il parcheggio ha un valore di molto superiore al prezzo pagato sulla base di indicazioni monocratiche e giurate da parte del CCP, per cui cedendo il parcheggio al prezzo indicato è stato fatto un regalo (e non una pressione camorristica!!) ai proprietari del CCP e il regalo lo ha fatto il Consiglio Comunale, nella sua autonomia e sovranità,  che approvò quella monetizzazione. Quindi semmai venisse riscontrato un illecito la responsabilità ricadrebbe su tutti coloro i quali hanno firmato quella delibera. Tutto questo che ho raccontato non è frutto di invenzione pseudo-giornalistica ma è venuto fuori dal dibattimento, dalla perizia giudiziaria e dalle stesse affermazioni del capitano Rossi. Per intenderci meglio vorrei, infine, ribadire tre concetti essenziali: primo è che la cessione delle aree al comune è prevista per legge; secondo chee il CCP era obbligato a cedere le aree di parcheggio mentre il comune non era tenuto a monetizzarle; terzo il comune poteva tenere per se il parcheggio e farlo gestire a chi voleva, D’Auria-Petrosino compreso. Per buona pace di tutti. Tutto esattamente al contrario di quanto relazionato dal Prefetto al Ministro. Ma la storia, ovviamente, continua. Alla prossima.

One thought on “Gambino/44: l’illegalità schermo delle infiltrazioni ?

  1. Egregio dott. Bianchino,
    al Suo compiuto e corretto commento occorre aggiungere ancora un’altra “palla” raccontata dai funzionari dell’ente (Ferrante Gennaro in primis) contro Gambino e cioè “che il prezzo pagato per la monetizzazione del parcheggio è servita per pagare i debiti del Comune ed in particolare il ripiano perdite Multiservice Srl anno 2005 pari ad € 668.000,00”.
    E’ una “palla” smentita dagli atti e cioè:
    il ripiano perdite 2005 Multiservice Srl è stato approvato dal C.C. con delibera n. 36 del 25.09.2007 ed è stato finanziato con imputazione della spesa al capitolo 2912 bilancio 2006 avente ad oggetto: ” Ripiano perdita Multiservice Srl anno 2005″.
    La monetizzazione del parcheggio è stata approvata il 25.09.2007 e la somma a pagarsi è stata rateizzata in cinque rate a partire dal 2008.
    Mi chiedo: questi funzionari hanno almeno la forza di vergognarsi? Perchè sono ancora a piede libero?
    Buon lavoro

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