Gambino/59: dalla Commissione d’accesso al PM

Aldo Bianchini

PAGANI – La notizia che il Viminale (Ministero dell’Interno) abbia preso di mira Alberico Gambino e il suo staff non mi ha colto tanto di sorpresa, ne ho già parlato in precedenza e confermo pari pari il giudizio che diedi sulla Commissione d’Accesso che a Pagani ha svolto un lavoro davvero encomiabile. La cosa più risibile è che il Ministero apoditticamente spara a zero strambalate decisioni senza aspettare le necessarie verifiche dibattimentali. Insomma il Ministero si fida ciecamente di quel copia-incolla che i Commissari fecero durante la loro permanenza al Comune di Pagani trasfondendo, pari pari, l’ordinanza di arresto che il Gip Gaetano Sgroia firmò nel lontano luglio 2011 nella loro relazione informativa. Davvero allucinante, anche perché la sostanza pedissequamente elencata nell’ordinanza del Gip è stata in gran parte letteralmente sconvolta dal pubblico dibattimento, senza escludere nuove sorprese o anche colpi di coda dell’ultima ora. Il profilo delinquenziale delineato a carico di Alberico Gambino Giuseppe Santilli e Massimo Quaratino sembra uscito da uno di quei film americani sulla malavita della Chicago degli anni ’30. L’eventuale incandidabilità per i prossimi dieci anni sembra quasi che venga agitata come una minaccia contro gli imputati e come una pressione senza precedenti sullo stesso collegio giudicante che potrebbe trovarsi nella scomodissima posizione di mandare assolti, o quasi, quegli stessi imputati che invece il Ministero (mai così premuroso in precedenza!!) ritiene pericolosi ed abituali delinquenti. E tutto basato su un probabile copia-incolla eseguito, neppure in maniera intelligente, dai componenti la Commissione d’Accesso che, su delega del Prefetto di Salerno a tanto invitato dal Ministero, negli uffici amministrativi del Comune di Pagani non potè accertare nulla di nuovo e nulla di ulteriormente compromettente rispetto a quanto già ipotizzato dai PM Volpe e Montemurro ed avallato dal Gip Sgroia. Qualcuno ha detto e scritto che un simile provvedimento (che dovrà trovare le giuste sedimentazioni nelle varie fasi procedurali e processuali!!) non ha precedenti nella provincia di Salerno. E’ peggio, non ha precedenti nella storia giudiziaria  del Paese, altro che la piccola provincia nostrana. Però in momento assai particolare del processo, proprio alla vigilia del grande giorno di Alberico Gambino previsto per lunedì 16 luglio prossimo, la notizia viene lasciata filtrare e conseguentemente viene sparata su tutti i giornali. Giornali che in verità negli ultimi giorni stavano un pò raddrizzando il tiro e stavano facendo balenare, anche se molto pallidamente, una possibile svolta del processo in favore di Gambino e del suo staff. Dalla lettura della stampa, finanche su La Città (e quanto dire !!), questi squarci di timido garantismo erano apparsi con estrema chiarezza, solo chi non voleva capire non ha capito che qualcosa incominciava a muoversi. Ed ecco la botta, studiata forse scientificamente a tavolino, che tutta la stampa ha subito raccolto ed eclatato anche al di là delle stesse aspettative della pubblica accusa. Devo essere sincero e confessare che mi ero un po’ preoccupato dal cambio di tiro della stampa che poteva mettere a rischio la mia unicità di garantista ad ogni costo. Dopo la botta del Ministero sono più sereno, primo perché non cambia di una virgola la posizione degli imputati e secondo perché potrò mettere in luce un aspetto molto importante di tutta questa vicenda, aspetto che è sfuggito alla stampa in genere che non fa tesoro del famoso detto: due più due non fa quattro. L’aspetto che nessuno tratta è la figura del pm Vincenzo Montemurro, una figura molto sovradimensionata rispetto all’inchiesta. Ma di questo, abbiate pazienza soltanto qualche ora,  ne parlerò nella prossima puntata.  

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