TANGENZIALE: vent’anni dopo, tra morti, amori e manette !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Sabato 30 giugno il presidente della provincia, on. Edmondo Cirielli, ha ufficialmente aperto lo svincolo sud che dalla tangenziale porta in direzione dell’aeroporto e dell’Aversana verso Paestum e Agropoli. “In tempi brevi –ha detto Cirielli- avvieremo i lavori per la parte nord anche se, forse, nel 2013 le Province non ci saranno e noi non saremo qui. Non importa, l’importante è aver portato a termine l’opera” (fonte La Città del 1° luglio 2012). Finalmente l’opera si sta avviando alla sua conclusione, anche se con alcune correzioni rispetto a quella immaginata, progettata, finanziata dal laboratorio socialista degli anni 80/90 e bloccata dalla magistratura al tempo della furiosa tangentopoli salernitana. Correva l’anno 1992, alla fine del mese di giugno viene assegnata la gara di appalto per la costruzione del prolungamento della tangenziale di Salerno che deve riammagliare in una rinnovata rete stradale l’aeroporto di Pontecagnano alla città di Salerno e deve congiungersi alla già progettata strada “Aversana” da e per Paestum ed Agropoli. Pochi giorni dopo l’aggiudicazione della gara parte con irruenza tangentopoli con gli arresti per la Fondovalle Calore (23 luglio 1992, in galera finiscono Raffaele Galdi (uno dei due compassi d’oro), Pasquale Iuzzolino, Geppino Parente, Mario Inglese, Vittorio Zoldan e Pasquale Silenzio). La gara del prolungamento della tangenziale subisce i primi stop. La tangentopoli va avanti e travolge un po’ tutti, la mattina del 17 aprile 1994 viene arrestato l’altro compasso d’oro, Franco Amatucci, che insieme a Galdi ha disegnato e governato i maggiori progetti per i lavori pubblici a Salerno e in provincia. In quei giorni di carcerazione si parla di un corposo memoriale che l’ingegnere docente universitario avrebbe vergato di suo pugno e consegnato ai pm Vito Di Nicola e Luigi D’Alessio. Franco Amatucci viene liberato, senza condizioni, la mattina del 2 maggio 1994 dopo soltanto sedici giorni di permanenza a Fuorni. La città trema ed aspetta le prime conseguenze di quel memoriale, che puntuali arrivano subito. Dopo vari sussurri ed indiscrezioni la mattina del 30 giugno 1994 vengono arrestati il politico Franco Brusco, il tecnico Nicola Sardone e l’imprenditore Antonio Corsicato. I primi due finiscono in cella a Fuorni, l’ultimo (Corsicato) fa in tempo a salire sulla sua barca (si fa per dire!!) ed a rifugiarsi in acque internazionali. Franco Brusco è molto noto negli ambienti politici ed è stato anche assessore ai lavori pubblici della Provincia un paio di anni prima all’epoca dell’aggiudicazione dell’appalto in questione. Nicola Sardone, tecnico, è un personaggio molto noto negli ambienti sportivi salernitani; è stato il direttore dei lavori per la costruzione dello Stadio Arechi ed uomo di assoluta fiducia dell’imprenditore Antonio Corsicato che rappresenta una delle holding imprenditoriali più prestigiose nel campo dei grandi lavori pubblici a livello internazionale. Mentre Corsicato tiene duro sulla sua barca miliardaria al largo del Tirreno, la Città si spacca sulla colpevolezza delle due prestigiose figure cittadine e provinciali. Sull’inchiesta l’ombra inquietante dello stato di salute della giovane moglie di Nicola Sardone che dopo qualche mese morirà tra lo sconforto generale. Alla fine Antonio Corsicato si arrende ed entra a Poggioreale. La pubblica accusa, sulla scorta del memoriale Amatucci, sostiene che proprio presso lo studio del compasso d’oro (plenipotenziario dell’allora ministro Carmelo Conte) si sia sviluppato e concretizzato l’accordo spartitorio. In ballo 200milioni di lire da concedere a Brusco tramite Amatucci che li avrebbe ricevuti da Corsicato attraverso le mani di Sardone. Sembra anche che alla fine Brusco abbia ricevuto non più i 200milioni promessi ma molti di meno. Dopo anni di processi i tre vengono pienamente scagionati. Franco Brusco ritorna alla vita politica, viene eletto in rapida successione prima alla Provincia, poi alla Regione ed infine al Parlamento. Antonio Corsicato continua la sua brillante, spumeggiante e fiammeggiante carriera imprenditoriale. Nicola Sardone, dopo la morte della moglie, si innamora di un’altra donna che rapidamente sposa. Non è una donna qualsiasi, è nientemeno che la dottoressa Crespi, magistrato, membro del collegio giudicante d’appello del processo Fondovalle Calore. Tra gli imputati eccellenti di quel processo d’appello c’è anche l’ingegnere professore Franco Amatucci che con il suo famoso memoriale ha provocato l’arresto di Nicola Sardone. Anche questo è stata tangentopoli a Salerno. Non spaventatevi per quello che ho scritto; in effetti Franco Amatucci non verrà mai giudicato dalla Corte di Appello di Salerno. Anche questa è giustizia: il mitico e compianto professor Nino Dalia (difensore storico di Amatucci), con una serie di artifici, riesce a sganciare il compasso d’oro dall’appello. I professori Dalia e Amatucci sono da tempo deceduti. Morale: alla fine si contano esattamente vent’anni di ritardo per il prolungamento della tangenziale; anche questo ha provocato la giustizia di  tangentopoli. Contrariamente alle opere sbandierate e mai ultimate dall’Amministrazione Comunale almeno Edmondo Cirielli e la sua giunta riescono a chiudere e completare qualche opera per il bene della collettività-

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