SANZA. Cacciatore ferito . Il colpo è partito dal fucile di un suo compagno di caccia.

 

 

Antonio Citera

SANZA – Sfiorata la tragedia ieri mattina a Sanza. Durante una battuta di caccia, un uomo di circa 50 anni del posto, è rimasto ferito in maniera seria da un colpo di fucile partito accidentalmente dall’arma di un altro cacciatore  che si trovava nello stesso posto. Il 50enne A. G. queste le sue iniziali, è stato soccorso in loco dai sanitari del 118, e successivamente è stato trasportato  in eliambulanza presso l’ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno con profonde ferite alla testa, al braccio e al torace. Sul caso indagano i carabinieri della locale stazione, che dovranno stabilire l’esatta dinamica della vicenda. Una giornata come tante, un gruppo di amici appassionati di caccia, escono di buon ora per coltivare il loro hobby. Erano le prime ore della mattinata di ieri,in località “Spartusedda” nelle campagne di Sanza, quando un colpo di fucile partito in maniera accidentale dall’arma di un compagno di avventura, ha colpito A.G. operaio di Sanza sposato con due figli. Una scarica di pallini che lo ha ferito al capo, al braccio e al torace. Subito soccorso dagli stessi cacciatori, sul posto è arrivata un’ambulanza del 118. I sanitari, verificate le condizioni abbastanza serie del ferito, hanno optato tramite l’ausilio di un’eliambulanza per un trasferimento d’urgenza presso l’ospedale San Leonardo di Salerno. L’uomo, dopo i medicamenti del caso, è stato ricoverato e le sue condizioni sono sotto controllo, i medici escludono il  pericolo di vita. Sul posto sono giunti anche i carabinieri della stazione di Sanza che hanno subito effettuato i rilievi del caso, ed hanno cominciato le indagini per risalire alla giusta dinamica. Dopo aver a lungo interrogato gli altri esponenti del gruppo di caccia, e dopo aver carpito elementi utili all’inchiesta, i militari dell’arma stanno ricostruendo l’accaduto. Da voci di popolo si apprende che il colpo che ha ferito l’uomo è esploso probabilmente in seguito ad una caduta sul terreno bagnato di un altro cacciatore che si trovava in prossimità di A.G. .  Un grave fatto di cronaca che ha gettato un velo sull’intera comunità che si è stretta in preghiera intorno alla famiglia dell’uomo auspicandone una pronta guarigione. Una giornata da dimenticare dunque, una semplice battuta di caccia al cinghiale che poteva tramutarsi in tragedia, un caso, una fatalità, un incidente di percorso, una realtà diffusa che specie nei periodi di attività venatoria, si ripropone con puntualità. Ogni anno nel territorio nazionale, si contano molti casi analoghi, centinaia le persone coinvolte che spesso ci lasciano la pelle. Se ne parla poco purtroppo, ma il dato scottante ci conferma che di pratica venatoria, non muoiono soltanto gli animali, basta leggere i dati che ci dicono quanto segue: negli ultimi quattro anni,sono stati  114 i morti e 304 i feriti provocati dai pallini  dei cacciatori. Non più una faccenda legata alla difesa della fauna e del territorio dunque, ma  bensì qualcosa che tocca le persone e la loro incolumità.

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