Anno Giudiziario 2013: come prima, più di prima !!

Aldo Bianchini

SALERNO – L‘ermellino più prestigioso della circoscrizione giudiziaria di Salerno, il presidente della Corte d’Appello dott. Matteo Casale, sabato 26 gennaio 2013 ha inaugurato l’Anno Giudiziario 2013. Si è ripetuto lo stanco rituale degli ermellini che percorrono il lungo corridoio che porta verso l’ampia sala dedicata al compianto Nicola Giacumbi (il procuratore ucciso dalle Brigate Rosse). Tutti contro tutto e tutti contro tutti. Come del resto è accaduto ogni anno, almeno in questi ultimi venti anni da tangentopoli in poi. Ancora i venti di guerra tra i due poteri forti (politica e magistratura) non si sono placati, anzi. La politica che nicchia e cerca di riformare il riformabile, anche sbagliando, e la magistratura che esige sempre di più, che spara a a zero, che contesta ogni atteggiamento della politica e che distrugge ogni minimo e timido tentativo di riforma. Si va avanti così, si naviga a vista senza un preciso obiettivo che non sia quello dello sfascio totale ed irreversibile. Intanto la camorra avanza e conquista nuove e più importanti fette di mercato, dal commercio alle costruzioni, ma è una storia già vista e già scritta, soprattutto già gridata nelle precedenti inaugurazioni giudiziarie; qualcuno, ovviamente, se ne accorge soltanto oggi altrimenti non avrebbe niente da scrivere e niente da dire. Da tempo ormai, per fermarci soltanto a Salerno, le vetrine del corso, una volta tutte dei salernitani, sono nelle saldi e facoltose mani napoletane, con tanto di riciclaggio marchiato a fuoco, nel vero senso della parola. Come ogni anno anche il presidente dell’ordine forense di Salerno grida allo scandalo e tuona sia contro la ipotetica riforma (che lui sa bene non ci sarà mai !!) sia contro i tagli degli uffici giudiziari ma intanto non dà la giusta visibilità e rappresentanza all’ordine di Sala Consilina, reo secondo lui di aver favorito l’accorpamento del tribunale salese a quello di Lagonegro. E lo Stato, ebbene lo Stato era assente dalla cerimonia; lo stesso presidente Casale si è lamentato denunciando ad alta voce e senza infingimenti <<l’assenza completa di rispetto del principio di equità>> e lanciando l’accusa in relazione a <<situazioni insostenibili che limitano una corretta amministrazione della giustizia>>. Come sempre molto efficace il presidente Casale, ma la giustizia è un’altra cosa, ovviamente, e non può limitarsi soltanto alle denunce ed alle accuse. La dottoressa Caterina Carucci, rappresentante del ministro della giustizia, ha avuto anche l’ardire di parlare di “riforma efficace e virtuosa”; fortunatamente le ha fatto eco  Vincenzo Pellegrino (pres. ANM distrettuale) con un secco <<incomprensibile>>. E si è andati avanti così, tra botte e risposte, senza un filo logica e senza la capacità da parte dei politici presenti di non fare politica, almeno durante la cerimonia e gli interventi ufficiali. L’unico dato serio e concreto ha riguardato l’allarme per le troppe violenze sessuali in famiglia e soprattutto sui minori; una faccia della società che andrebbe decisamente cancellata. Con grande serietà e serenità il presidente del tribunale di Sala Consilina, Sergio Antonio Robustella, ha rinunciato al suo intervento preferendo attendere elementi nuovi dalla Corte Costituzionale. Poi, lentamente, la gente ha cominciato a sfilarsi dalla riunione e dal salone marmoreo, mentre le voci degli ultimi interventi gracchiavano quasi da sole e isolate. L’appuntamento è per l’anno prossimo; per la giustizia domani è un altro giorno, si vedrà.

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