UNIVERSITA’: diavolo di un Pasquino !! Bianchi direttore generale, e il Rettore ?

di Michele Ingenito

Lo avevamo anticipato alcune settimane fa, citando per nome e cognome una sola persona (Attilio Bianchi, ex-manager del “Ruggi d’Aragona” di Salerno) come futuro direttore generale, tra i sei papabili della rosa, ristretti, poi, a tre per la selezione finale.

E così è stato. Dal cilindro dei tre finalisti a disposizione del rettore uscente Raimondo Pasquino (oltre a Bianchi, Giuseppe Paduano, direttore amministrativo uscente, e Gaetano Telesio, direttore amministrativo in carica dell’Università di Benevento), è spuntato, come da copione, il nome del primo.

In realtà, l’operazione non è andata liscia come l’olio. Ben cinque rappresentanti del corpo docente su ventuno componenti (Barletta, Foscari, Perna, Vaccaro e Vinci) hanno appoggiato la mozione del professore Pellecchia.

Quest’ultimo aveva sostenuto la ovvia opportunità di rinviare la nomina del nuovo direttore generale subito dopo l’elezione del futuro rettore della nostra università. Cosa che avverrà tra poco più di due mesi, ai primi di giugno. Ciò per consentire al nuovo primo inquilino dell’ateneo di avvalersi del diritto di nominare il suo più stretto collaboratore, come la nuova legge attualmente consente. Una legge in verità ambigua e da spoil system in quanto è la parte politica a scegliere quella amministrativa. Frantumando la regola del buon senso e creando un evidente imbarazzo al suo successore, Pasquino ha preferito correre, dunque, contro il tempo, ignorando la pur sensata proposta di Pellecchia. Proposta peraltro motivata, secondo alcuni, da ragioni diverse, interessate ad una candidatura interna all’ateneo.

Alla fine, sul nome proposto da Pasquino, cinque astenuti e voto contrario del proponente la mozione.

Tutti, o quasi, i componenti del senato accademico (21 su 27 votanti), appiattiti, quindi, sulle posizioni del rettore uscente.

Cosa accadrà intanto? Il futuro rettore confermerà il medico Bianchi? O ci sarà il colpo di scena con la sua sostituzione a favore di un altro direttore generale? O qualcuno è già sicuro che la cosa non accadrà?

Possibile, insomma, che quel diavolo di Pasquino sappia già con certezza chi sarà il suo erede? Un erede disposto sin d’ora a confermare Bianchi? Per quanto diavolo, te lo diciamo naturalmente con un’ammirazione ed una stima infinita e non meno infinito affetto e simpatia, caro Pasquino. Fermo restando le nostre ben note e sempre più consolidate diversità, saprai pur fare i coperchi, ma non le pentole!

E, infatti, facciamo finta che si stipuli un contratto da triennale a quinquennale prima della elezione del nuovo rettore. In caso di mancata riconferma, l’ateneo salernitano dovrà rimborsare l’intero appannaggio ad Attilio Bianchi. Lo stabiliscono le sentenze dei tribunali.

Ecco l’incastro, dunque, ecco dove Pasquino chiuderà la partita in anticipo con il proprio successore, garantendo di fatto la permanenza del suo pupillo mandato-natural durante.

 

IL NUOVO RETTORE: CHI?

 

Quanto al futuro rettore, salvo che i giochi non siano già stati realizzati con largo anticipo, come sovente accade tra le mura silenziose di poteri oscuri e maleodoranti (non è questo, ovviamente, il caso), la battaglia per il futuro rettore si annuncia calda e con numerosi candidati da tempo in silenziosa, eppure intima e spasmodica attesa: da Annibale Elia a Ileana Pagani, da Pasquale Persico a Aurelio Tommasetti, da Antonio Piccolo (quest’ultimo pro-rettore delegato all’edilizia e uomo di fiducia di Pasquino) a Daniela Valentino.

Spunta, dai bene informati, anche il nome dell’attuale assessore regionale Caterina Miraglia, docente presso la locale Facoltà di Scienze Giuridiche, così come dello stesso Pro-Rettore delegato alla ricerca, Maria Galante della Facoltà di Lettere.

Dietro quei nomi gli indispensabili blocchi accademici di sostegno. Spaccata Ingegneria e isolata Scienze Giuridiche (ex-Giurisprudenza), si compatterebbero, invece, nei numeri, le Facoltà di Scienze ed Economia da una parte, e Farmacia, Lettere e Medicina dall’altra.

Seguiremo al momento opportuno la corsa al rettorato dopo anni e anni di disastroso impero pasquiniano: università di Salerno al terz’ultimo posto della classifica nazionale, secondo i dati pubblicati da “Il Sole 24” ore di qualche anno fa.

Ma torniamo al neo Direttore Generale Bianchi, che domani il consiglio di amministrazione consacrerà definitivamente ad una poltrona da 130,000,00 euro l’anno (e non oltre 200,000,00, come abbiamo erroneamente indicato in un nostro precedente intervento al riguardo).

Attilio Bianchi è un medico. Già manager del “Ruggi di Aragona”, concluse il proprio mandato anni fa. Poi, dopo un iniziale recupero con Bortoletti, oggi la sua consacrazione grazie a Pasquino. Su di lui correnti di pensiero favorevoli per esperienza e professionalità nello specifico ambito sanitario di competenza.

Il punto è un altro, però. L’università non è un’azienda ospedaliera soltanto, benché da poco divenuta azienda ospedaliera universitaria. Quest’ultima, infatti, mantiene in quanto tale la propria autonomia.

Ai sensi della legge 240 e sulla base degli indirizzi forniti dal CdA dell’ateneo, il buon Bianchi dovrà occuparsi d’ora in poi “della complessiva gestione e organizzazione dei servizi, delle risorse strumentali e del personale tecnico-amministrativo, nonché di ben specifici compiti

di cui all’art. 16 del decreto legislativo  del 30 marzo 2011, n. 165.”

Tanto per intenderci, sono tutti compiti di stretta competenza dei direttori amministrativi uscenti degli atenei italiani. E’ una materia complessa, che potrebbe sfuggire di mano a chi, senza offesa, la mastica oggettivamente poco. E questo potrebbe creare problemi seri ed oggettivi alla intera gestione del campus universitario di Fisciano.

Inoltre, il reclutamento del personale docente e non docente potrebbe assorbire tutte o quasi le risorse finanziarie sempre a favore di medicina e a discapito delle altre facoltà.

 

 

AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA

Una poltrona da 400 milioni di euro da gestire

 

Sono le prime perplessità che si associano inevitabilmente alla nomina di Bianchi ed alla contestuale defenestrazione del direttore uscente Giuseppe Paduano. Il quale, al colmo della beffa, durante o forse subito dopo i lavori del Senato Accademico, si sarebbe preso perfino i complimenti del buon Pasquino, che ne avrebbe apprezzato a viva voce qualità, professionalità e competenze per l’operato svolto.

Ma, allora, perché non confermarlo nell’incarico o, quanto meno, estenderne il mandato fino alla elezione del nuovo rettore magnifico della università di Salerno? Apprezzare le qualità e le competenze del più stretto collaboratore e metterlo al tempo stesso alla porta, per giunta a favore di chi non ha mai ricoperto analogo e delicatissimo incarico, potrebbe essere suonato più come un insulto ed un’offesa all’intelligenza ed alla professionalità che come un complimento.

Non torna, tutto questo non torna. Continuando a stare al centro della scena, dimostra solo che Pasquino intende uscire dalla porta (del potere) e rientrare dalla finestra del medesimo.

La pensione non l’attira, il potere sì, eccome! Bisogna capirlo. Cavalca da un infinito leopardiano la poltrona e non sarà il suo prossimo settantesimo anniversario a mandarlo al macero.

Qualche ipotesi? Tra poco la direttrice generale dell’azienda ospedaliera universitaria “Ruggi D’Aragona” Elvira Lenzi lascerà l’incarico per scadenza naturale del mandato. L’ambita poltrona rimarrà, quindi, libera.

Il nuovo direttore generale – vero, futuro vertice decisionale dell’importantissima struttura pubblica – dovrà gestire un budget di ben 400 milioni di euro.

Che Pasquino ci abbia fatto un pensiero? Che sia quella la finestra cui oggettivamente aspira? Che la poltrona-DG Bianchi/Università-possa, quanto meno nella speranza, essere ricambiata da una analoga poltrona-DG Pasquino/Azienda Ospedaliera Universitaria all’insegna dell’infinito walzer delle poltrone tutte all’italiana?

A guardarci intorno non crediamo che Pasquino abbia chances reali. Nella rosa già orbitano personaggi non meno potenti di lui. A meno che il buon Raimondo non abbia frettolosamente recuperato i rapporti con il presidente della giunta regionale Stefano Caldoro!

Benché accompagnata dal parere del nuovo rettore dell’Università di Salerno, la decisione di Caldoro è quella determinante.

Pasquino gli trafiggerà il cuore? Non ne saremmo certi, per quanto la politica ci abbia abituato a tutto. Schifezze incluse. Un rischio, però, che, con i tanti e crescenti grillini in circolazione, nessun politico oculato deciderebbe più di assumere.

Vivano, allora, i pii desideri. Anche loro hanno motivo di esistere. E, tra loro, chissà che, per Pasquino, non rientri anche la poltrona di primo cittadino di Salerno, attesa la rincorsa di De Luca alla ambita poltrona di presidente della giunta regionale campana.

Fulvio permettendo, naturalmente…!

 

 

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