Giustizia: l’Europa boccia l’Italia

 

Antonio Citera

ROMA – Inefficienza  e deficienza da parte di un Governo che ha adottato scelte autolesioniste e irrazionali. La chiusura di circa 1000 Uffici Giudiziari è la palese conferma di una politica sbagliata. Il 6 Aprile incontro Nazionale a Roma contro il taglio dei Tribunali cosiddetti minori. Nell’attesa di un Governo Stabile che sembra quasi ‘ utopia’ in questo momento nella nostra cara amata Italia, siamo alle prese con i giudizi che provengono dall’Europa che ci umiliano e ci deridono ponendoci a giullari dell’antico Continente. Una situazione paradossale dettata da una crisi soprattutto di ideali e di valori che preme sulla dignità dei cittadini umiliati e strumentalizzati.  Processi troppo lunghi e un enorme numero di pendenze, con queste pesanti osservazioni arriva il nuovo Rapporto europeo sull’efficienza dei sistemi giudiziari presentato nei giorni scorsi. Un richiamo, l’ennesimo, ai problemi atavici della nostra giustizia, che purtroppo, rimangono senza soluzione. Anzi, come denuncia l’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), assistiamo, spesso, a risposte inadeguate e controproducenti. Tra queste, la controversa (con evidenti profili di incostituzionalità) revisione della geografia giudiziaria. Per Nicola Marino, presidente dell’Oua, è la dimostrazione del fallimento delle politiche di questi anni: «Puntuale è arrivata l’ulteriore valutazione negativa europea sulla giustizia italiana. Ma nel nostro Paese si insiste con riforme inadeguate e talvolta controproducenti come la revisione della geografia giudiziaria. Fin ad ora abbiamo assistito solo all’aumento del contributo unificato e a interventi che limitano l’accesso al servizio giustizia per i cittadini, tra questi la mediazione obbligatoria, poi bocciata dalla Consulta e il filtro in appello. Intanto l’arretrato aumenta e la lunghezza dei processi pure e qualcuno, purtroppo, insiste nell’indicare nella cultura del diritto (definita ipergarantista, e quindi a scaricare responsabilità sugli avvocati), come la causa di tutti i mali. Niente di più falso: l’avvocatura, a dir il vero, presenta da anni decine di proposte, purtroppo inascoltate. Per citarne alcune: il ricorso ai manager e una riorganizzazione degli uffici, l’estensione delle best practices (tribunali di Torino o Bolzano…), del processo telematico (ora a macchia di leopardo) e dell’innovazione tecnologica (tribunali tecnologici, come si sta facendo a Sulmona), la riforma della magistratura onoraria, l’autogestione delle risorse, l’implementazione dei sistemi alternativi di risoluzione delle controversie (arbitrati, mediazione facoltativa…ecc). E poi una seria revisione della geografia giudiziaria, senza, però, compromettere la giustizia di prossimità e bloccando, quindi, il processo di rottamazione ora in corso, inutile, inadeguato e con evidenti profili di incostituzionalità». «Contro questo provvedimento – conclude Marino – che ha già raccolto otto rinvii alla Consulta, sabato 6 aprile grande incontro a Roma, promosso con i Fori Minori, per coordinare l’iniziativa giudiziaria, insieme anche agli Enti locali. Aumentano in queste ore le adesioni degli Ordini ed è anche prevista una massiccia partecipazioni di Sindaci di molti Comuni».

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