Conte / Alario: Il “PARADOSSO” del Parco.

 

 Antonio Citera

ASCEA – Città Parco o grande Comunità del Parco. Comunque la definiamo, il riflesso  è sempre lo stesso. Una “carrozzata” di parole coniate ad hoc per continuare ad esprimere il concetto propagandistico di un Ente che funziona a metà. Parliamo del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, nato trent’anni fa ma per certi versi ancora fermo al capolinea. Da anni e da un susseguirsi tutto politico di Presidenti e affini, assistiamo sempre più sbigottiti a una gestione mediocre e unilaterale dell’Ente, capace di valorizzare sempre e solo le zone costiere e qualche sporadico punto dell’entroterra,  fregandosene ( scusatemi il termine) del restante territorio lasciato in balia di una politica di non sviluppo legata a una teoria di conservazione allo stato brado dell’area che fino a oggi, ha portato solo disagi ai cittadini vincolando in maniera selvaggia ogni possibile azione di progresso. Qualcuno potrebbe definire tale filosofia gestionale un “ paradosso” viste le reali possibilità e aspettative che gravitano intorno all’Ente. Ecco, detto fatto, ci ha pensato la Fondazione Alario del presidentissimo Carmelo Conte, uomo dal passato illustre nelle fila di quel Partito Socialista che ha segnato il buono e il cattivo tempo nello scenario della politica italiana stile Prima Repubblica continuando la sua azione anche nella cosiddetta seconda Repubblica ma senza riuscirci. Dopo un periodo di assenza forzata, Conte ritorna aggrappandosi alla Fondazione Alario e, circondandosi di personaggi  fino a qualche tempo fa a lui antagonisti ,   da la carica alla ripresa economica e sociale del territorio che lo ha portato in trionfo proprio proponendosi in sinergia col PNCVD. Un “Paradosso” direbbe qualcuno, forse lo pensa anche lui, tanto è vero che ha intitolato l’organo ufficiale di stampa della Fondazione Alario proprio “IL PARADOSSO”.  Un termine che per alcuni versi, ha una caratteristica peculiare: si tratta di un’affermazione che pone l’interlocutore in una posizione di indecidibilità, in quanto il paradosso per sua natura è irrisolvibile. Quindi cosa dobbiamo aspettarci da questa rivista dove compaiono nomi illustri ( i soliti noti) del giornalismo, dell’imprenditoria locale e compagnia cantando, capaci di dire tutto e niente nello stesso momento ?  Staremo a vedere tenendo l’occhio puntato proprio sull’”obiettivo” che nello specifico potrebbe avere il duplice significato: di fotografare la realtà forgiandola a misura di politico che vuol risalire la china. Il “paradosso” continua amici cari. Riuscirà il connubio  Conte e PNCVD  ad accorciare le distanze e le diseguaglianze che a oggi si riversano sul territorio? Lo scopriremo strada facendo.

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