Padula: riuniti per la pace in Siria

Maria Chiara Rizzo

La solidarietà passa per la conoscenza e il dialogo. Un incontro – dibattito sulla tragica realtà siriana ha animato la cittadina valdianese  sabato scorso, nella giornata indetta dal Papa per riflettere e pregare tutti insieme per la pace in Siria. Durante il raduno i cittadini di Padula e altri provenienti dai paesi limitrofi hanno espresso la loro solidarietà per il popolo siriano. La serata di sabato si è aperta con una fiaccolata per la pace che, partita da Piazza Umberto I, ha percorso le strade del paese fino a giungere al Convento di San Francesco, luogo che ha ospitato l’incontro, fatto di dibattito, testimonianze e riflessione. Ad organizzare l’evento è stato Don Giuseppe Radesca che, con la partecipazione di Don Vincenzo Federico e di alcuni testimoni che hanno vissuto nel paese mediorientale, ha guidato il momento di riflessione.  L’incontro è stato aperto con la proiezione dell’Angelus  che, il 1 settembre, ha tenuto il Santo Padre, il cui appello di pace è stato l’incipit della riflessione. Dopo una breve introduzione sulla Siria e sulle comunità etnico-religiose che la compongono, sono stati proiettati tre video. Il primo è un reportage di guerra che scuote per le immagini di bambini che imbracciano le armi e sono pronti a combattere per un ideale tramandato dalla famiglia e per le immagini di devastazione e dolore della gente. L’indignazione e lo sgomento dei partecipanti si sono fatti subito sentire con riflessioni e parole di rabbia sul coinvolgimento dei bambini nel conflitto e sulla loro attiva partecipazione. Sicuramente le stesse immagini sono state molto toccanti per il testimone e per i commentatori che a fatica hanno cercato di spiegare l’atteggiamento e lo spirito con cui i bambini siriani stanno partecipando alla guerra e i profondi sensi di responsabilità e di dignità, nonché l’accettazione del dolore e della morte che contraddistinguono quella cultura per molti aspetti diversa dalla nostra.  Il momento di riflessione è stato fondamentale perché il dialogo e la conoscenza ci avvicinano agli altri, ci rendono solidali e abbattono le barriere e i partecipanti all’incontro-dibattito hanno mostrato il loro coinvolgimento e la loro solidarietà attraverso un’attiva partecipazione.  Conoscere gli altri significa essere meno sordi ai bisogni degli altri e il numero di partecipanti a questi eventi non è mai abbastanza per abbattere l’indifferenza.  Non sono mancati momenti di commozione: i racconti di chi conosce bene la Siria e le lacrime di una donna che, mentre scorrevano le immagini dei video, osservava la distruzione della “sua casa” e l’immensa sofferenza dei “suoi figli” che ogni giorno combattono per la vita.

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