Amato/42: Ceccuzzi e il fuoco amico !!

Aldo Bianchini

SALERNO – “”Ho avuto la sensazione che l’amministrazione comunale rappresentata dal sindaco fosse a conoscenza delle iniziative che gli Amato volevano perseguire””. E’ stata sufficiente questa frase, insulsa – spocchiosa e tendenziosa, estrapolata da una deposizione giudiziaria dell’ex sindaco di Siena Franco Ceccuzzi per scatenare la fantasia degli improbabili giornalisti di cronaca giudiziaria che ben trincerati dietro le farneticanti ed inutili dichiarazioni hanno riempito intere pagine dei loro giornali per lanciare sospettosi strali all’indirizzo del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca per via di quella presenza alla “famigerata cena” dell’estate 2006 sulle terrazze dell’ex villa Amato in costiera amalfitana. Da uomo della strada, più che da giornalista, non so cosa darei per avere di fronte Franco Ceccuzzi e chiedergli se prima di dire corbellerie, o meglio ancora se prima di parlare e di aprire bocca pensa su quello che deve dire. Che cosa vuol dire in termini squisitamente giudiziari <<ho avuto la sensazione …>>? niente di niente, e questo qualcuno dovrebbe farglielo capire all’ex sindaco della Città più ricca d’Italia grazie al MPS di Giuseppe Mussari. “Le sensazioni, gentile Ceccuzzi, le tieni per te, le pesi e te le porti a casa, altrimenti sono dolori”, avrei risposto se fossi stato nei panni di De Luca, altro che storie o titoloni di giornali, ma bene farà il sindaco a non curarsi di loro. Il baldanzoso Franco Ceccuzzi con quella dichiarazione assolutamente improvvida ha dimostrato due cose: in primo luogo di essere un timoroso che al primo stornire di fronde lancia sospetti sugli altri e in secondo luogo di voler forse scaricare alcune sue precise responsabilità (semmai ne abbia !!). Poi, sempre Ceccuzzi, ha dimostrato di non essere stato ben consigliato dai suoi avvocati che dovrebbero sapere benissimo (come certamente  sanno !!) che una ”sensazione personale” di un indagato vale come il due di coppe nella briscola di denari, che non può mai assurgere al rango di “prova conclamata” e che può servire soltanto a spargere fango e nulla più. E Franco Ceccuzzi non ha trovato di meglio, per difendersi, che buttare benzina sul fuoco, una benzina che casomai servirà soltanto per bruciare le eventuali prove, semmai ce ne fossero, e credo non ce ne siano, a carico dello stesso De Luca. E’ chiaro che a questo punto, con una simile dichiarazione in mano, il pm Vincenzo Senatore non potrà mai e poi mai procedere in danno di un personaggio (Vincenzo De Luca, ndr !!) che qualcuno vorrebbe coinvolgere per una avvertita sensazione, solo emotiva e neppure epidermica, in una cena che, questa volta grazie allo stesso Ceccuzzi, si scopre essere stata come una “tavolata di famiglia allargata” (una ventina di persone e forse più) e non come una “cena carbonara” soltanto tra cinque-sei soggetti che si devono spartire tesori e interessi particolari. Ma i giornali hanno bisogno di vendere le copie e i giornalisti devono seguire gli imput dei loro giornali anche se il giorno prima hanno fatto a gara, semmai anche a gomitate, per salire sul “minuetto” (e sedersi proprio al fianco di De Luca !!) nel giorno di prova inaugurale della “presunta metropolitana” il cui funzionamento e la cui funzionalità andrebbe valutata quando incomincerà il suo normale lavoro mescolandosi tra la gente e, soprattutto, pagando il biglietto. Credo che queste cose Vincenzo De Luca, se non è stato ancora completamente rapito dall’onnipotenza divina, le legga perfettamente e le immagazzini per tempi migliori, senza arrabbiarsi, altrimenti rischia di incentivare un gioco al massacro. Ma De Luca, più che salernitano è un lucano doc, sa bene come muoversi. Ha ragione da vendere, quindi, Paolo Del Mese quando ha innalzato altissime barricate nei confronti di tutti (magistratura compresa) e quando ha ripetuto, fino alla noia, la versione reale dei fatti accaduti riportando cronologicamente e senza tentennamenti la loro successione sequenziale. La banale, per non dire sciocca o altro, deposizione-confessione di Ceccuzzi abbatte definitivamente anche la domanda che io stesso da tempo andavo ponendo direttamente al pm Senatore <<perché soltanto cinque su sei partecipanti a quella cena del 2006 erano stati raggiunti da avviso di garanzia ?>>, oggi apprendiamo grazie al confusionario e pasticcione Franco Ceccuzzi che a quella cena c’erano oltre venti persone, altro che cospirazione segreta tra collusioni, corruzioni e mazzette; lì si è soltanto mangiato e brindato; gli affari, se ci sono stati, sono stati pattuiti da un’altra parte. Il famoso sindaco di Siena non è stato capace neppure di aprire il “fuoco amico” sul potente sindaco di Salerno, anzi gli ha (non so se involontariamente !!) steso davanti un tappeto di fiori per portarlo fuori della mischia verso la completa estraneità da tutti i fatti contestati a tutti gli altri. Un noto magistrato di tanti anni fa in udienza pubblica rivolto ad un testimone a carico di un imputato disse: “Dite ai vostri padroni di mandare un testimone più preparato se hanno intenzione di mettere nei guai l’imputato”. Non lo so, ma anche io “avverto la sensazione”, emotiva soltanto e non epidermica, che Franco Ceccuzzi non è stato più ricandidato alla Camera per via delle sue incertezze. Alla prossima.

2 thoughts on “Amato/42: Ceccuzzi e il fuoco amico !!

  1. Avere la sensazione è una forma sottomessa,educata,riverente di qualcuno che vuole dire…per me era così,ma non saranno le mie parole a creare fastidio a qualcuno.Io ero li perché volevo conoscere De Luca…in altri tempi,quasi una cena massonica.
    In più…… e se Del Mese avesse fatto soltanto il piacere di far parlare tra loro i veri protagonisti: De Luca,Amato e Mussari? Io penso che Del Mese agiva sotto l’influsso della straripante personalità di De Luca che voleva quell’incontro. Sbaglio? io non credo!

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