LICEO TASSO: una scuola che non deve scadere nella politica !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Ho avuto la fortuna che il “mio maestro” delle elementari mi ha insegnato, su tutto il resto, una cosa importantissima: a scuola non si fa politica e la scuola non può essere strumentalmente politicizzata. Detto questo passo ad affermare che, venendo io da radicati e profondi concetti socialisti, “un uomo solo al comando” non mi è mai piaciuto, o meglio non mi sono mai piaciuti quegli uomini che abusando e sfruttando il potere che discende loro da un incarico prestigioso si muovono come uomini soli al comando. Questo andava bene nel ciclismo, ma soltanto in quel ciclismo storico di Coppi e Bartali; oggi non va bene neanche più nel ciclismo. Che l’antico palazzone, in cui da circa cento anni ha trovato la sua sede naturale il liceo classico Torquato Tasso di Salerno, abbia bisogno di un restyling se non proprio di una completa ristrutturazione e messa in sicurezza secondo i moderni canoni urbanistici, lo sanno anche i bambini delle elementari che ogni mattina passano davanti al Tasso per approdare negli istituti scolastici di loro pertinenza; che la pubblica amministrazione anche a causa della spending-review non ha più soldi o ha pochi quattrini lo sanno anche e sempre i bambini di cui sopra; che il palazzone possa cadere a pezzi per un fantomatico “rischio crolli” (titolone de Il Mattino del 26 e 27 settembre scorso), come apoditticamente annunciato, ci penserei un po’ sopra e ci andrei più cauto. Non dovrei farlo perché non spetta a me che faccio solo e molto umilmente il giornalista, ma se viene pubblicamente annunciato che esiste un rischio crolli è segno che dietro quelle parole ci sono anche relazioni tecniche specifiche, e se ci sono le relazioni tecniche le lezioni andrebbero subito sospese e i ragazzi mandati in qualche altra sede o a casa. Poi si do9vrebbe subito andare alla ricerca delle eventuali responsabilità. Tutto il resto è solo chiacchiericcio da marciapiede e bassa politica politicante; tutto il resto, sarebbe il caso di dire, è noiosa strumentalizzazione politica. Non so quale mestiere svolge nella vita civile l’assessore provinciale alla scuola, Nunzio Carpentieri, quindi non mi permetto di sindacare la sua professionalità in materia; lo giudico soltanto dal punto di vista politico, e lo giudico malissimo, perché è stato capace di cadere in una trappola mediatica molto ben preparata alla bisogna e, dunque, molto ben preventivabile. E non c’è voluta nemmeno l’arte e l’esperienza di un decano dell’informazione, è stato sufficiente un giovane, seppur molto bravo, Roberto Junior Ler, per mettere l’assessore provinciale  in grave e discutibile imbarazzo. Con un po’ di esperienza nel ramo Nunzio Carpentieri non avrebbe dovuto neppure rispondere alla palesemente apodittica provocazione, la politica non si fa con i fax o con gli appuntamenti; in alcuni casi, in questi casi, ci vuole ben altro che una semplice promessa da marinaio ben sapendo di non poter tenere fede a quanto pontificato. Se poi parliamo dello specifico caso in questione, quello del Tasso, appare subito evidente la strumentalizzazione della vicenda perché non è solo da quattro anni che l’edificio avrebbe bisogno di un pesante retyling; basterebbe andare a memoria indietro nel tempo per rendersene conto. Non si può, quindi, scaricare tutte le colpe su un’amministrazione provinciale retta da “Fratelli d’Italia” da meno di un anno e dal centro-destra in generale da poco più di quattro anni. Il degrado di quel palazzo, dicevo, risale a molti anni addietro e sicuramente non sarebbero sufficienti neppure i 65mila euro invocati per ridargli la giusta e meritata immagine. Perché se esiste davvero il “rischio crolli” come si fa a dire che occorrerebbero soltanto 65mila euro per le “sole urgenze”; le urgenze anche se tamponate non eviterebbero il collasso dell’edificio tanto strombazzato. Nei panni dell’assessore provinciale alla scuola, senza andare nell’istituto, mi preoccuperei subito di tutelarmi a scanso di equivoci, darei severe disposizioni per un monitoraggio totale della struttura, acquisirei tutti gli atti tecnici in possesso dello stesso istituto, sottoporrei i risultati alle competenti Autorità e, poi, si voglia o meno, mi regolerei di conseguenza travolgendo e scavalcando d’autorità quello che sembrerebbe essere “un uomo solo al comando

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