SCUOLA/2: la giustizia dei bussolotti … da Carfagna a Bianchini, per finire a Taiani

 

 Aldo Bianchini

SALERNO – Riprendiamo la storia di un caso in cui ha trionfato il principio che “la legge non è uguale per tutti”, soprattutto se ti chiami Vincenzo invece di Salvatore.  Due presidi ed un funzionario del Tribunale vengono prima messi a riposo d’autorità, poi riammessi in servizio sulla scorta di tre ordinanze emesse da due diversi giudici che hanno considerato i tre casi perfettamente identici nella forma e nella sostanza. Ma l’amministrazione della scuola non molla e presenta reclamo avverso le tre ordinanze e il Tribunale fissa l’udienza per il 4 settembre 2013 dinnanzi al dott. Diego Cavaliero. Fin qui tutto fila liscio, ma accade a questo punto l’imponderabile, qualcosa che nessuno poteva prevedere. Qualche giorno prima della camera di consiglio fissata per la discussione dei reclami, esattamente il 31 agosto, il governo Letta attualmente in carica emana un decreto legge (il cc.dd. decreto del “Fare”) all’interno del quale viene inserita una norma di interpretazione autentica della riforma “Fornero” che cambia le carte in tavola. Tale norma d’interpretazione prevede che i dipendenti della pubblica amministrazione i quali abbiano maturato a qualsiasi titolo (anche ai fini della vecchia anzianità) il diritto a pensione prima della riforma debbano essere obbligatoriamente collocati a riposo al compimento della vecchia età pensionabile (65 anni). Le norme di “interpretazione autentica”, si sa, sono retroattive, e sebbene tale disposizione possa apparire a tanti –specie ai tecnici del diritto– più innovativa che interpretativa e, come tale, non suscettibile di applicazione retroattiva (con “odore” di incostituzionalità, ma questa è un’altra storia) vale nel caso di specie il noto brocardo latino: <<dura lex sed lex>>. Dura, perché il risultato è il seguente: tutti e tre i nostri protagonisti hanno compiuto 65 anni e, pertanto, devono essere tutti e tre collocati in pensione d’ufficio. Ripeto: tutti e tre, senza eccezioni o valutazioni fantasiose. L’amministrazione, insomma, seppure grazie ad un “blitz” del legislatore d’urgenza e, quindi, approfittando di un cambio delle regole in corsa, sembra essersi presa la sua rivincita! Ma il verbo “sembra” calza a pennello, perché a questo punto la storia che vi raccontiamo diventa davvero interessante: per comprenderla appieno, è doveroso anche esplicitare i nomi dei protagonisti, che sono i presidi Salvatore Carfagna e Vincenzo Bianchini e il cancelliere di tribunale Vincenzo Taiani. La mattina del 4 settembre si verifica la prima stranezza: il collegio deputato a decidere (peraltro con celerità, trattandosi di procedimento cautelare) sulla controversia –diventata a questo punto di facile soluzione, considerata la norma introdotta “ad hoc”…– di propria iniziativa rinvia la camera di consiglio, ufficiosamente per poter “meglio comprendere” il dettato del decreto legge entrato in vigore tre giorni prima. Passa una settimana e il 12 settembre accade la seconda stranezza: il direttore dell’USR Campania, Diego Bouchè (che non ha nulla in comune con la mitica Barbara di filmica memoria !! –anche se quella al cognome porta una “t” finale), pubblica i conferimenti degli incarichi di reggenza relativi ai posti di dirigente presso le sedi scolastiche vacanti e, meraviglia delle meraviglie, tra i destinatari di incarico aggiuntivo risulta anche quel preside Carfagna che l’amministrazione, guarda caso, vorrebbe pensionare..! Delle due l’una: o il direttore dell’ufficio scolastico regionale è un pò “distratto”, per non dire sprovveduto ed incompetente –considerato che non ha neanche l’accortezza di conferire tale incarico aggiuntivo con riserva di revoca all’esito del giudizio pendente– oppure quel direttore ha ricevuto una “telefonata !!” per offrire un’ancora di salvataggio al pensionando Carfagna. Il dubbio, cari lettori, c’è tutto e rimane scolpito come nella pietra del tempo. E rimane ancora di più quando, due settimane più tardi, cioè il 1° di ottobre scorso, viene fissata la nuova camera di consiglio nella quale il collegio presieduto dal dott. Cavaliero doveva decidere le sorti dei nostri tre protagonisti. E qui accade di tutto e di più, a tratti la sceneggiata diventa pittoresca ed ai limiti del parossistico. Ma c’è tempo per parlarne. Prima è necessaria un’ulteriore precisazione: qui non è in discussione la professionalità dei singoli soggetti di cui stiamo parlando; anzi non mi viene nemmeno difficile riconoscere al preside Carfagna una sorta di primato d’immagine rispetto agli altri due, come fosse una cometa stellare vagante nello spazio infinito con due puntini oscuri e ridottissimi sulla sua scia (<<Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un cazzo!>> avrebbe detto il Marchese del Grillo di “sordiana memoria”); qui è in discussione il principio di affermazione della giustizia che dovrebbe essere uguale per tutti, sempre – comunque e dovunque, compresi i puntini  nella scia della luminosa cometa. Ma questo, probabilmente, gli attori del “pianeta giustizia” (i magistrati !!) non lo vogliono ancora digerire, forti come sono di quell’odioso e ripugnante “libero convincimento” che ormai fa acqua da tutte le parti. Appuntamento alla prossima ed ultima puntata di questa storia avvilente sotto tutti i punti di vista.

5 thoughts on “SCUOLA/2: la giustizia dei bussolotti … da Carfagna a Bianchini, per finire a Taiani

  1. Nel ringraziare mio fratello per l’attenzione, mi corre l’obbligo, per completezza di informazione, aggiungere qualcosa. Anche il sottoscritto aveva prodotto, a suo tempo, domanda per incarico di reggenza a S. Cipriano Picentino e giustamente, se il fine era quello di pensionarmi comunque, il Direttore Generale ha optato per altra Dirigente, pur essendo il sottoscritto in possesso dei requisiti necessari più di ogni altro. Io credo e voglio credere ancora nella giustizia, anche perché chi va sanzionato è il Direttore Generale che ha adottato due pesi e due misure, provocando le decisioni dei magistrati.
    Non posso fare troppi complimenti a mio fratello perché sono, ovviamente, di parte, ma mi sia concesso fare un appunto ai tanti giornalisti che, pur professando eguaglianza di diritti ecc. ecc. continuano a permanere in posizione lordotica. Grazie.

  2. Al riguardo mi è venuto spontaneo ricordare un pensiero di Cioran :” La giustizia è un’impossibilità materiale, un grandioso non senso, l’unico ideale di cui si possa affermare con certezza che non si realizzerà mai.”
    Io vi aggiungerei : …soprattutto in Italia!!…

  3. mi piace tanto il commento di Enzo e in particolare la posizione lordotica. un complimento speciale ad Aldo per la chiarezza del pensiero e degli avvenimenti. Sergio

  4. Quando la politica entra dalla porta del tempio, la giustizia fugge impaurita dalla finestra per tornarsene al cielo.

    (Francesco Carrara, Programma del corso di diritto criminale, 1898)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *