Processo Chernobyl. La verità nascosta, convegno ad Atena Lucana

 

 Antonio Citera

SALERNO – Rifiuti tossici o non? Sembra ancora un miraggio la verità sull’operazione Chernobyl, il presunto traffico di rifiuti tossici venuto fuori nel 2007 dalle indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Centinaia di tonnellate di monnezza sversata anche nel Vallo di Diano. I comuni interessati secondo le segnalazioni della Procura sono quattro, San Pietro al Tnagro, Sant’Arsenio, San Rufo e forse Teggiano. Un processo mai iniziato, da Santa Maria Capua Vetere fu spostato a Salerno per competenza territoriale. La prima udienza doveva tenersi il 5 dicembre scorso ma, come spesso accade è stata rinviata per negligenze burocratiche. Ora tutti aspettano la prossima che, si dovrebbe tenere il prossimo 30 gennaio. Una confusione voluta, creata, un non voler celebrare questo processo, non si sa, l’unica certezza è data dal fatto che quasi sicuramente tutto l’iter verrà prescritto come già è accaduto per altri processi simili. Oggi come ieri, c’è qualcuno che vorrebbe vederci chiaro in tutto ciò e, continua la sua battaglia solitaria alla ricerca dell’arca perduta. A tal proposito, ieri ad Atena Lucana, si è tenuto l’ennesimo convegno, organizzato dal movimento “Diano in piena”,  che ha visto relazionare i rappresentanti di Legambiente e del Codacons, impersonati rispettivamente dall’avvocato Vera Sticco e dall’ avv. Enrico Marchetti. I due, hanno avanzato espressamente la proposta o, per meglio dire il grido d’aiuto, hanno chiesto sia ai comuni interessati, sia a quelli limitrofi di costituirsi parte civile per tutelare e salvaguardare quantomeno l’immagine offuscata. Alcuni comuni già l’hanno fatto, altri lo stanno facendo ma, l’impressione è quella di un passaggio quasi obbligato, un salvare la faccia. I sindaci, e tantI cittadini, sembrano scoraggiati, non vogliono combattere l’ennesima battaglia contro i mulini a vento, vogliono arrendersi o, semplicemente come è emerso nella serata, non credono affatto che i rifiuti sversati nel Vallo di Diano siano veramente tossici e, le relazioni depositate in procura confermerebbero quest’ultima tesi.

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