PENSIONI: l’Inps colpisce ancora … fino a quando ?

Aldo Bianchini e A. O. Lupo

ROMA – Sincerità per sincerità, siamo rimasti molto colpiti in redazione dal contenuto della lettera che un nostro affezionato lettore ci ha inviato da Roma. Una lettera molto accorata che mette in evidenza come il rapporto tra il maggior ente previdenziale europeo e i suoi fedeli contribuenti si sia ormai interrotto in maniera irrecuperabile. Probabilmente in questa frattura ha inciso la politica dell’ente che, nel corso degli ultimi decenni, si è trasformata da assistenziale in una mera esattrice di tributi e nulla più. Le cosiddette “new entry” a livello dirigenziale apicale hanno, passo dopo passo, radicalmente cambiato il concetto che era alla base della mission dell’istituto parastatale nato e sviluppatosi nel corso del ventennio di mussoliniana memoria. Ma veniamo alla lettera del nostro lettore; in essa viene evidenziato la seguente inquietante storia: <<Nel 1984 il Sig. A. A., mio padre, funzionario delle FF.SS. raggiunge l’età della pensione e riscuote la sua liquidazione. Viene, su questa, applicata un’aliquota di tassazione indebita da parte dell’ erario e per tale ragione inizia un contenzioso con l’ Intendenza di Finanza. La causa viene vinta in prima istanza, ma l’ Intendenza di Finanza presenta ricorso in II sessione; ricorso che ancora una volta vede vincere mio padre. Ma l’ IdF  ricorre ulteriormente in III sessione. Purtroppo mio padre muore nel febbraio 1993 e gli eredi (compreso il sottoscritto) si vedono convocare per l’ udienza della III sessione. Vi lascio soltanto immaginare quale costosa burocrazia abbiamo dovuto affrontare, con avvocati, esperti in materia, consulenti del lavoro, etc, etc. Finalmente nel marzo 2012 l’Intendenza di Finanza è condannata inappellabilmente ed  inizia la trafila per l’incasso del dovuto. Tutto sembra avviarsi a soluzione, finalmente !! Macchè, il rappresentante degli eredi riceve una comunicazione in cui si specifica che deve ricevere la somma di € 7.153,00 + interessi ( di cui 6.111,00 maturati al 1993, anno del decesso di mio padre) fino al 1992 per un totale pari ad € 13.264,00=.  Ovviamente riparte una  nuova fase di “alta burocrazia”:  documenti di successione, imposte da pagare anticipatamente, etc, etc . Nel dicembre 2013, lo stesso rappresentante, si vede accreditare la somma di € 7.404,00=. Incredibile ma vero e per cercare di capire si industria a fare calcoli e scopre così che l’ Agenzia delle Entrate, nel liquidare la somma dovuta, ha applicato alla somma iniziale, € 7.153,00  l’ interesse legale dal 1984 a tutt’oggi. Tale fatto è un sopruso per la seguente serie di motivi:  1) illegale perché su tale tipo di contenzioso va applicato interesse di stato e non legale (come da D.P.R. del 1974;  2) In contraddizione con la lettera inviata in cui i suddetti € 6.111,00 erano stati calcolati con interessi di Stato e non legali. Se anche avessero voluto applicare interesse legale sulla cifra dovuta al ’92.  La somma sarebbe stata di circa 4.000 euro in più … ma applicando gli interessi di Stato circa 6.000 euro in più del previsto e consentito ….. si è arrivati all’obbrobrio sopra descritto.  Questo è il comportamento di uno Stato che ci chiede di pagare in anticipo le tasse su quello che, LUI, presume dovremo guadagnare l’anno successivo. N.B.: Ovviamente quanto detto, riferito al padre del ricorrente, vale per centinaia, o meglio migliaia di lavoratori che andarono in pensione in quegli anni.  E’ anche certo che delle centinaia di pratiche sopravvissute sino al 2012, momento della sentenza, a tutt’ oggi ne sono state evase non più di qualche decina ….. essendo gli aventi diritto diretti, ormai, tutti defunti, e non avendo molti degli eredi svolto nei dovuti, burocratici, termini legali le pratiche di costituzione in giudizio, moltissimi di questi soldi, indebitamente incassati dallo “Stato” (cosiddetto di diritto), resteranno nelle casse dello Stesso, ad alimentare quegli scandali come Monte dei Paschi, o la regalia, dei NOSTRI soldi alle banche private alle quali stiamo regalando i nostri miliardi  di Banca Italia ….  Inoltre, dalla sentenza ad oggi le pratiche sono state spostate tre volte, migrando dalla sede del tribunale a via I. Nievo … poi dopo altra tappa non ben identificabile, stipate presso Agenzia dell’ Entrate di Sette Bagni …. Rendendone molto difficile il reperimento …. Per concludere poi che i conti vengono fatti per difetto a favore dello Stato …. Bell’ esempio di trasparenza>>. Il nostro lettore ha prodotto un ottimo intervento che, pur nella sua drammatica tristezza, ripropone in chiave più generalizzata quella che è la situazione della previdenza italiana che doveva essere curata da valenti, pur se pagatissimi, manager ed è invece finita nelle mani di presunti manager, comunque molto ben pagati, capaci soltanto di occupare molte poltrone di potere contemporaneamente (il caso Mastrapasqua docet !!). Cosa dire in conclusione se non che la nostra redazione si impegnerà fino in fondo e con tutti i suoi strumenti per stimolare quello che resta della passata grande sensibilità professionale di tantissimi funzionari che hanno dato il meglio di loro stessi nell’unico supremo interesse dell’assistito visto come “essere umano” e non certamente come un numero di un lungo elenco da tartassare sempre e comunque.

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