Balvano: il treno dell’oblio

 

 Da Arnaldo Amabile

SALERNO – Conoscevo la tragica storia. L’avevo appresa attraverso le sapienti illustrazioni dell’amico Giulio Laurenzi, poetico artista di Potenza, che”parlavano” nel nuovo spettacolo del Teatro Minimo di Basilicata” DAL   TRENO   DELL’ OBLIO   –   BALVANO  3  MARZO  1944″, La più grave sciagura ferroviaria italiana, in una pièce di Dino Becagli in 2 atti e 1 canzone su testi d’autore. La domanda senza risposta: “””“Fu il “destino” a uccidere più di cinquecento persone, soffocandole col fumo delle due locomotive, bloccatesi nella galleria “delle Armi” presso Balvano, entrambe in testa al treno merci 8017 partito da Battipaglia e diretto a Potenza? Indagini frettolose, censura militare e ragion di Stato oscurano l’accaduto,
rimuovendolo dalla coscienza nazionale. Questa di Balvano fu, è stata e continua a essere una strage con molti responsabili e nessun colpevole, come molte altre del dopoguerra italiano, con  l’aggravante di essere totalmente ignota ai più
“””””.
L’intento del Teatro Minimo Basilicata fu di ricordare la vicenda attraverso la voce di alcuni sfortunati viaggiatori…”. Ora si aggiunge anche la storia di Giuseppe Bianchini, telegrafista delle Ferrovie, che non dormì quella notte (e chissà per quanto altro tempo ancora) alla ricerca di un treno perduto e degli sventurati  ch’erano partiti per trovare i beni di prima necessità (introvabili nelle città a causa della dannata guerra) e che invece andarono incontro a una morte atroce. Due disegni di Giulio Laurenzi danno la concreta drammaticità di quel tunnel senza uscita in cui restò intrappolato settant’anni fa, il 3 marzo 1944, il merci 8017 partito da Battipaglia e sventuratamente senza arrivo a Potenza con il suo carico umano.
 
 

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