Stanchezza, Irritabilità, Affanno? “Mangiamo” ferro!

Giovanna Senatore

 
Sensazione di spossatezza, stanchezza, mal di testa, pallore, irritabilità, dispnea dasforzo sono alcuni sintomi, campanello di allarme, dell’anemia, patologia abbastanza

diffusa che dipende, il più delle volte, da cattiva alimentazione, cerchiamo di

conoscerla meglio e di prevenirla.

Il ferro nell’organismo umano ricopre un ruolo piuttosto importante per il trasporto

dell’ossigeno ai vari tessuti legandosi sia all’emoglobina del sangue che alla

mioglobina dei muscoli, lo troviamo, poi, sotto forma di deposito (la ferritina) nel

fegato, nella milza e nel midollo osseo e in circolo legato alla transferrina.

Con un valore di emoglobina basso (minore di 12 g/dl per le donne e 14 g/dl per gli

uomini) insieme a diminuzione della sideremia (quantità di ferro nel sangue) e

ferritina la diagnosi è di anemia. Tale patologia può essere secondaria ad altri

problemi di salute (emoraggia dell’apparato digerente dovute a tumori, emorroidi,

diverticolosi), ad insufficiente assorbimento dei nutrienti, ad eccessive perdite

ematiche (le donne in età fertile, a causa del ciclo mestruale, spesso sono anemiche)

o, ancora, per aumentate richieste dell’organismo ad esempio nelle donne in

gravidanza e nei bambini in crescita.

Negli alimenti il ferro lo si trova in due forme: ferro emico, maggiormente assorbibile

da parte dell’intestino, contenuto negli alimenti di origine animale (carne e pesce) e il

ferro non-emico più difficile da assorbire contenuto anche nei vegetali.

Le carni rosse sono quelle più ricche in ferro emico (milza e fegato in primis) come

pure le carni bianche (soprattutto tacchino e pollo), i molluschi bivalvi (vongole) e il

pesce (tonno, merluzzo e salmone). Tra gli alimenti vegetali ricordiamo i legumi (in

particolare le lenticchie e la soia), la frutta secca, gli spinaci, i broccoli, il cavolo.

Il problema dei vegetali, oltre a contenere ferro non emico e quindi non facilmente

assimilabile, è che contengono i fitati, composti che riducono la biodisponibilità

(quantità effettivamente assimilata dal nostro organismo) del ferro, ecco perchè chi

non assume carne e pesce (i vegetariani) deve riferirsi ad un fabbisogno maggiore di

ferro rispetto agli onnivori.

Esistono, comunque, delle strategie per aumentare l’assorbimento di questo sale

minerale ad esempio l’uso dell’ acido citrico (succo di limone per condire le verdure)

o l’abbinamento con alimenti ricchi in vitamina C (agrumi, kiwi, pomodori, cavoli,

broccoli: ottimo bere una spremuta di arance a fine pasto), anche le erbe aromatiche,

oltre ad essere delle fonti naturali di ferro stimolano le secrezioni dello stomaco e

aiutano a mantenere elevata l’acidità dell’ambiente gastrico che favorisce un maggior

assorbimento del ferro.

D’altra parte ci sono anche degli alimenti che bisogna evitare perchè riducono

l’assimilazione del ferro ad esempio il caffè (in caso di anemia è preferibile eliminare

il caffè a fine pasto), il tè, il calcio del latte e dei formaggi e l’eccesso di alcool.

Da tutto ciò sembra chiaro che l’anemia, il più delle volte, la si può prevenire e curare

semplicemente con l’alimentazione (non necessariamente mangiando carne rossa tutti

i giorni) senza ricorrere ad integratori: basta scegliere gli alimenti ricchi in ferro e

abbinare i cibi in modo che facilitino l’assorbimento del minerale.

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