Monte S.G.: i manufatti abusivi !!


Aldo Bianchini

MONTE SAN GIACOMO – Sincerità per sincerità non ho pensato più di tanto prima di rispondere all’anonimo “Luciano”, probabilmente da Monte San Giacomo (Sa), che in merito ai cosiddetti manufatti abusivi edificati in “zona Parco” nell’agro del predetto paese montano del Vallo di Diano ha inviato un commento chiedendo un mio intervento. Ecco cosa mi ha scritto Luciano: “”Egregio direttore Bianchini,ora che la Corte D’Appello di Salerno si è pronunciata a riguardo al manufatto in montagna sarebbe stato opportuno scrivere un articolo a riguardo dato che sono state emesse sentenze inoppugnabili nei confronti di cittadini ma anche di amministratori.sarebbe bello avere un suo obbiettivo giudizio.Grazie””. Un amico, al quale mi sono rivolto per avere notizie sull’eventuale e reale esistenza di “Luciano” nell’invitarmi a non rispondere a siffatte provocazioni mi ha anche fornito un intero carteggio inerente un tale Luciano da Monte San Giacomo, carteggio che descrive l’interessato come uscito dalle pagine di una torbida vicenda giudiziaria per la quale avrebbe, comunque, pagato il suo debito con la giustizia e che, quindi, ha diritto come tutti a capire la verità su una vicenda molto spinosa. Io non so se il Luciano del carteggio abbia qualcosa in comune con il Luciano autore delle due mail-commento fin qui inviate sulla posta elettronica di questo giornale, anzi per essere più preciso non so neppure se il Luciano del carteggio esista per davvero così come il Luciano dei commenti. Ho deciso di rispondere (cosa che faccio rarissimamente !!) perché se davvero questi due Luciano esistono hanno diritto ad una risposta che sia la più chiara possibile e scevra da qualsivoglia condizionamento, anche perché le due mail (soprattutto quest’ultima) sono decisamente corrette e nulla hanno a che spartire con i commenti dei cosiddetti “sciacalli del web”. Fatta questa necessaria premessa, credo di poter precisare che Luciano, nel suo commento, alluda non tanto al manufatto abusivo di cui alle mie due precedenti puntate ma ai “due manufatti abusivi” (una strada e una casa nel Parco) che hanno registrato da qualche anno a questa parte una battaglia politica e giudiziaria senza precedenti; senza tanti arrampicamenti sugli specchi alludo alla realizzazione di una strada ed alla ristrutturazione (in chiave moderna) di un vecchio caseggiato-ovile di proprietà di Luigino Mele da Sala Consilina. Certo, gentile anonimo Luciano, che provvederò ad esprimere il mio giudizio sull’ultima sentenza di appello, ma lo farò nei tempi dovuti (come del resto ho sempre fatto con questa come con qualsiasi altra brutta vicenda !!) e quando avrò tra le mani le motivazioni della sentenza che, al momento, ho avuto modo soltanto di seguire sulla stampa leggendo alcuni report che mi sono subito apparsi al di fuori della realtà giuridica e giudiziaria. Senza le motivazioni non si possono scrivere le “cazzate” che ho letto, qualcuna di esse ha addirittura confuso fischi per fiaschi e, purtroppo, qualche altra è il compendio di altrettante “cazzate” di qualche suggeritore tra i quali c’è certamente il buon Roberto De Luca (fonte Cronache del Salernitano del 18 aprile 2014) o addirittura con qualche titolo ad effetto come quello “Strada nel Parco, ridotta pena al vicesindaco di Monte S. Giacomo”, senza neppure accertarsi che la riduzione della pena riguarda la “casa e non la strada nel Parco”, perché per la strada il tanto temuto danno ambientale prodotto con ruspe e pale meccaniche la Corte di Appello già l’anno scorso ha chiuso per sempre la vicenda mandando assolti “perché il fatto non sussiste” tutti gli imputati. Con questo nobile parterre, gentile Luciano, come si fa a dialogare o semplicemente a spiegare meglio la situazione e la notizia se si continua a pubblicare senza ritegno alcuno l’intera ricostruzione assolutamente fuorviante fatta dallo stesso De Luca dell’intera vicenda. Il predetto dovrebbe, invece, apprestarsi a fornire le risposte che da qualche tempo vado chiedendogli e che ripeterò in un prossimo intervento. Al momento, senza le motivazioni, sappiamo soltanto che per la casa nel parco la Corte di Appello non ha assolto ma ha notevolmente ridimensionato le pene (ad esempio quella del committente è passata da 4 anni ad 1 anno e 4 mesi) con la “non citazione” di quasi tutti i reati per i quali gli indagati erano stati rinviati a giudizio. Si renderà conto, almeno spero, gentile Luciano che se si vuole fare informazione seria e corretta, senza alterare o nascondere, è necessario avere in mano le carte processuali; anche perché siamo di fronte ad una sentenza che non è inoppugnabile (come lei erroneamente dice nel commento !!) in quanto c’è ancora la Suprema Corte di Cassazione. Alla prossima.

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