Sassano in rosa: nel segno del “Bruscolotti day”

 

Aldo Bianchini

 

SASSANO – Qualcuno, forse, storcerà il naso per quanto mi accingo a scrivere. Pazienza !! cerco sempre di analizzare i fatti andando “oltre la notizia”, qualche volta ci riesco e spesso mi accorgo di dare fastidio. Pazienza !! ancora una volta. Detto questo mi chiedo come si fa a fare il giornalista se non ci si accorge che ieri il punto apicale della visibilità di Sassano, delle sue tradizioni, della sua storia, non certo del suo futuro, è passato sui grandi media nazionali attraverso l’immagine e la figura di Giuseppe Bruscolotti, meglio noto alle cronache sportive calcistiche come “Pal e fierr” (Palo di ferro). Che lo si voglia o meno riconoscere, che gli si voglia o meno attribuire i meriti che merita (scusate il bisticcio di parole !!), è necessario prendere atto che ancora una volta la città di Sassano e la sua cittadinanza devono essere riconoscenti nei confronti di questo loro figlio che dal 1972 al 1988, per ben sedici anni, ha giocato nella squadra del Calcio Napoli divenendone anche il capitano e passando, forse, alla storia dello sport sassanese e nazionale. E’ stato, quindi, il <<Bruscolotti day>> (che Bruscolotti forse non ha cercato e neppure voluto) ad essere il vero protagonista della <<giornata rosa>> vissuta da tutti nel nome dello sport e per lo sport. Ma la lezione che promana dal <<Bruscolotti day>> è anche un’altra, quella che dà la spiegazione della longevità stessa dello sport della bicicletta e, quindi, del Giro d’Italia che si avvicina ai suoi cento anni di storia. Il ciclismo, il Giro d’Italia, sono fenomeni troppo vistosi ma anche troppo rischiosi, pur facendo politica sono lontanissimi dalla politica e i suoi organizzatori lo sanno benissimo che per sopravvivere bisogna non fare politica. Lo hanno dimostrato proprio ieri con l’unica trasmissione televisiva che il Giro si consente al di fuori dello stretto giro sportivo per debordare anche nel sociale: Giro Mattina, in onda su Rai/1 dalle ore 12.50 di ogni giorno per tutta la durata del Giro. In questa trasmissione non vedrete mai politici per chiamata diretta ma solo sport, spettacolo e un po’ di sociale. I conduttori Marino Bartoletti (uomo di sport) e Paolo Belli (uomo di spettacolo) sanno benissimo che il Giro è sport e per questo sul loro palco hanno chiamato soltanto l’unica vera immagine sportiva di Sassano, Giuseppe Bruscolotti, (una casualità che non capita tutti i giorni !!) lasciando a piedi la politica (Tommaso Pellegrino, sindaco e Gioacchino Alfano, sottosegretario di stato alla difesa) che in alcuni casi può essere soltanto deleteria. La trasmissione ha anche allargato il suo obiettivo su alcune simpatiche presenze in un divertente siparietto con Francesco Femminella, Pina e Pinuccio Biancamano ed altri (per carenza di spazio non cito tutti) ma è’ stato lui, “Pal e fierr”  il vero ed unico protagonista della trasmissione, tutto il resto ha fatto da contorno; anche le interviste numerose e ripetitive ai tanti personaggi (politici e non) presenti nell’accorsato parterre del Villaggio hanno lasciato il tempo che trovano. L’unico personaggio di Sassano che è entrato nelle case degli italiani a ridosso dei grandi telegiornali per parlare, ovviamente, di sport e di calcio miscelato sapientemente al ciclismo. Qualcuno, probabilmente, avrà anche storto il naso; certo Giuseppe Bruscolotti non è il meglio del meglio, non avrà un linguaggio forbito ma è uno “tosto” che conosce benissimo i suoi limiti culturali ed intellettuali, è uno che ha saputo e sa affrontare ogni situazione di petto (come un tempo faceva in campo da classico marcatore che annullava l’avversario senza pietà) così come seppe essere presente nel Napoli per ben 511 volte, e da par suo ha affrontato anche la scena mediatica di “Giro Mattina” portando i suoi intervistatori là dove voleva lui e sugli argomenti a lui più cari: il Napoli e Maradona. Ed ha dimostrato che per parlare di sport in una trasmissione sportiva non c’è bisogno né di essere intellettuali e neppure colti, anzi è stato anche scaltro e capace di tenere alto l’audience della trasmissione stessa (i dati Auditel l’hanno confermato) con il suo modo di centellinare le rivelazioni sul suo grande amico Diego Armando che ancora oggi affascina mezza Italia. Qualche altro ora si chiederà se non era il caso di spedire sul palco uno più preparato per parlare di economia, di occupazione, di crescita e di sviluppo del territorio approfittando di una così importante vetrina nazionale; niente affatto, il Giro, ripeto, è una grande vetrina sportiva e tale deve rimanere se vuole sopravvivere; il resto tocca ai politici (non ai politicanti !!) ma in altri momenti. Ieri doveva essere festeggiato lo sport del ciclismo, il suo fascino colorato di rosa, e il <<Bruscolotti day>> è stato il giusto coronamento. Il mio amico Natino (ingegnere) mi ha detto che in Rai c’è il vero professionismo del giornalismo; non ha torto, e ieri Bartoletti e Belli lo hanno ampiamente dimostrato con la loro scelta. Infine la presenza di Bruscolotti sulla scena sportiva nazionale merita anche un’altra riflessione che non ha assolutamente il sapore dell’amarcord, tutt’altro. Penso che tutti dovremmo dare a Cesare quel che è di Cesare, così come credo che l’intera comunità di Sassano dovrebbe finalmente riconoscere a Bruscolotti quello che è di Bruscolotti. Negli ultimi ventisei anni qualcosa l’ha fatta soltanto il sindaco Tommaso Pellegrino, è ora di rimboccarsi le maniche e riparare ai guasti del passato.

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