Caimangate/46: il Crescent, la casta e le Chiancarelle

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Sapevo benissimo che il precedente articolo <<Caimangate n. 44 – la baruffa del Crescent e gli uomini del Caimano>> avrebbe suscitato qualche reazione; e fin qui ci sta, perché tutto fa parte del gioco. Quello che non capisco è come sia possibile commentare il mio articolo (non discuto né i toni e né i dissensi !! anche questo fa parte del gioco) sostenendo cose assolutamente diverse da quelle scritte, quasi come se il lettore avesse preso asso per figura che nel gioco delle carte è un errore gravissimo. Ho, comunque, apprezzato il commento dell’anonimo/a “Algida” schierato/a, mi è parso di capire, a spada tratta in difesa della <<famiglia Rainone>> come per partito preso. Io e Algida abbiamo anche dei punti di vista non comuni e in comune, questo è scontato. E ribadisco, a conferma, che tutto quello che ho scritto in quell’articolo è soltanto frutto delle mie conoscenze e/o esperienze personali con un mondo che ho sempre giudicato come “una casta” senza alcun sentimento di ostilità preventiva e senza averne mai fatto parte viste le “umili e oneste” origini del mio ceppo familiare. Non c’è nessuna <<rabbia covata sotto la cenere>> e neppure una difesa ad oltranza di una classe politica in particolare che cerco, invece, di osservare e commentare dal mio punto di osservazione che qualcuno può anche considerare privilegiato (per via del fatto che faccio il giornalista !!), ma che ho guadagnato rinunciando molto spesso a coinvolgimenti che ti lasciano, sempre e comunque, un certo amaro in bocca. Ma la libertà di pensiero e di parola è molto più importante e stratosfericamente più nobile di una prebenda o di <<una pizza e una birra>> come dice il sindaco di Salerno quando commenta il mondo dell’informazione salernitana. Non ho, per intenderci, la sicurezza di Algida nel dire che l’opera del Crescent non costa nulla alle casse pubbliche e che la stessa è a totale <<rischio di capitale privato>>. Del resto basterebbe soltanto guardare alla querelle tra il Comune e la Ditta Chechile che chiede un risarcimento di circa venti milioni di euro proprio per i supposti <<usurpati diritti di edificazione>> per capire che il discorso non è così semplice come prospettato dalla stessa Algida. Certo che il <<gruppo Rainone>> ha partecipato ad un bando di gara pubblico indetto dal Comune di Salerno, ci mancherebbe che non lo avesse fatto; ma inviterei la commentatrice o il commentatore a tirare un attimo il respiro prima di scrivere ed attendere gli esiti delle indiscrezioni che emergono da Expo 2015 dove si parla di gare pubbliche assolutamente pilotate. Sicuramente non è il caso del Crescent ma io rimarrei in guardia ed attenderei i futuri passi della magistratura inquirente. E poi, me lo lasci dire gentile Algida, non credo affatto che i Rainone si siano lasciati, loro malgrado, coinvolgere in <<beghe di natura politica>>; potrebbe anche darsi che per la famiglia Rainone sia diverso, ma mi consta che le famiglie appartenenti alla cosiddetta <<casta proletaria>> sono loro che spesso coinvolgono la classe politica in beghe ed altro ancora; è la storia che parla, non io. Viviamo comunque in un Paese democratico e so benissimo che le famiglie della casta proletaria hanno tutto il diritto non solo di lamentarsi ma anche di attaccare chiunque la pensi in maniera diversa; però dalla reazione composta e democratica alle <<invettive e minacce sotto gli occhi di testimoni>> ce ne passa di acqua sotto i ponti. E’ vero anche che il Crescent potrebbe essere la prima opera pubblica realizzata con il sistema della <<finanza privata>>, ma è altrettanto vero ed innegabile che in questi casi il privato investe per <<lucrare>> e sicuramente non per <<donare>>; ed è in questo squarcio che si materializza l’interesse pubblico, gentile Algida, altro che storie. Anche a me piacerebbe vedere l’opera finita perché una volta finita sarà certamente bella e accattivante; bisognava pensarci, però, prima (e questo è solo colpa di De Luca !!) di lanciare la faraonica opera che ricorda tanto le preistoriche progettualità egiziane, opere che lo stesso suo ideatore ha abbandonato da almeno una trentina di anni (su questo ritornerò per spiegare come e perché’ De Luca volle quell’opera egiziana !!). Infine mi dispiace contraddire un tratto del commento, che per certi versi è interessante, quando Algida parla dell’incarico di Celano alla Ecoambiente Salerno. Ebbene il consigliere Celano da circa un anno si è dimesso volontariamente da quella carica, molto tempo prima di passare nelle file del NCD di Alfano. Per concludere, non so se il dott. Elio Rainone ha avuto soltanto <<il torto di essersi fidato di una classe politica inadeguata e fallita…>>, non ho elementi per giudicare, so soltanto che quella è la stessa classe politica protagonista, nel bene e nel male, della vicenda giudiziaria denominata “Linea d’ombra”. Basterebbe analizzare con più serenità e con maggiore obiettività quella vicenda per capire come le cosiddette <<grandi famiglie della casta proletaria>> si muovono sulla scena della politica in maniera quanto meno ondivaga.

One thought on “Caimangate/46: il Crescent, la casta e le Chiancarelle

  1. Egregio Dott. Bianchini,
    nel mio precedente commento mi sono limitato ad esporre le mie riflessioni, che rilevo non Le sono piaciute, in ordine ad una sola parte del Suo articolo e cioè quella in cui si riferiva e si commentava “all’episodio che aveva visto protagonisti il Dott. Celano ed il Dott. Rainone nei corridoi del comune di Salerno”.
    In particolare mi sono riferita alle Sue considerazioni, ribadisco di parte e per principio preso a mio giudizio, finalizzate ad esternare una cd. reprimenda per il Dott. Rainone (per l’atteggiamento tenuto irriguardoso nei confronti del Dott. Celano a suo giudizio) e, cosa molta più grave per me, ad affermare che tale atteggiamento in fondo in fondo è naturale per un soggetto, ed una famiglia, che appartiene alla “casta proletaria” cui tutto è dovuto e da essa tutto è preteso.
    Quanto da me affermato, nel precedente commento, si rafforza oggi sulla scorta delle considerazioni che leggo nel Suo articolo odierno, considerazioni che mi sembrano del tutto fuori luogo e sbagliate nella forma e nella sostanza e,soprattutto, tali da non affrontare il problema vero del Crescent e delle conseguenze che tale opera sta avendo su tutti.
    E’ innegabile che il Crescent sia stato programmato dal Comune di Salerno, che per la sua costruzione sia stata bandita una gara pubblica e che l’opera è interamente finanziata con capitali privati.
    E’ innegabile, altresì, che tutte le imprese partecipanti alla gara erano e sono imprese private che hanno ritenuto di accollarsi “il rischio d’impresa” prevedendo che esso potesse essere messo in discussione dal MERCATO (mancata vendita degli alloggi e dei locali, dei garages, etc.) ma non dalla GUERRA POLITICA.
    Se il Comune ha sbagliato, se la progettazione è fallace, se le autorizzazioni sono forzate, etc. etc. sono problemi che riguardano, e devono riguardare, il Comune di Salerno ma non l’imprenditore privato che ha partecipato ad una gara pubblica.
    Da qui nasce spontaneo, a mio giudizio, che “se un imprenditore, dopo aver sostenuto milioni di euro per realizzare l’opera, si vede bloccato per COLPE NON SUE è anche UMANO E NATURALE che possa avere un gesto di stizza nei confronti di un POLITICO si chiami esso CELANO o signor Rossi”.
    Veda, dott. Biachini,.quello che LEI – a mio giudizio – non approfondisce e non dice è che la cd. GUERRA DEL CRESCENT è motivata, solo ed esclusivamente, da interessi personali e politici ed è lungi dall’essere una battaglia ambientalistica…
    Interessi personali (condomini palazzo INAIL, architetti e tecnici vari fuori dal cerchio magico di De Luca, etc) e politici (contrapposizione a DE Luca) che, si badi, non ritengo di condannare ma solo di evidenziare perchè mi sembra troppo celarli dietro pseudo battaglie ambientalistiche…
    In questa guerra, ho detto e ribadisco, si è trovato il Dott. Rainone Elio e le conseguenze di questa guerra oggi paga…. E questo non è giusto, a mio modo di vedere….
    Mi astengo dalle altre Sue considerazioni, che non CONDIVIDO … però mi permetto di farLe rilevare che il Dott. Celano si è dimesso da Presidente di Ecoambiente il 31 Maggio 2013 (dopo circa quattro anni di nomina) in prossimità (meno di un mese) dal rinnovo delle cariche e, come da Lui stesso sostenuto, per incompatibilità da doppio incarico (incompatibilità non legislativa ma di opportunità politica).
    Anche se si è accorto dell’opportunità politica dopo alcuni anni….
    Le dimissioni del Dott. Celano, avvenute a seguito di invito formulato da Gagliano Presidente della Commissione Trasparenza, sono avvenute alcuni giorni prima che lo stesso, giustamente e legittimamente, iniziasse la Sua battaglia contro l’ìincompatibilità (vergognosa) di De Luca….
    Qualcuno dice, poi, che sia entrato in rotta di collisione con il Cirielli tanto che qualche mese dopo è passato da Fratelli d’Italia al Nuovo Centro Destra…. Tutto legittimo ma non esageriamo negli elogi, anche perchè il Dott. Celano per circa quattro anni è stato stipendiato da ECoambiente, anche lautamente, senza produrre NULLA…..
    Insomma va tutto bene, ma “casta proletaria” e “casta politica” uguali sono e si sostengono a vicenda….. anche perchè una non può vivere senza l’altra e viceversa….
    Infine mi permetto di evidenziare che non riesco a comprendere “il Suo riferimento a Linea d’ombra” visto che vittime di quella vicenda giudiziaria sono state persone e famiglie di cui solo tre “politici” mentre carnefici sono stati affaristi e dipendenti pubblici che si credono politici sostenuti da un sistema giudiziario che prima ti arresta e poi ti giudica e quando sei assolto non ti chiede nemmeno scusa…. Tanto non paga mai….

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